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Morire in stage, Cisl: “Non abolire alternanza scuola-lavoro, rating per le imprese che la fanno seriamente”

«Non abolire l’alternanza scuola-lavoro, ma qualificare ulteriormente e rendere più sicuri i percorsi di apprendimento basati sul lavoro. Noi stessi accogliamo studenti e diamo loro l’opportunità di adempiere al diritto-dovere di istruirsi e formarsi secondo le proprie capacità e talenti».

Lo afferma la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo commentando la vicenda di Giuseppe Lenoci, lo studente marchigiano morto ieri in un incidente stradale mentre era in stage presso un’azienda. Un caso che arriva a meno di un mese di distanza da quello di Lorenzo Parelli, lo studente friulano deceduto in fabbrica nel suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro.

«Esprimiamo la vicinanza della Cisl alle famiglie di questi due ragazzi – dichiara Papaleo – Le richieste dei sindacati confederali per fermare la strage di morti sul lavoro, inasprendo norme, controlli e sanzioni e rafforzando investimenti in tecnologia e formazione per la salute e sicurezza sul lavoro, sono state riproposte anche recentemente a tutti i livelli istituzionali.

Detto questo, escludere l’esperienza del lavoro dai percorsi formativi sarebbe sbagliato e annullerebbe strumenti che si stanno dimostrando efficaci per favorire l’inclusione, contrastare la dispersione scolastica e facilitare l’occupazione».

Per la Cisl, insomma, la soluzione non è cancellare l’alternanza scuola-lavoro (oggi si chiama Ptco, Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento). Il sindacato di palazzo Europa ribadisce anzi la necessità che la formazione sia fatta anche attraverso il lavoro, quale leva per la crescita personale e professionale.

La stessa Cisl Emilia Centrale accoglie studenti in stage: dal 2018 ne ha ospitati una ventina. I percorsi durano due-tre settimane per i ragazzi delle scuole superiori, circa due mesi per gli universitari in tirocinio curriculare.

«Le istituzioni – aggiunge Rosamaria Papaleo – devono verificare con grande attenzione che le aziende non usino i giovani formandi per coprire carenze di organico. Le aziende devono dimostrare di possedere capacità formative e rispettare sempre le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro, specie nei confronti dei ragazzi, siano essi in alternanza scuola-lavoro, formazione professionale o apprendistato. I giovani, infatti, hanno minore consapevolezza dei rischi e necessitano di maggiore attenzione da parte delle gerarchie aziendali».

In conclusione la Cisl Emilia Centrale propone di valorizzare le buone prassi di Ptco e formazione professionale assegnando un rating a favore delle aziende che si sono attrezzate per accogliere giovani e far vivere loro un’esperienza autentica di formazione attraverso il lavoro.

















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