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Indagine dell’Ufficio Studi Lapam: a Reggio nella rete idrica si ‘perde’ un quarto di acqua

“La siccità è un problema enorme che si sta acuendo e i dati del nostro Ufficio Studi sono molto preoccupanti: non solo c’è scarsità di acqua a causa delle condizioni meteorologiche e dei cambiamenti climatici, ma a Reggio Emilia un quarto dell’acqua viene persa nella rete idrica. Il dato è tra i migliori in regione, ma ugualmente è necessario intervenire per ridurre queste perdite”.

Gilberto Luppi, Presidente Lapam Confartigianato, tuona: i dati dell’indagine dell’associazione non lasciano spazio a dubbi. Non tutta l’acqua immessa viene effettivamente erogata agli utenti finali. Nel 2020 nei comuni capoluogo di provincia e città metropolitane dell’Emilia-Romagna si è disperso il 29,9% dell’acqua immessa in rete (contro il 36,2% medio nazionale), mentre a Reggio Emilia le cose vanno meglio, con il 24,3% di perdite, al terzo posto in regione dietro Piacenza e Ravenna. I numeri danno comunque il senso di una emergenza che va affrontata in fretta. “E’ proprio così – riprende Luppi – anche perché l’indagine che abbiamo portato avanti sottolinea come siano tante, quasi 2.000, le imprese sul nostro territorio provinciale che hanno bisogno di acqua per produrre. Al di là dell’agricoltura, infatti, sono una decina i comparti manifatturieri che hanno molto bisogno di acqua per poter produrre”.

L’agricoltura, spiega l’Ufficio Studi Lapam, è il più grande utilizzatore di acqua, con consumi destinati in particolare all’irrigazione dei terreni e alla zootecnia. Nella manifattura i settori più idro-esigenti sono quello estrattivo, seguito dal tessile, petrolchimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche, vetro ceramica, cemento, carta, prodotti in metallo. In questi dieci comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua, nei quali si concentra il 69,3% dei consumi delle imprese di produzione operano 1.891 imprese reggiane (il 16,7% del totale regionale), con 22.913 addetti (il 16,2% su scala emiliano romagnola). In questo perimetro le imprese artigiane sono 1.274 con 6.339 addetti.

“Il rischio siccità non impatta solo sul settore agricolo – sottolinea il presidente Lapam, Luppi – ed è quanto mai importante tenere accesi i riflettori su questa situazione anche quando, speriamo il prima possibile, le piogge arriveranno a mitigare le cose. Il problema, purtroppo, sta diventando endemico e va affrontato senza indugi”. Luppi chiude con un appello: “Tutto questo non significa certo che si possa abbassare la guardia sul fronte degli sprechi a livello di imprese, di privati cittadini e di amministrazioni: tutti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte per preservare un bene prezioso e sempre più scarso”.

















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