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Al via a Modena il censimento informatizzato del verde pubblico

Prende il via a gennaio il censimento informatizzato del verde urbano pubblico di Modena che ha l’obiettivo di costruire una banca dati di conoscenze e informazioni sulle aree verdi e sul patrimonio di alberi cittadino.
L’operazione, per la quale si sta completando l’affidamento, ha un valore complessivo di 60 mila euro ed è prevista dal Piano del verde approvato dal Consiglio comunale nel 2020.

Il censimento, che riguarderà gli alberi ad alto fusto, permetterà all’Amministrazione comunale di disporre di uno strumento utile e dinamico per pianificare al meglio le nuove aree verdi, programmare il servizio di manutenzione, stimare gli investimenti economici necessari al mantenimento e al potenziamento della funzionalità del patrimonio di alberi e di verde, in linea con i nuovi orientamenti del Piano urbanistico generale.
L’intervento prevede il completamento del censimento degli alberi già in corso nell’ambito delle verifiche sulle alberature stradali (che ammontano a oltre 23 mila 500 unità) e di arredo urbano effettuate attraverso le campagne di monitoraggio dal servizio di Manutenzione urbana del Comune di Modena; l’armonizzazione e l’informatizzazione dei dati acquisiti, per esempio sulle specie botaniche presenti e sulle caratteristiche del patrimonio arboreo; la georeferenziazione puntuale degli alberi di Modena. Un lavoro analogo sarà svolto sulle aree verdi, con l’obiettivo di costruire un’anagrafica e di georeferenziarle in modo esteso.
La conclusione del censimento è prevista per la metà del 2022. Una volta completato, il sistema informativo del verde potrà essere messo su una piattaforma web a disposizione dei cittadini, con l’intento di diffonderne la conoscenza e di aumentare la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei cittadini sulle modalità di intervento dell’amministrazione riguardo al verde pubblico e sulle sue funzioni per il miglioramento della qualità della vita.

 

NEL COMPARTO EX AMCM 120 NUOVI ALBERI

Sono 120 i nuovi alberi, 60 a terra e 60 in vasca, che saranno piantumati nell’area dell’ex Amcm, nell’ambito del progetto di rigenerazione del comparto, anche a compensazione dei 15 bagolari rimossi in via Peretti per consentire lo spostamento del canale tombato.

Lo ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi rispondendo, nel corso del Consiglio comunale “question time” di lunedì 6 dicembre, all’interrogazione di Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) che chiedeva conto, appunto, dell’abbattimento degli alberi di via Peretti.

Come ha specificato l’assessore, nell’area, saranno messi a dimora anche diversi arbusti e realizzata una parete verde rampicante di quasi 300 metri quadrati. Inoltre, sarà più che raddoppiata l’area di superficie permeabile che passerà dagli attuali 514 a 1.330 metri quadrati, grazie alla posa di materiali drenanti in sostituzione dell’asfalto: “Una volta completato, il progetto di rigenerazione dell’ex Amcm porterà, quindi, a un bilancio positivo dal punto di vista ambientale rispetto alla situazione attuale”. L’assessore, in risposta alla domanda specifica posta nell’interrogazione, ha ricordato anche che i cittadini erano stati informati, “il progetto di riqualificazione del comparto ex Amcm, atteso da anni, è stato oggetto, infatti, di incontri e assemblee pubbliche con i residenti del Quartiere 3, oltre che di diverse comunicazioni da parte dell’Amministrazione”.

Nell’interrogazione si chiedeva conto anche delle motivazioni degli abbattimenti, della rimozione di una quercia in via Bellaria e di quanti alberi siano stati piantati dall’autunno 2020.

“A Modena – ha sottolineato l’assessore – non si abbattono mai alberi se c’è una sola alternativa possibile, e in via Peretti non c’era. Il servizio di manutenzione del verde, che ha sempre il quadro della situazione degli alberi in città, decide eventuali rimozioni e sostituzioni sulla base dei risultati dei programmi di monitoraggio che individuano le piante che, malate o arrivate alla fine del ciclo vitale, diventano pericolose per la sicurezza delle persone. E gli abbattimenti vengono sempre compensati da nuove piantumazioni, anche se può succedere che passi del tempo tra la rimozione e la nuova messa a dimora, che deve avvenire con una stagionalità ben precisa”.

Dall’autunno 2020 a oggi, ha proseguito Bosi, “sono stati messi a dimora 118 esemplari, in sostituzione di alberi rimossi, con una spesa media di circa 300 euro per ogni essenza e una complessiva di circa 35 mila euro, comprensiva anche di tutoraggio e irrigazioni per il primo anno di vita”.

Infine Bosi ha spiegato che la quercia abbattuta in via Bellaria si trovava su proprietà privata.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Antonio Carpentieri (Pd) ha ribadito che “ogni abbattimento di albero è motivato dalla necessità: nella quasi totalità dei casi, per garantire la sicurezza dei cittadini; eccezionalmente nell’ambito di progetti di riqualificazione importanti come all’ex Amcm. Bene, comunque, che il Consiglio vigili sul fatto che le rimozioni siano compensate”. Sulla stessa linea anche Mara Bergonzoni che ha ricordato che nelle assemblee del Quartiere 3 sul progetto dell’ex Amcm si era parlato anche degli alberi.

