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Modena, scuola: “Riapertura in presenza al cento per cento”

Copyright e autore foto: Brancolini Roberto

“La riapertura della scuola in presenza al cento per cento è una priorità assoluta. Andare oltre la didattica a distanza, infatti, è un elemento dirimente per tenere alta la qualità dell’apprendimento e permettere a ragazzi e ragazze di sviluppare relazioni e socialità”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 26 luglio, rispondendo all’interrogazione presentata da Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) sulle misure per garantire, appunto, la didattica in presenza.

Proseguendo nella risposta, il sindaco ha ricordato che l’anno scolastico 2021-2022 sarà il terzo consecutivo a essere impattato dalla pandemia, “ma è necessario che sia il primo pienamente inserito nella fase della ripartenza e non più nella gestione emergenziale. L’obiettivo chiaro dello svolgimento delle lezioni in presenza per tutti gli studenti di ogni ordine e grado è condiviso da noi come da tutte le istituzioni e dal Paese. Ora attendiamo le decisioni del Governo, che speriamo arrivino presto perché servirà tutto il mese di agosto per lavorare al meglio in vista della riapertura del 13 settembre”.
Muzzarelli, quindi, ha ribadito che il tema della vaccinazione del comparto scolastico “è il primo e indispensabile tassello per la riapertura al cento per cento in presenza, dall’infanzia alle superiori. Gli investimenti su infrastrutture scolastiche, trasporti e personale sono importantissimi e devono continuare, ma i vaccini sono la vera, grande, differenza tra il prossimo anno scolastico e quelli che abbiamo alle spalle e la condizione che consentirà di dare attuazione concreta all’indirizzo politico del Governo”.
Nell’interrogazione, la consigliera Rossini aveva chiesto conto anche degli interventi di manutenzione, già realizzati e in programma, sugli edifici delle scuole “per rendere possibile la presenza al cento per cento degli studenti in condizioni di sicurezza”, e degli investimenti sul traporto pubblico locale dall’inizio della pandemia: quanti mezzi sono stati acquistati, se si sono stipulate convenzioni con i privati, e quanti mezzi sarebbero necessari per garantire a tutti la presenza in sicurezza.
Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, ha risposto il sindaco, a partire dall’estate 2020 il Comune di Modena, unendo le risorse specifiche per gli adeguamenti Covid stanziate dal Governo con altri interventi di riqualificazione energetica, strutturale e di sicurezza, “ha messo in campo circa 3 milioni 600 mila euro che hanno consentito al sistema 0-6 e ad altri edifici scolastici di competenza di rispettare a pieno gli standard previsti per l’anno scolastico appena concluso. A questi investimenti – ha proseguito Muzzarelli – si aggiungono altri grandi interventi, per esempio alle scuole Carducci, De Amicis e San Carlo, che hanno naturalmente tenuto conto delle nuove esigenze dettate dal Covid”. Muzzarelli ha anche ricordato che alle scuole Ferraris è stata autorizzata la formazione della nona classe: “Una risposta importante dopo le istanze pervenute dalle famiglie, dal quartiere e anche dalla politica cittadina”. E ancora, il sindaco ha ricordato che anche la Provincia di Modena ha avviato, già dalla scorsa estate, cantieri per adeguamenti importanti e si sta muovendo per la ricerca di nuovi spazi come, per esempio, il Centro famiglie di Nazareth.
Sul trasporto, il sindaco Muzzarelli ha ricordato che in Prefettura è ancora attivo il Tavolo permanente con enti locali, Amo, Seta e mondo scolastico, “che è al lavoro per attuare le prossime indicazioni del Governo”. Nel bacino provinciale di Modena, grazie alle risorse stanziate dalla Regione, Seta ha potuto immettere in servizio 71 mezzi aggiuntivi, reperiti da operatori privati. I potenziamenti sono stati attivati su oltre la metà delle 80 linee (urbane ed extraurbane), realizzando oltre 200 corse supplementari rispetto al normale programma di esercizio invernale pre-Covid, per un totale di circa 2.300 corse effettuate ogni giorno. “Grazie al potenziamento, il sistema ha retto, ma è evidente che le percentuali di carico del Tpl e le percentuali di presenza a scuola devono essere trattate come parte dello stesso problema, e comunque, ricordo ancora che la vaccinazione cambia l’impianto concettuale a monte del ragionamento”.
In replica, la consigliera Rossini ha definito “inquietante” il fatto che il Governo “cominci solo ora, a luglio, a pensare alla scuola; è impossibile che da qui a settembre si possa avere un quadro chiaro, anche sulle vaccinazioni, per riaprire alla didattica totalmente in presenza”. La soluzione, ha aggiunto, “è avere risorse per ridurre il numero degli alunni, potenziare quello degli insegnanti, i trasporti e le aule. Non c’è una responsabilità diretta del Comune, ma siamo in ritardo. Per risolvere il problema, invece di contrapporci in fazioni, dovremmo agire uniti e aperti alle proposte di tutti”.

