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Movember, il mese della prevenzione dei tumori maschili

Grazioli, Pellacani, Micali, Santangelo, Sabbatini e Dominici

L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena partecipa alle iniziative di Movember, il mese della prevenzione dei tumori maschili che ha l’obiettivo di sensibilizzare gli uomini sulla prevenzione, la diagnosi e la cura delle patologie oncologiche e che, quest’anno, ha il focus sul tumore della prostata e del testicolo. Sabato 27 novembre – presso la Sala Fondazione Collegio San Carlo – l’Associazione Angela Serra e la LILT di Modena organizzano, insieme all’Oncologia, diretta dal prof. Massimo Dominici e all’Urologia, diretta dal prof. Salvatore Micali, un incontro aperto alla cittadinanza dal titolo “Prevenzione e Salute nell’Uomo con tumori Urologici”.

Dopo il mese di ottobre dedicato al tumore della mammella, novembre è il momento per gli uomini e le loro problematiche oncologiche. “Anche in questa occasione – ha commentato la dottoressa Maddalena Santangelo della Direzione Sanitaria dell’AOU di Modena – si dimostra l’attenzione che caratterizza le Aziende Sanitarie, le Istituzioni quali l’Università e le Associazioni verso un ambito a volte più complicato da far percepire come utile alla popolazione, ovvero quello della prevenzione. L’intervento dei nostri professionisti diventa prezioso anche per continuare la strada di potenziamento di una comunicazione fra il mondo della sanità e le persone, che non può che essere enormemente arricchito dalla collaborazione stretta con il volontariato. Occasioni di incontro fra esperti, cittadini, pazienti e associazioni che si dedicano al miglioramento del prendersi cura di patologie impattanti come quelle tumorali, sono fondamentali per coltivare una cultura diffusa e partecipata, che è una delle pietre miliari per la crescita della salute nella nostra comunità”.

Al contrario di quanto avviene per le donne, ormai in gran parte attente alla prevenzione, solo il 10% – 20% degli uomini si sottopone ad una visita urologica di prevenzione. Ulteriori stime della Società Italiana di Urologia indicano come circa 9 maschi su 10 effettuano un controllo solo quando hanno già gravi e persistenti disturbi urologici. I principali fattori di rischio dei tumori urologici sono familiarità, alterazioni genetiche, dieta ricca di grassi animali e obesità, esposizione a fattori ambientali.

“Partendo dalla consapevolezza che ci viene da questi dati – spiega il prof. Massimo Dominici – Anche a Modena abbiamo voluto porre l’accento su questo tema nella prevenzione oncologica, gli uomini dovrebbero imparare dalle donne che sono molto più attente al loro corpo: per questo motivo è necessario informare e coinvolgere la popolazione maschile”.  È importante rivolgersi subito allo specialista appena appaiono i primi disturbi urinari: dalla impossibilità ad urinare all’incontinenza.

“La popolazione maschile – aggiunge il dottor Roberto Sabbatini, oncologo e specialista di tumori uro-genitali – purtroppo, ancor oggi, non ha preso piena coscienza della frequenza dei tumori urologici e della necessità di sottoporsi a visite specialistiche periodiche finalizzate sia alla prevenzione che alla diagnosi precoce di queste forme tumorali. Vi è quindi ancora molto lavoro da fare nell’ambito della sensibilizzazione dei maschi verso questo tipo di neoplasie”.

“L’imbarazzo – conferma il prof. Salvatore Micali, direttore pro tempore dell’Urologia – è uno dei principali motivi che frena gli uomini dal parlare con uno specialista di problematiche che interessano questo ambito anche perché queste possono, inevitabilmente, coinvolgere la sfera sessuale. Altro fattore di rilievo è la percezione errata – o una conoscenza personale insufficiente – dei tumori urologici ed in particolare del tumore della prostata. Infatti, da una indagine condotta da DOXA PHARMA, solo 1 maschio su 2, è al corrente della rilevanza in termini di incidenza e mortalità di questo tumore”.

