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Contenimento delle emissioni: una collaborazione virtuosa sul territorio

A Cersaie 2022 presentati i soddisfacenti risultati a livello ambientale della verifica intermedia dell’Accordo sulle emissioni, firmato nel 2019 da dieci comuni del distretto ceramico, dalle province di Modena e Reggio, da Confindustria ceramica e dalla Regione

Venerdì 30 settembre, nell’ambito di Cersaie 2022,  sono stati presentati i risultati della verifica intermedia prevista dall’Accordo territoriale volontario riguardante il contenimento delle emissioni’, firmato a Fiorano Modenese nel 2019 da dieci sindaci del distretto ceramico modenese e reggiano, dai rappresentanti della regione Emilia Romagna, delle Province di Modena e Reggio Emilia, di Confindustria Ceramica e di Arpae.

L’importante Accordo, in vigore fino al 2024, è una intesa di carattere volontario che ha visto le amministrazioni territoriali del distretto e le imprese ceramiche del territorio assumere impegni che vanno oltre le previsioni normative ed i limiti autorizzativi che, in Emilia Romagna, sono già severi e più restrittivi di quelli nazionali e delle BAT (migliori tecniche disponibili) identificate dalla UE.  Si inquadra nelle azioni previste dal PAIR 2020 (il Piano aria della Regione) e riguarda i territori dei comuni di Castelvetro di Modena, Fiorano Modenese, Formigine, Maranello, Sassuolo, Casalgrande, Castellarano, Rubiera, Scandiano, Viano.

I dati presentati dai tecnici, alla presenza dei soggetti sottoscrittori, sono risultati positivi ed hanno evidenziato un miglioramento complessivo della qualità dell’aria e ambientale, anche a fronte dell’aumento produttivo registrato in questi ultimi anni da parte delle aziende ceramiche.

“Grande soddisfazione per i dati raccolti. Tutto il comparto della ceramica rientra a pieno titolo nell’ambito di un approccio di economia circolare promosso dalla nostra Regione – ha dichiarato Irene Priolo, Assessora all’Ambiente della Regione Emilia Romagna – Digitalizzazione e analisi dei dati sono il quid in più del protocollo. Il ruolo della Regione è quello di aggiornare continuamente i dati e le richieste dei cittadini, ne terremo conto anche nel nuovo piano della qualità dell’aria. Dal distretto della ceramica, un esempio virtuoso da esportare anche verso altri comparti produttivi”.

“Siamo tutti soddisfatti di questi risultati che devono spingerci a potenziare il nostro impegno – ha dichiarato il sindaco del Comune di Fiorano Modenese, Francesco Tosi al tavolo dei relatori – La sfida è stata ed è quella di coniugare sviluppo, crescita economica e lavoro con il rispetto dell’ambiente. L’Accordo sottoscritto e questi primi risultati dimostrano che con la collaborazione tra tutti soggetti coinvolti si riesce a fare qualcosa di positivo per l’ambiente e per al salute de cittadini”.

“Nell’ambito di questo accordo innovativo – commenta Luisa Guerra, Arpae – è previsto un monitoraggio biennale, a seguito del quale abbiamo aggiornato i dati ambientali che erano alla base del protocollo già sottoscritto nel 2019”, ma già avviato nel 2013. “I dati mostrano una riduzione delle concentrazioni di inquinanti nell’aria, che corrispondono ad un miglioramento complessivo della qualità dell’aria, sia relativamente alle polveri che agli ossidi di azoto. Negli ultimi anni i livelli registrati sono al di sotto dei valori limite. Si aggiunga il calo delle emissioni, quindi delle tonnellate annue emesse in atmosfera, prodotte dall’industria ceramica; in particolare per gli ossidi di azoto, per i composti organici volatili, e un leggera crescita delle polveri a fronte di un incremento della produzione dell’ordine del 16%. Il protocollo ha quindi contribuito in modo positivo a limitare le emissioni dell’intero distretto”.

Sulle emissioni complessive, si nota in particolare una riduzione significativa degli NOx (-25%) e in misura minore Pb e PM10; crescono invece i COV (+10%).

È invece calato il contributo del settore ceramico:

  • un leggero aumento delle polveri: + 9%.
  • un calo significativo per NOx (-25%) dovuto alla riduzione delle emissioni dei forni (-42%), una riduzione dei COV (-20%) e del piombo (-11%);
  • in un periodo nel quale la produzione del settore è invece crescita del 16%.

Questo è stato possibile grazie a ulteriori riduzioni dei fattori di emissione (quantità di inquinante emessa per mq. versato a magazzino).

















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