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Baggiovara, da Aseop un nuovo progetto per l’accoglienza dei malati

“È doppiamente motivo di orgoglio: un’ulteriore conferma di quanto Modena sappia essere accogliente, oltre che all’avanguardia anche nella cura dei pazienti oncologici e di quanto conservi nel cuore una concittadina straordinaria come Mirella Freni, soprano di fama internazionale che amava la sua città e ha contribuito a farla conoscere nel mondo con la sua arte”.

Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli in occasione della anteprima di Aseop della presentazione del progetto per la realizzazione di una nuova casa di accoglienza per pazienti oncologici e trapiantati: “una nuova avvincente sfida che l’associazione si è posta per continuare ad affiancare sempre meglio i malati e le loro famiglie agendo sul terreno della solidarietà e della socialità”, ha commentato il sindaco.

L’iniziativa si è svolta nella mattinata di giovedì 30 dicembre presso Villa Corletto di Baggiovara, dove l’associazione intende realizzare la struttura che verrà intitolata appunto a Mirella Freni. Il nuovo progetto di Aseop, Associazione sostegno ematologia oncologia pediatrica, arriva dopo La Casa di Fausta, costruita in via Campi per ospitare i bambini affetti da patologie oncoematologiche ricoverati presso il Reparto di Oncoematologia Pediatrica del vicino Policlinico e le loro famiglie. Il presidente Erio Bagni ha spiegato che questa ulteriore struttura di accoglienza intende rispondere alla sempre maggiore richiesta di ospitalità da parte di pazienti in cura anche presso altri reparti del Policlinico, che giungono da aree lontane e le cui famiglie sono spesso costrette a lunghi viaggi, anche giornalieri, e a spese altissime, talvolta insostenibili. L’associazione prevede di realizzare a Villa Mirella Freni unità abitative autonome per i periodi di dimissione tra un ricovero e l’altro oppure per dimissioni protette in attesa della risoluzione della patologia, destinate, a titolo gratuito, a pazienti, giovani e adulti, affetti da patologie tumorali. Nella struttura si vorrebbero anche ricavare spazi ad uso collettivo con lo scopo di creare momenti di aggregazione dalla valenza sociale rivolti ai pazienti e alle loro famiglie.

















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