In Italia attualmente sono state stimate circa 77.000 nuove diagnosi di tumori genitourinari di cui 36.000 per il tumore alla prostata. Nei maschi, con età superiore ai 50 anni, quest’ultimo risulta essere il tumore più frequente in assoluto. In Emilia-Romagna (dati 2018) sono stati diagnosticati 2.700 nuovi casi di tumore alla prostata con un tendenziale incremento dell’incidenza in parte dovuto alla diffusione di una diagnosi precoce grazie al dosaggio PSA.

“Il dosaggio del PSA si misura con un prelievo di sangue e viene prescritto dal medico di medicina generale. Le indicazioni lo consigliano dai 50 ai 70 anni, salvo famigliarità o fattori di rischio specifici. Livelli di PSA superiori alla norma, vista la specificità non elevata dell’esame, possono non essere direttamente correlati alla presenza di un tumore ma essere conseguenza di una infiammazione della prostata (prostatite) o di una ipertrofia prostatica benigna”. Conclude il prof. Micali.

“La mortalità per il tumore della prostata sia attorno ai 7000 decessi correlabili per lo più ad una età avanzata, dobbiamo sottolineare come a 5 anni dalla diagnosi il 91% dei pazienti sia ancora vivo – aggiunge il prof. Massimo Dominici – Questo indubbio successo è dovuto sia alla sempre maggiore diffusione delle indagini che portano ad una anticipazione della diagnosi (dosaggio del PSA, esame digito-rettale, ecografia prostatica ed eventuale biopsia sotto guida strumentale) che alla maggior efficacia dei trattamenti oggi disponibili”. Oggi sono oltre 564.000 gli uomini che convivono con questa malattia.

L’Associazione Angela Serra da sempre attiva – dottoressa Paola Pellacani dell’Associane angela Serra – sul fronte della ricerca in ambito oncologico, dal 2015 promuove e realizza progetti e servizi rivolti al miglioramento della qualità della vita e alla preservazione del benessere psicofisico dei pazienti con diagnosi di tumore. Gli effetti diretti e secondari dei tumori maschili e delle terapie oncologiche necessarie per combatterli possono generare sintomi dolorosi, invalidanti e socialmente condizionanti, compromettendo in alcuni casi il rapporto con il proprio corpo e la possibilità di mantenere delle relazioni stabili e funzionali. Per questo diventa fondamentale sensibilizzare gli uomini per renderli consapevoli della loro salute e della necessità di occuparsi attivamente del proprio benessere, anche durante la malattia oncologica”.

“La prevenzione e la diagnosi precoce oggi guariscono il 60% dei casi di cancro e siamo consapevoli che intensificando le campagne di sensibilizzazione potremmo arrivare ad una guaribilità, già oggi, superiore all’80% – ha commentato Gianluca Grazioli segretario LILT – Questa certezza fa si che Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori sia sempre più attivamente impegnata sul fronte della “prevenzione”, intesa sia come prevenzione primaria (adozione di stili e comportamenti  di vita salutari: niente fumo, corretta alimentazione, attività fisica e lotta alla carcinogenesi ambientale), sia come prevenzione secondaria (esami e controlli periodici per la diagnosi precoce). Prevenire significa vivere! Più a lungo e bene. L’informazione e l’educazione alla salute coinvolgendo medici, pazienti, famigliari e volontari sono elementi basilari per una efficace prevenzione.”

L’incontro del 27 novembre 2021

Sabato 27 novembre alle ore 16 presso la Sala Teatro Fondazione Collegio San Carlo (Via San Carlo n. 5, Modena) è stato organizzato un evento per sensibilizzare gli uomini sul tema. L’evento – che sarà moderato dalla giornalista Ivana d’Imporzano – si svolge sabato a partire dalle 16,00.

L’incontro è aperto alla Cittadinanza e, grazie alla partecipazione dei pazienti e delle loro associazioni (Angela Serra LILT, EUROPA UOMO) vuole alimentare la consapevolezza per poter vincere i timori nella comunicazione medico-paziente allo scopo di anticipare la diagnosi migliorando quindi la prognosi e l’aspettativa di vita.

















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