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Regione: da domani obbligo di green pass per dipendenti, assessori e consiglieri regionali, visitatori e lavoratori in appalto

Da domani, per accedere ai locali della Regione Emilia-Romagna ci sarà il controllo del green pass prima dell’ingresso. Inoltre, il 30% di chi si trova in presenza sul posto di lavoro, sarà sottoposto ad un ulteriore controllo a campione, superiore rispetto al 20% fissato a livello nazionale. Controllo a campione che diventerà totale per tutti non appena sarà disponibile la piattaforma nazionale dei green pass.

Oltre ai dipendenti, la certificazione sarà obbligatoria anche per assessori e consiglieri regionali, gli amministratori, i consulenti, i visitatori e per gli operatori di servizi in appalto, come gli addetti alle pulizie e manutentori.

Si andrà poi verso un graduale superamento del lavoro in smart working straordinario, in maniera graduale entro il 2 novembre. Fino a questa data, ogni dipendente sarà tenuto ad essere presente in ufficio per tre giorni alla settimana. Si è previsto, però, che da novembre possano essere attivati nuovi progetti di lavoro agile ordinario, nei limiti previsti dalle norme nazionali, e se funzionali all’attività dell’ente.

Saranno, infine ridefiniti le misure di sicurezza negli uffici e nei locali per ridurre i rischi di contagio da Covid-19.

Sono queste, in sintesi, le disposizioni che la Regione Emilia-Romagna applicherà, a partire da domani, quando entrerà in vigore, così come previsto dal Governo, l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato e la cessazione dello smart working straordinario per i lavoratori pubblici, avviato per ridurre i rischi di contagio sui posti di lavoro durante la fase più grave della pandemia.

Come si accederà ai locali della Regione, in dettaglio
Da domani quindi, chiunque acceda ai locali della Regione è tenuto a esibire il green pass (acquisito o per ciclo vaccinale anti-Covid completo, o perché si è risultati negativi al tampone o perché si è guariti dal Covid negli ultimi 6 mesi): fanno eccezione solo gli utenti che accedono ai servizi dell’Ente nonché i dipendenti e visitatori che non possono fare il vaccino. Questi però dovranno esibire la certificazione rilasciata dalle autorità sanitarie competenti.

Dal 15 ottobre i controlli saranno effettuati, all’ingresso, tramite App ‘VerificaC19’ direttamente davanti all’accesso ai locali, anche a campione, se la dimensione delle varie sedi regionali lo permettano.

I controlli dopo l’entrata saranno a campione con sorteggio quotidiano del 30% tra chi ha timbrato o non ha dichiarato l’assenza o lo smart working.

Appena sarà disponibile la piattaforma nazionale, il controllo a campione verrà sostituito con il controllo totale dei dipendenti che hanno timbrato l’entrata, con invio automatico dei codici fiscali dei presenti alla piattaforma nazione dei green pass.

Chi, ai controlli d’ingresso, non sarà in possesso del green pass valido (o altra certificazione) verrà invitato ad allontanarsi dalla sede: l’assenza verrà configurata come ingiustificata, non potrà lavorare da remoto e gli verrà sospesa la retribuzione. Le sanzioni amministrative (da 600 a 1.500 euro) e/o disciplinari scattano, invece, se il lavoratore non in regola è rilevato dopo l’accesso agli uffici.

Lavoro agile
Il 2 novembre si conclude lo smart working straordinario, ma da venerdì 15 ottobre i lavoratori in telelavoro e in smart working ordinario e straordinario dovranno garantire la presenza in ufficio, a rotazione ed a giorni alterni, in maniera “prevalente”.

Resta in vigore fino al 31 dicembre prossimo, lo smart working straordinario, senza obbligo di giorni in presenza, solo per i lavoratori con problemi di salute e quelli fragili, ma anche chi deve prendersi cura di un minore in quarantena e chi è in isolamento per contatto con un caso di positività al Covid-19. Questa scadenza vale anche per i lavoratori fragili con contratto di telelavoro attivo.

Dal 2 novembre prevista la possibilità di attivare nuovi accordi di smart working ordinario, adeguati alla nuova disciplina in materia di misurazione performance e prestazione individuale.

Telelavoratori e smart workers ordinari proseguono però garantendo almeno il 50% di giorni in presenza e adeguando gli accordi individuali entro il 31 gennaio 2022 alle disposizioni del Decreto ministeriale in materia.

















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