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Edilizia, Cisl: “Imprese reggiane piene di lavoro, ma troppe partita Iva “fai da te” e lavoratori in difficoltà per l’inflazione”

Preoccupa anche i sindacati la crisi di liquidità delle imprese edili reggiane causata dal blocco delle cessioni alle banche dei crediti derivanti dal bonus 110%.

«Non possiamo mettere a rischio il nostro settore – afferma Salvatore Cosma, componente della segreteria Filca Cisl Emilia Centrale – proprio adesso che i dati raccolti dalla Cassa Edile di Reggio Emilia confermano il trend in crescita dell’intero comparto, trainato dalle agevolazioni fiscali».

La massa salari registrata dall’ente bilaterale a maggio 2022 è di 36,5 milioni di euro, in aumento del 21,31% rispetto ai 30 milioni del maggio 2021. Le ore di cassa integrazione, invece, sono in calo: sono state appena 22 mila nel semestre ottobre 2021-marzo 2022.

«Un dato che desta preoccupazione è l’aumento del 30%, rispetto al 2021, dei rimborsi della malattia riconosciuti alle aziende dalla Cassa Edile – aggiunge Cosma – Pensiamo che la crescita sia legata all’impennata dei casi di Covid-19 registrati nelle ultime settimane in tutto il Paese».

Il sindacato edili della Cisl segnala anche un altro fenomeno, questa volta collegato all’inflazione che a Reggio a giugno ha raggiunto il tasso annuo dell’8%.

«Il potere d’acquisto dei salari dei lavoratori delle costruzioni – sottolinea il segretario Filca – è diminuito al punto tale che tra gennaio e giugno di quest’anno sono aumentate del 40% le richieste di anticipazione del tfr (trattamento di fine rapporto) ai fondi di previdenza complementare.

Per questo chiediamo una soluzione rapida al problema di liquidità delle imprese, perché sarebbe assurdo che l’edilizia andasse in crisi in questo periodo di boom.

Senza contare – conclude Salvatore Cosma, componente della segreteria Filca Cisl Emilia Centrale – che devono ancora partire le opere finanziate dal Pnrr, che porteranno nuovi cantieri e nuovi posti di lavoro anche a Reggio».

Per il sindacato edili della Cisl, però, c’è anche un altro problema: la presenza sempre più massiccia di imprenditori “improvvisati”, privi di competenze, esperienze e professionalità verificabili.

«Dopo la crisi del 2008, che ha causato la chiusura di molte imprese strutturate, sono nate tante piccole e micro aziende, imprese individuali e lavoratori autonomi. Questi ultimi attualmente rappresentano addirittura oltre il 50% del totale degli addetti nel settore  – dichiara la segretaria generale della Filca Cisl Emilia Centrale Cinzia Zaniboni –

A questi nuovi imprenditori non viene richiesto alcun requisito per svolgere un’attività così delicata e specialistica come l’edilizia. Oggi per costituire un’impresa edile basta recarsi alla Camera di commercio. Per noi, invece, è importante prevedere che sia la qualifica di chi effettua il lavoro a rendere qualitativamente superiore una determinata offerta, cambiando il paradigma di aggiudicazione nell’esecuzione di un’opera.

Il primo passo da compiere, quindi, è mettere in campo regole di accesso per le imprese per garantire qualità, regolarità, sicurezza e dignità contrattuale alle maestranze, nonché – conclude la segretaria generale della Filca Cisl Emilia Centrale Cinzia Zaniboni – rendere il settore delle costruzioni attrattivo e sicuro per i giovani».

















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