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Covid: 93 ricoveri in AOU di Modena, 68% in meno rispetto a un anno fa

Consueto aggiornamento settimanale circa le principali attività organizzative e sanitarie dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, in riferimento alla gestione dell’emergenza COVID-19.

Nelle ultime settimane si è registrato un trend in aumento dei ricoveri Covid. Parzialmente differenti i dati relativi alle terapie intensive in cui i pazienti crescono a un ritmo inferiore.

Ad oggi, sono presenti in Azienda 93 pazienti con riscontro di tampone positivo, di cui: 76 ricoverati in degenza ordinaria, 7 in terapia semintensiva e 10 in terapia intensiva. Un anno fa, i ricoverati erano: 296 totali (+68,58%), 219 in ordinaria (+65.3%) e 77 intensiva e semi intensiva (+77,92%).

Nonostante il numero di ricoveri sia ancora inferiore ai dati dello scorso anno, per consentire l’espansione dei settori di degenza dedicati ai pazienti COVID, è stata attuata una rimodulazione delle attività chirurgiche procrastinabili sugli stabilimenti aziendali.

I pazienti Pediatrici e il vaccino: il commento del prof. Lorenzo Iughetti, Direttore del Dipartimento Materno Infantile

Noi vediamo i pazienti che necessitano il ricovero e che quindi hanno quadri clinici più gravi. In questo momento ne abbiamo ricoverati due, un lattante e un bambino, che stanno nel complesso abbastanza bene. Sappiamo che i bambini raramente sviluppano la forma più grave della malattia. Quando succede, purtroppo, abbiamo visto anche noi in questi mesi infezioni con interessamento multisistemico che hanno portato a ricoveri in Terapia Intensiva e a lunghi ricoveri ospedalieri. In questi casi, anche quando il bambino guarisce, spesso sviluppa importanti conseguenze a lungo termine. Per questo motivo la vaccinazione è un’importante forma di prevenzione della forma più grave della malattia anche per i bambini. Un’opportunità che i genitori possono valutare assieme al pediatra di Libera Scelta che conosce molto bene il proprio assistito. Credo che nella prima fase la vaccinazione sia fondamentale soprattutto per i soggetti a rischio, i bambini fragili che hanno malattie croniche o quadri immunologici deficitari. E’, però, a mio avviso un’opportunità per tutti, per evitare la forma più grave della patologia e dall’altro per salvaguardare la socialità dei bambini che è fondamentale per il loro benessere psico-fisico.

 

















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