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Modena: “Senza chiedere permesso”, azioni per conciliare vita e lavoro. Aperto il bando

Incentivare misure di aiuto ad aziende, libere professioniste e associazioni che consentano una maggiore e migliore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, attraverso azioni innovative di sviluppo del welfare aziendale e di sostegno al lavoro professionale. Sono queste le principali finalità di “Senza chiedere permesso”, il progetto per migliorare la conciliazione tra vita privata e tempo dedicato al lavoro promosso dal Comune di Modena, e arrivato alla seconda edizione, che mette a disposizione contributi per 34 mila euro e per il quale è già possibile fare domanda.

Il nuovo bando è stato presentato questa mattina, giovedì 4 novembre, nel corso di un evento che si è svolto al Laboratorio aperto, al quale hanno partecipato l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Modena Grazia Baracchi, l’assessora regionale alle Pari opportunità Babara Lori, Francesca Panzarin, fondatrice di Womenomics.it, nel corso del quale sono state condivise anche le buone prassi attuate grazie ai contributi della prima edizione del progetto.

“La spinta ad avviare questo progetto – ha spiegato l’assessora Baracchi – mi è stata data dalla consapevolezza che, sebbene nell’ultimo ventennio sia fortemente aumentata la partecipazione delle donne al mondo del lavoro e l’attività professionale remunerata sia progressivamente divenuta parte integrante dell’esistenza femminile, il rapporto tra la distribuzione dei compiti e delle responsabilità tra i due generi continua a riproporsi sostanzialmente con le stesse caratteristiche del passato, pesando maggiormente sulle donne. L’amministrazione comunale – ha proseguito – ha realizzato nuovi servizi per favorire la conciliazione, come i prolungamenti orari di scuole e asili, le aperture straordinarie nei periodi di vacanza e di chiusura scuole, ma il circolo virtuoso deve includere le realtà lavorative e coinvolgere sui progetti le realtà produttive. Il difficile equilibrio tra vita e lavoro, infatti, non è slegato da considerazioni connesse alla produttività e alla competitività aziendale. Da qui, l’idea di sostenere azioni concrete a sostegno del lavoro femminile ma anche di lavorare su un cambio di paradigma culturale per passare dalla conciliazione alla condivisione”.

Introdurre nuove forme di flessibilità e innovazione organizzativa, coinvolgere le parti sociali ed economiche per promuovere il welfare aziendale presso i propri iscritti e aderenti, realizzare progetti formativi per le aziende che intendono applicare misure di welfare orientate a favorire il benessere dei dipendenti, promuovere il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori e la conciliazione vita-lavoro, favorire la nascita di nuovi servizi di aiuto alle persone e alle imprese che permettano di adottare soluzioni nuove e flessibili nella gestione della vita familiare sono alcune delle misure che potranno essere finanziate sulla base di progetti dettagliati.

Il bando prevede tre aree di finanziamento: per le imprese, anche di piccole dimensioni; per le libere professioniste e studi associati con prevalenza di lavoratrici donne; per associazioni. Le domande devono essere presentate entro il 17 gennaio 2022, attraverso i moduli disponibili sul sito del Comune di Modena (www.comune.modena.it/argomenti/pari-opportunita). Informazioni sul progetto e sul bando sono disponibili anche sul sito dedicato (www.senzachiederepermesso.it); per chiarimenti e ulteriori informazioni si può scrivere alla mail info@senzachiederepermesso.it

“Senza chiedere permesso”, elaborato dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Modena dopo una condivisione con le associazioni di categoria, la Cpo, i sindacati e Unimore, ha ottenuto un finanziamento complessivo per la gestione del progetto di 40 mila euro nell’ambito del bando regionale per sostenere la parità delle donne nella vita economica e coinvolge una rete di organismi rappresentativi delle realtà imprenditoriali e del lavoro locale per sviluppare azioni concrete che migliorino le condizioni di lavoro all’interno delle imprese e offrano opportunità di conciliazione anche alle libere professioniste e alle micro imprese.

















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