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A Casteldebole arriva “Si Gira!”, il programma di proiezioni itineranti nei parchi di quartiere

Alla sua uscita non fu quello che si poteva definire un film di successo, data l’accoglienza piuttosto tiepida sia del pubblico che della critica, che lo definì sostanzialmente un filmetto senza infamia e senza lode. Fu la tv, che cominciò a trasmetterlo negli anni successivi alla sua uscita, nel 1976, a trasformarlo in un vero e proprio cult, e a fare del Mandrake interpretato da Gigi Proietti uno dei personaggi più indimenticabili della commedia all’italiana: inaugura martedì 19 luglio al Giardino Sorelle Mirabal di Casteldebole con “Febbre da cavallo” di Steno il programma “Vogliamo ridere!”, seconda tappa di Si Gira! il cartellone itinerante di proiezioni gratuite voluto dal Comune di Bologna in tre aree verdi di altrettanti quartieri – oltre alla Casa Gialla (San Donato–San Vitale) il Giardino Sorelle Mirabal a Casteldebole (Borgo Panigale–Reno) e il Giardino Europa Unita al quartiere Savena – che fino al 31 luglio prossimi si trasformeranno in piccole arene cinematografiche per godere della magia del grande schermo al fresco dei parchi.

Non uno, quindi, ma tre schermi per consentire ai cittadini di vivere la bellezza del cinema all’aperto anche lontano dallo schermo di Piazza Maggiore, e per alimentare quel progetto di cultura diffusa su tutto il territorio che caratterizza Bologna Estate.

Tra le pellicole in programma fino a domenica 24 luglio a Casteldebole: “Amarcord” di Federico Fellini, poetica autobiografia per immagini del grande regista riminese, “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, sorprendente film d’animazione che segna l’esordio registico del grande disegnatore Lorenzo Mattotti, dedicato a grandi e piccoli, e “Tempi moderni” di Charlie Chaplin.

Al Giardino Europa Unita del Savena arrivano invece dal 26 al 31 luglio sei “Classici sotto le stelle”: dal sempreverde “Fantozzi” di Luciano Salce, che nel 1975 lanciò il mito del ragioniere più bistrattato d’Italia, ai “Comizi d’amore” di Pier Paolo Pasolini a film più recenti ma già entrati di diritto nella categoria, come “L’uomo che verrà” di Giorgio Diritti.

 

















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