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Oltre 150 ecocardiogrammi in tre mesi di attività per l’ambulatorio di Cardiologia pediatrica di Mirandola

In tre mesi di attività sono già oltre 150 gli ecocardiogrammi pediatrici effettuati dall’ambulatorio di Cardiologia pediatrica dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola.

Avviato a metà ottobre 2021, l’ambulatorio afferisce alla Cardiologia diretta dal dottor Carlo Ratti e incentra la propria attività sulla diagnosi delle cardiopatie congenite, un problema che interessa circa 8 bambini ogni 1000 in Italia e di cui domani, lunedì 14 febbraio, ricorre la Giornata Mondiale.

Il centro mirandolese opera in stretta collaborazione con l’unità operativa di Cardiologia Pediatrica dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna dove vengono inviati i casi più complessi (due le cardiopatie congenite maggiori in questi tre mesi diagnosticate e demandate in urgenza a Bologna).

“Il prossimo obiettivo – sottolinea il dottor Ratti, esperto in Cardiologia pediatrica – è l’implementazione delle prestazioni cardiologiche nell’età pediatrica, per soddisfare la crescente richiesta da tutta la provincia, anche attraverso una formazione specifica del personale. A questo proposito, la dottoressa Giulia Nanni, uno dei medici recentemente inseriti nella nostra équipe, frequenterà il master universitario in cardiologia pediatrica presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna, eccellenza riconosciuta a livello internazionale”.

Le cardiopatie congenite sono un gruppo di patologie caratterizzate da alterazioni morfologiche e funzionali del cuore, dovute quasi sempre ad alterazioni genetiche durante lo sviluppo embrionale; ne esistono di due tipi: quelle maggiori, fortunatamente rare, che necessitano già alla nascita di specifiche terapie e interventi riparativi e che vengono diagnosticate quasi sempre durante l’ecografia fetale; e le cardiopatie congenite minori, che rappresentano la maggior parte dei casi; quest’ultime hanno raramente un impatto negativo sulla vita del bambino e vengono diagnosticate attraverso l’esecuzione di un ecocardiogramma richiesto ad esempio per il riscontro di un soffio cardiaco.

“Solitamente – spiega ancora il direttore della Cardiologia del Santa Maria Bianca – le cardiopatie minori necessitano solo di un follow-up annuale e non influiscono sulla qualità della vita, raramente si deve intervenire chirurgicamente. Le cardiopatie maggiori, invece, hanno bisogno di cure regolari e interventi cardiochirurgici, uno o due nel corso della vita. Per fortuna la tecnica chirurgica è evoluta nel tempo e tante cardiopatie, che in passato avevano una prognosi infausta, oggi sono curabili e, anzi, permettono ai bambini di fare una vita quasi normale; per tale motivo il numero di cardiopatici congeniti che raggiungono l’età adulta è in aumento. Ciò comporterà la creazione in un prossimo futuro di percorsi ambulatoriali dedicati a questi pazienti complessi”.

















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