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Reggio Emilia: confermato dal tribunale l’impianto probatorio raccolto nell’indagine Billions

La sentenza del Tribunale di Reggio Emilia del 20 dicembre 2022, nell’ambito dell’operazione denominata “Billions”, condotta congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Giacomo Forte, ha stabilito la condanna nei confronti di 61 imputati (24 condanne con rito abbreviato e 37 patteggiamenti), confermando la fondatezza dell’impianto accusatorio che ha permesso di scardinare un’associazione a delinquere dedita alle frodi fiscali, al reato di autoriciclaggio, alla frode cosiddetta “carosello”, al compimento di reati di natura fallimentare e a un complesso sistema di truffa, ai danni di Istituti bancari, mediante l’accesso abusivo al credito.

L’associazione a delinquere era così strutturata: al vertice vi erano i capi che coordinavano dieci cellule operative che potevano contare su società di comodo (cartiere) per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, di prelevatori professionali di denaro da sportelli bancomat e procacciatori di soggetti economici interessati ad ottenere servizi finanziari illegali. Al gradino più basso dell’organizzazione vi era una folta schiera di soggetti prestanome titolari di molteplici di società cartiere che non avevano alcuna struttura aziendale e che servivano solo per produrre fatture false.

L’analisi dei flussi finanziari delle società cartiere ha permesso di ricostruire movimentazioni quantificate in oltre 240 milioni di euro, delle quali ben 50 milioni di euro sono consistite in prelievi di denaro contante. L’ammontare del giro di fatture false emesse è stato calcolato in 80 milioni di euro con un’imposta evasa quantificata in circa 24 milioni di euro.

Nel corso delle indagini sono state eseguite, in una prima fase operativa, perquisizioni locali e personali che hanno portato al sequestro di circa 500.000 euro, di cui 267.000 euro in contanti, provento dei reati e di cui rappresentavano la monetizzazione.

Tra le condotte contestate agli imputati, vi è anche il reato di autoriciclaggio. I sodali infatti provvedevano, attraverso società create ad hoc, ad inviare bonifici all’estero in favore di imprese comunitarie sempre controllate dagli stessi, per un importo complessivo di 1,2 milioni di euro, giustificando le movimentazioni finanziarie quale pagamento di acquisti intracomunitari, rivelatisi fittizi. I fondi così trasferiti, venivano poi reinvestiti in attività commerciali localizzate sempre all’estero e riferibili all’organizzazione criminale.

Sul versante comunitario, il sodalizio criminale aveva organizzato, altresì, una frode cd. “carosello”, relativamente alla compravendita di autovetture dalla Germania.

Le indagini hanno anche evidenziato come il sodalizio avesse messo a punto un complesso sistema di truffa e successivo autoriciclaggio del provento illecito realizzatosi ai danni di Istituti bancari, mediante l’accesso abusivo al credito, ottenendo mutui o altre forme di finanziamento, per trasferire successivamente il denaro sui conti delle altre società del sodalizio. Tale flusso finanziario era reimpiegato nel meccanismo di emissione di fatture false.

Durante le investigazioni è stato accertato, inoltre, che gli imputati si sono resi responsabili anche di reati fallimentari. Gli stessi hanno infatti portato al fallimento quattro società utilizzate come cartiere, distraendo, in larga parte attraverso prelevamenti in contanti, complessivamente più di 7 milioni di euro.

La complessa attività di polizia giudiziaria ha portato all’esecuzione di 51 misure cautelari personali, di cui 22 detentive, nonché 106 misure cautelari reali, per circa complessivi 24 milioni di euro sui beni intestati o nella disponibilità degli indagati, tra cui n. 21 autovetture per un valore complessivo di 844.800 euro (Ferrari, Chevrolet, Porsche, Audi e Range Rover), un motoveicolo Ducati, denaro contante per 370.090 euro ed altri beni di lusso come orologi di pregio, gioielli di vario genere e quadri d’autore.

Successivamente sono stati effettuati mirati accertamenti bancari che hanno portato all’individuazione di rilevanti disponibilità finanziarie in capo agli indagati per complessivi Euro 5.189.694,84, sottoposte a sequestro preventivo poiché ritenute provento di reato.

















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