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La pandemia non ferma la voglia di muoversi degli emiliano-romagnoli

Cresce in regione la pratica sportiva che coinvolge il 40% dei cittadini

Corrono, vanno in bicicletta e ovviamente giocano a calcio, si sfidano sui campi da basket e da tennis. Gli emiliano-romagnoli non solo amano lo sport e lo seguono da spalti, tribune o in tv, ma lo praticano. E lo fanno in misura crescente, sia tramite le associazioni sportive, sia, sempre di piĆ¹, in modo autonomo. Confermandosi tra i piĆ¹ attivi a livello nazionale. Ā Anche se resta una quota significativa -per quanto in calo- di persone che conducono una vita sedentaria.

ƈ la fotografia scattata dallā€™Indagine sulla pratica sportiva in Emilia-Romagna, promossa dalla Regione e realizzata da SG Plus Ghiretti & Partners.

Una fotografia che rimanda lā€™immagine di un settore in buono stato di salute. E che ha saputo superare anche la fase piĆ¹ difficile di una pandemia, che pure ha fatto sentire i suoi effetti, come dimostrano le difficoltĆ  vissute in particolare dallā€™associazionismo di base.

Una pandemia che ha accelerato un fenomeno giĆ  in atto, quale quello della crescita dello sport allā€™aperto visto anche come occasione di aggregazione sociale.

ā€œEssere la Sport Valley italiana significa essere innanzi tutto una regione in cui la pratica sportiva sia sempre piĆ¹ unā€™opportunitĆ  alla portata di tutti. E lo sport unā€™occasione fondamentale di incontro, di benessere, di integrazione per i cittadini- ha spiegato il presidente Stefano Bonaccini-. Questa ricerca ci consegna risultati che ci permetteranno rafforzare le nostre politiche in questa direzione, rendendole sempre piĆ¹ efficaci. Il mondo dello sport sta cambiando e noi vogliamo essere in grado di intercettare il cambiamento. Non solo i grandi eventi internazionali, ma un impegno diffuso per la pratica sportiva nelle sue diverse espressioni. E qui non partiamo certo da zero: in questi anni abbiamo finanziato con quasi 10 milioni di euro progetti da parte di associazioni e comuni. Negli anni del Covid abbiamo stanziato 13 milioni di euro per misure straordinarie tra ristori, bonus una tantum e voucher alle famiglie. Ed ĆØ salita a quasi 60 milioni di euro la dotazione di risorse regionali a sostegno della riqualificazione dellā€™impiantistica sportiva, con 185 interventi giĆ  finanziati e un piano senza precedenti che stiamo attuando con i Comuniā€.

ā€œIntendiamo continuare cosƬ, investendo sempre di piĆ¹ nello sport. E lo vogliamo continuare a fare insieme ai territori e alle comunitĆ  locali. Il viaggio nelle province che partirĆ  nei prossimi giorni- ha concluso – punta proprio a rafforzare il dialogo con gli enti locali, lā€™associazionismo e tutti coloro che a vario titolo si occupano di sport per mettere a punto, insieme, le politiche dei prossimi anniā€.

Frutto della collaborazione con lā€™Istituto scolastico regionale, il Coni Emilia-Romagna, il Tavolo regionale per lo sport, realizzata anche attraverso questionari alle societĆ  sportive e arricchita da unā€™indagine demoscopica su un campione rappresentativo della popolazione con piĆ¹ di 18 anni, la ricerca ĆØ stata questa mattina al centro della seduta della Commissione regionale cultura, scuola, formazione, sport e legalitĆ , e nel pomeriggio sarĆ  allā€™attenzione della Conferenza Regionale sullo Sport.

Mentre nei prossimi giorni inizierĆ  un tour sul territorio che vedrĆ  toccare tutte le province, dopo lā€™appuntamento del 10 ottobre a Bologna con le principali rappresentanze e associazioni sportive regionali.

Una serie di passaggi utili per poter raccogliere proposte e suggerimenti in vista della stesura da parte della Regione del nuovo Piano triennale regionale sullo sport e ormai a cinque anni dalla prima legge regionale in materia.

La presentazione della ricerca, insieme agli autori, ĆØ stata realizzata in conferenza stampa da Giammaria Manghi, capo della segreteria politica della Presidenza.

“Questa ricerca mostra che la pandemia non ha inciso sulle abitudini degli emiliano-romagnoli di praticare uno sport o di fare attivitĆ  fisica – ha detto Manghi -. Piuttosto mostra l’accelerazione di un fenomeno giĆ  in atto, legato ad una pratica sempre piĆ¹ destrutturata, vale a dire svolta in modo autonomo e all’aperto. Con la richiesta, specialmente da parte dei piĆ¹ giovani, di spazi ed impianti attrezzati outdoor”.

Il 28% pratica sport in modo continuativo. Oltre il 73% gli abitanti attivi.

In Emilia-Romagna (dati 2021) il 39% della popolazione si dedica nel tempo libero a unā€™attivitĆ  sportiva in modo continuativo o saltuario (da 1 a 2/3 volte la settimana). Una percentuale superiore al dato medio nazionale (34,5%) e che sale al 73,2% considerando quanti svolgono una qualche attivitĆ  fisica come fare passeggiate o andare in bicicletta, senza perĆ² una cadenza definita. Si tratta dei cosiddetti abitanti attivi (66,2% in Italia): 3 milioni 174 mila persone: la quota piĆ¹ alta di sempre in regione, con una crescita di oltre 220.000 cittadini rispetto al 2017.Ā  Superano, invece, lā€™80% i bambini delle scuole primarie che praticano sport in orario extrascolastico: quasi il doppio del dato nazionale.

Considerando poi solo chi pratica sport in modo continuativo – dunque 2/3 volte la settimana – lā€™Emilia-Romagna con il suo 28% si posizione ai vertici della classifica nazionale, quarta a pari merito con la Lombardia dopo le tre regioni a statuto speciale (23,6% dato italiano). Con un trend in crescita del 2,2% dal 2017 al 2019, cui ĆØ seguito uno stop con la pandemia.

Parallelamente, diminuisce il numero di sedentari:Ā  -4,2% nellā€™arco di cinque anni, in flessione anche nel periodo pandemico. Un dato incoraggiante che tuttavia non deve far dimenticare che interessa il 26,8% della popolazione, oltre 1 milione di emiliano-romagnoli: una quota comunque significativa, considerando anche la funzione di prevenzione in termini di salute, svolta dalla pratica sportiva. A questo riguardo conforta il dato che emerge dallā€™indagine demoscopica con il 14% di coloro che non praticano sport, che si dichiara in futuro propenso ad iniziare.

Sempre piĆ¹ praticato ĆØ poi lo sport destrutturato. Una tendenza in atto giĆ  da prima della pandemia, con il 66% degli intervistati che dichiara di svolgere unā€™attivitĆ  sportiva in modo autonomo nei parchi e nelle aree urbane delle cittĆ , avvicinando allo sport anche nuove fasce dā€™etĆ .

 
















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