 

“ASSUMERE PIÙ INSEGNANTI PER RIDURRE LE CLASSI”

Un piano straordinario di assunzioni di personale docente e tecnico-amministrativo per rilanciare il ruolo strategico della scuola, superando il problema del sovraffollamento, riaprendo in sicurezza e salvaguardando un’istruzione di qualità, contro i fenomeni di dispersione, abbandono e marginalità.

Lo chiede al Governo il Consiglio comunale di Modena che, nella seduta di giovedì 22 luglio, ha approvato l’ordine del giorno proposto dai gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Europa verde-Verdi) che invita anche l’amministrazione comunale a farsi portavoce, tramite i propri rappresentanti nel Parlamento e nel Governo, per “accelerare radicalmente i percorsi di stabilizzazione del personale docente precario e rinforzare gli organici in dotazione”. L’ordine del giorno è stato approvato con il voto a favore anche di Movimento 5 stelle e Lega Modena; astenuto il gruppo Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia.

Il documento è stato presentato dalla prima firmataria Federica Venturelli (Pd) che ha ricordato come il sovraffollamento delle classi sia una delle grandi emergenze della scuola italiana: “Classi più piccole favoriscono, invece, una didattica più adeguata e una maggiore attenzione al percorso di crescita dei singoli alunni. È urgente, quindi, anche nel rispetto delle previsioni del Pnrr, operare per ridurre il numero di alunni per classe a partire dal prossimo anno scolastico, monitorando le condizioni di sicurezza e agibilità delle aule e degli istituti”.

Aprendo il dibattito per il Pd, Irene Guadagnini ha affermato che poter formare classi piccole, con 15 o 20 studenti, “è una delle riforme che servirebbero davvero alla scuola, anche senza la pandemia. Avere classi con meno alunni permetterebbe agli insegnanti di dedicarsi meglio a ogni ragazzo, con i programmi personalizzati previsti da quelle indicazioni nazionali che, in queste condizioni, sono fantasmagoriche. Ma consentirebbe anche di risolvere l’enorme e sottovalutato problema dei nuovi ingressi ad anno iniziato di quei ragazzi che si accorgono di aver sbagliato strada. Più spazi e più insegnanti: un paese civile dovrebbe investire in questo”.

Motivando il voto di astensione, Antonio Baldini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha detto che, “come ammesso anche da esponenti del governo, oggi non ci sono sufficienti risorse per finanziare una riforma della scuola, come si vede anche dal fatto che a Modena meno della metà dei docenti è di ruolo. Per porre fine alle classi ‘pollaio’ servirebbero investimenti a medio e lungo termine, a partire appunto dall’assunzione di personale, ma io non credo – ha concluso – che questo governo sia in grado di perseguire questo obiettivo e nemmeno che si prefiguri di raggiungerlo”.

Secondo Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) “l’emergenza sanitaria ha solo reso più evidente la condizione della scuola. Serve, quindi, un intervento immediato del governo e delle istituzioni per stabilizzare i docenti precari e rinforzare gli organici, in modo da salvaguardare la qualità dell’istruzione; per mettere in sicurezza e ampliare gli edifici scolastici, anche attraverso i fondi del Pnrr; per garantire servizi efficaci, a partire da trasporti accessibili e sicuri. Sulla scuola – ha aggiunto – serve dunque un deciso cambio di passo che la rimetta al centro delle priorità: se non saremo in grado di farlo in questa fase difficile, perderemo una straordinaria occasione”.

La scuola “è la prima infrastruttura strategica del Paese – ha detto per il M5s Giovanni Silingardi – sulla quale ci giochiamo il futuro delle prossime generazioni. È necessario modificare il modo di approcciarsi a servizi come la scuola e, se è necessario fare tagli, selezionare quelli utili, senza agire indiscriminatamente”.

Per Giovanni Bertoldi (Lega Modena) la maggior parte del lavoro di sostegno della scuola spetta al livello nazionale, “ma anche a livello locale si può intervenire, soprattutto in fase Covid, per avere classi meno numerose e maggiore distanziamento, favorendo quindi la possibilità di svolgere quanta più possibile attività didattica in presenza”.

Paola Aime (Europa verde-Verdi) ha affermato che “l’impressione è che, già da anni, l’educazione dei giovani interessi poco a questo paese. Si trovano i soldi per le infrastrutture ma non per la scuola e per formare classi con meno studenti, che è la condizione di base”. Per la consigliera, inoltre, “è fondamentale valorizzare il ruolo e il lavoro degli insegnanti, anche pagandoli di più”.
















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