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Endocrinologia Ospedale Civile di Baggiovara, ecco come si integrano clinica e ricerca

Simoni, Rochira e Casarini

Alterazioni funzionali della tiroide e del metabolismo delle ossa, obesità grave, diabete e problemi di fertilità: le malattie endocrinologiche sono numerose e necessitano di un approccio che consenta di portare i risultati della più evoluta ricerca scientifica al letto del paziente per le applicazioni cliniche. Questa è la mission della Struttura Complessa di Endocrinologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara diretta dalla prof.ssa Manuela Simoni, professore Ordinario di UniMoRe che ha da poco ottenuto un finanziamento della prestigiosa Bill & Melinda Gates Foundation sulla contraccezione femminile non ormonale. Non a caso all’interno della struttura è attivo un laboratorio di ricerca dedicato, diretto dal dottor Livio Casarini.

In quanto hub provinciale, la struttura lavora in tutte le aree dell’endocrinologia, per cui nel gruppo sono presenti “superspecialisti” che consentono una presa in carico a 360 gradi del paziente con patologia endocrina. “Come endocrinologi – ha spiegato la prof.ssa Simoni – curiamo le alterazioni degli ormoni e le patologie delle ghiandole che producono gli ormoni. Il sistema endocrino è quello che coordina e connette tra di loro tutte le funzioni metaboliche dell’organismo fin dalla vita fetale: la gravidanza e la crescita del feto sono governati dagli ormoni, così come l’allattamento, la crescita, la pubertà, la riproduzione, il comportamento sessuale e la fertilità. Altre funzioni essenziali dell’organismo sotto controllo ormonale sono il metabolismo energetico, regolati dal senso di fame e sazietà, e il corretto utilizzo delle calorie introdotte, la regolazione degli zuccheri nel sangue e la risposta allo stress, del bilancio idrico-salino e della pressione arteriosa, del metabolismo del calcio e fosforo e della salute delle ossa. Per questo noi endocrinologi andiamo interpellati ogni volta che si presenta uno squilibrio di questi sistemi”.

A parte le alterazioni funzionali della tiroide, nel reparto di Endocrinologia vengono curate le malattie metaboliche delle ossa (osteoporosi), l’obesità grave e il diabete, l’ipertensione endocrina (derivante per lo più da patologie del surrene), i problemi della crescita dei bambini e degli adolescenti, le alterazioni del ciclo mestruale, della sessualità e della fertilità sia femminile che maschile. Queste patologie possono derivare da processi infiammatori o tumorali delle ghiandole endocrine.

“Nel contempo, nella nostra struttura lavoriamo su diverse linee di ricerca – continua la prof.ssa Simoni. “Anzitutto, l’endocrinologia della riproduzione, intesa sia come azione degli ormoni steroidei (testosterone, estrogeni), sia come quella degli ormoni ipofisari che controllano la produzione degli steroidi (gonadotropine). Su quest’ultima attività siamo key opinion leader globali per alcune case farmaceutiche. A tal proposito stiamo iniziando alcuni studi clinici sul trattamento dell’infertilità maschile con le gonadotropine, ormoni finora utilizzati principalmente nel sesso femminile”.

“Un’altra linea di ricerca riguarda l’azione degli estrogeni nel maschio – specifica il professor Vincenzo Rochira, endocrinologo, associato di Endocrinologia e direttore della Scuola di specializzazione in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di UniMoRe e presidente della Commissione “Linee Guida” della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità. “Proprio sull’osteoporosi maschile siamo opinion leader nonché firmatari delle linee guida per l’Accademia Europea di Andrologia insieme a colleghi del Belgio. Con gli infettivologi dell’AOU, in particolare con l’equipe del professor Giovanni Guaraldi abbiamo lavorato sulle patologie endocrine nei pazienti con Hiv, i quali sviluppano una serie di problematiche endocrine croniche in relazione sia ai farmaci retrovirali, sia alla persistenza dell’infezione”.

Altri filoni di ricerca riguardano poi le malattie del metabolismo calcio-fosforo e le malattie rare endocrino-metaboliche. Per queste ultime la struttura è centro di riferimento dell’Emilia Romagna. “Per le patologie ipofisarie abbiamo in cura una coorte di 170 pazienti tra le più ampie d’Italia”., specifica Simoni.

Per quanto riguarda l’andrologia, la prof. Simoni è editor in chief della rivista scientifica di riferimento del settore, Andrology: “Se parliamo di alta tecnologia, possiamo dire di essere stati tra i primi ad utilizzare negli studi clinici le metodiche di intelligenza artificiale e i big data”.

Da un anno e mezzo la struttura ha dedicato un ambulatorio ad hoc ai transgender. “Li seguiamo da anni, ma solo da poco abbiamo allestito un ambulatorio dedicato – specifica Simoni – Seguiamo tra i 50 e i 60 pazienti. In questo settore abbiamo una collaborazione clinica con l’Endocrinologia del Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, mentre con la Ginecologia della stessa azienda condividiamo anche diversi progetti di ricerca sia di base che clinici, questi ultimi relativi alle pratiche di fecondazione assistita per infertilità maschile”.

















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