Andrea Giordani (M5s) ha riportato altre situazioni di alberi “piantati e già seccati”, come nella rotonda di via Finzi, e di abbattimenti “importanti come a Ponte Sant’Ambrogio”, chiedendo se si sia trattato di intervento pubblico o privato.

La compensazione “è relativa” per Giovanni Bertoldi (Lega Modena) che ha affermato che “sostituire un albero con una folta chioma con un alberello non è equivalente dal punto di vista della mitigazione ambientale”. Riferendosi ai privati, ha aggiunto che anche chi rimuove un albero su un’area privata “dovrebbe essere obbligato a compensare, in questo modo le richieste di autorizzazione all’abbattimento calerebbero in modo consistente”.

Anche Paola Aime (Europa Verde-Verdi) ha ribadito che il Comune “non taglia piante senza fare opere di compensazione, anche alla luce della sensibilità che si è fortunatamente sviluppata negli ultimi anni”. Sul fronte del verde privato, ha aggiunto, “finalmente il Comune si doterà di un regolamento che garantirà maggiori tutele di fronte alle azioni, talvolta spregiudicate, dei privati”.

Dichiarandosi “non soddisfatta”, la consigliera Manenti ha commentato che “le scelte politiche e urbanistiche che hanno portato alla rimozione dei bagolari di via Peretti avrebbero potuto essere differenti, con l’obiettivo, appunto, di evitare lo spostamento del canale tombato e gli abbattimenti. La riqualificazione dell’ex Am è positiva – ha aggiunto – ma il progetto sull’intera area si inserisce nel contesto delle scelte dell’amministrazione di riempire per forza gli spazi”.

 

ALL’EX MERCATO PULIZIA DA PARTE DEI PRIVATI

Nella zona dell’ex Mercato bestiame, dove stanno procedendo gli interventi di riqualificazione nell’ambito del progetto Periferie, i privati proprietari di alcune aree, come quella dove sorge il rotore, hanno effettuato in estate lavori di pulizia degli alberi e delle essenze spontanee che erano cresciute negli anni, rispondendo a un’esigenza di maggiore ordine, decoro e visibilità di ciò che avviene all’interno dell’area. Così l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi ha spiegato il motivo della rimozione di piante e arbusti nell’area compresa tra via del Mercato, via Finzi e stradello Soratore in risposta all’interrogazione presentata da Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) nel corso del Consiglio comunale “question time” di lunedì 6 dicembre.

Dopo aver ricostruito le vicende che hanno portato “all’abbandono dell’area per quasi vent’anni”, il consigliere aveva ricordato che nell’area più interna si erano formati un piccolo bosco urbano spontaneo e una barriera verde estesa per alcune centinaia di metri, “abbattuti nel mese di luglio, anche se non costituivamo pericolo per la sicurezza pubblica”. Giacobazzi ha chiesto, quindi, le ragioni dell’abbattimento, se gli alberi si trovassero in area pubblica o privata, se l’amministrazione sia a conoscenza dei cumuli di inerti non rimossi ai quali si sono aggiunte le cataste di tronchi e se sia intenzione Comune rendere pienamente accessibile l’area e con quali tempi e progetti.

Nella risposta l’assessore Bosi ha sottolineato che l’area privata che si inserisce nel quadrante tra via del Mercato e via Finzi dialoga con quella pubblica nella quale l’amministrazione sta realizzando gli interventi previsti dal Progetto Periferie, ricordando anche che, nella stessa zona, sono stati già costruiti oltre tre chilometri di piste ciclabili. “Di fronte al procedere dell’intervento pubblico – ha spiegato – i proprietari dell’area di mancato realizzo del rotore hanno deciso di eseguire una pulizia di tutta l’area, rimuovendo le piante cresciute dopo la sospensione dell’attività di cantiere. Gli interventi – ha concluso l’assessore – stanno garantendo più illuminazione, più sicurezza e più decoro e i cittadini che vivono nell’area ne sono soddisfatti”.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Barbara Moretti (Lega Modena) si è augurata che “quanto annunciato dall’assessore si realizzi, me per ora in quell’area ci sono ancora situazioni di degrado. Il Comune, qui come altrove, non è stato capace di avviare un dialogo costruttivo e di coinvolgere i privati nella riqualificazione”. Anche Giovanni Bertoldi ha affermato che il progetto del Comune “è connotato da un mancato confronto con i residenti della zona e con i consiglieri comunali”. Sul tema alberi ha aggiunto che “servirebbe un regolamento che prevede un passaggio in Consiglio comunale prima di abbatterli”.

In replica, il consigliere Giacobazzi ha osservato che sono diverse le situazioni “nelle quali è mancata una cura adeguata sia da parte dell’amministrazione sia da parte del privato, sul quale però il pubblico dovrebbe mantenere una certa attenzione. Anche l’abbattimento di alberi di un certo tipo – ha detto – richiede un’autorizzazione da parte del Comune che immagino sia stato informato”. E sulla sicurezza ha affermato che “nonostante le difficoltà a costruire recinzioni, ci sono punti su cui sarebbe necessario intervenire”.

















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