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Modena, sarà intitolata a Lea Garofalo una nuova a via Parco dei fiori

Una nuova via all’interno del comparto residenziale Parco dei fiori (nell’area ex stoccaggio gas Amcm) sarà intitolata nelle prossime settimane a Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della ‘ndrangheta, uccisa a Milano il 24 novembre 2009. La nuova strada collegherà viale Piersanti Mattarella con via Salvo D’Acquisto, attraversando la zona residenziale in corso di realizzazione.

La decisione è stata assunta nei giorni scorsi dalla commissione Toponomastica del Comune di Modena, nell’ambito del percorso di avvicinamento al 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La commissione ha proseguito anche nella scelta di intitolare a donne un maggior numero di strade, colmando così una discriminazione di genere storica presente anche nella toponomastica di Modena. Le ultime intitolazioni, infatti, sono state a Maria Montessori e Rita Levi Montalcini, nel comparto dell’area nord; a Felicia Bartolotta (la mamma di Peppino Impastato), Alda Merini e Nilde Iotti nel comparto di Vaciglio; alla ciclista Alfonsina Morini Strada è stato dedicato il primo tratto della Diagonale verde e a Tina Zuccoli, esploratrice dell’Artico e naturalista, il bosco di Vaciglio.
La cerimonia di intitolazione della nuova strada a Lea Garofalo è prevista nelle prossime settimane.
Lea Garofalo era nata a Petilia Policastro, in provincia di Crotone, il 24 aprile 1974. Cresciuta in una famiglia “ndranghetista, a 13 anni si innamora di Carlo Cosco e lo segue a Milano dove lui gestisce un traffico di droga e dove, nel 1991, nasce la figlia Denise. Nel 1998 Cosco viene arrestato e nel 2002, dopo aver subito pesanti intimidazioni, Lea Garofalo diviene testimone di giustizia. Inizia un periodo molto difficile, nel corso del quale Lea si rivolge anche a don Ciotti che la mette in contatto con Libera e con l’avvocata Enza Rando. Nel novembre 2009, l’ex marito le propone di salire a Milano per discutere del futuro della figlia, Lea decide di fidarsi ma Cosco la ucciderà strangolandola in un appartamento di corso Sempione, facendo sparire il suo corpo. Cosco e i suoi complici oggi scontano l’ergastolo. Il funerale civile e pubblico di Lea Garofalo si è celebrato solo nel 2013, a Milano, con la partecipazione di centinaia di persone, di don Ciotti, del sindaco Pisapia e, da lontano, della figlia Denise, anche lei testimone di giustizia.

UN PROGETTO CON GLI STUDENTI SUPERIORI

Antonio Ferrari, studente e partigiano, fucilato a 19 anni; Marsha Johnson, nera e transgender, attivista per i diritti Lgbt negli anni ’70 del Novecento, e l’Uguaglianza sono le tre candidature per altrettante intitolazioni di strade proposte dagli studenti delle quinte degli istituti Corni, Muratori e Fermi che nello scorso anno scolastico (2020-2021) hanno partecipato a “Perché lo dico io!”, il percorso di educazione alla cittadinanza coordinato da Comitato per la storia e del memorie del Comune di Modena, Istituto storico di Modena, Centro documentazione donna e Fem in collaborazione con la commissione Toponomastica del Comune.

I risultati del percorso e le tre candidature sono stati presentati nel corso della riunione della commissione Toponomastica che si è svolta il 15 febbraio, alla quale oltre al presidente Andrea Bosi e al presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi hanno partecipato anche il vicesindaco Gianpietro Cavazza e l’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi.

Il compito di raccontare il progetto è stato affidato a Edoardo Bandieri e Andrea De Luca, che si sono diplomati al Fermi lo scorso anno, coordinati da Francesca Negri dell’Istituto storico. Come hanno spiegato i ragazzi, l’obiettivo del progetto era riflettere sugli elementi simbolici che popolano gli spazi urbani e sul fatto che rappresentano proposte culturali e valoriali precise, funzionali alla costruzione di processi identitari, con l’obiettivo di acquisire strumenti utili all’analisi critica sia della comunicazione politica sia delle modalità di costruzione del consenso del passato e di oggi. Il lavoro è partito, dunque, dall’analisi dei linguaggi utilizzati da personaggi pubblici del presente e del passato con attenzione particolare al linguaggio assertivo, molto usato in epoca fascista, ma non solo.

Di seguito, gli studenti divisi in gruppi hanno esaminato l’evoluzione toponomastica di alcuni luoghi di Modena, per esempio piazza Matteotti che fino al 1936 era piazza Cesare Augusto per poi trasformarsi, in piena epoca coloniale, in piazza dell’Impero e diventare, infine, nel 1949 piazza Matteotti, come segnale di distacco dal ventennio precedente.

Una volta ragionato sul passato e sul presente, ai ragazzi è stato chiesto di ragionare anche sul futuro attraverso un esercizio di cittadinanza attiva, facendosi sostenitori, attraverso un processo democratico di confronto, di una candidatura per intitolare una via, una piazza o uno spazio verde, motivando la scelta.

Le tre candidature presentate alla commissione Toponomastica, che le ha assunte e inserite nella graduatoria delle prossime intitolazioni, sono state, appunto, quelle di Antonio Ferrari, che, ancora studente, dopo l’8 settembre 1943 si unì ai partigiani e morì fucilato dai nazisti nel 1944, e di Marsha Johnson, statunitense, attivista per i diritti divenuta famosa nel 1969 durante i moti di Stonewall scoppiati in seguito alle retate e ai pestaggi a sfondo razziale e omofobo della polizia nel locale noto, appunto, come Stonewall Inn. L’ultima proposta riguarda, infine, la dedica di una strada all’Uguaglianza.

















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