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La nuova legge sull’arresto cardiaco: un importante traguardo nazionale raggiunto grazie all’impulso dato dal Sistema di Emergenza Regionale e dell’intera comunità bolognese

Oggi, 19 luglio, l’Azienda Usl di Bologna celebra insieme alla città un importante traguardo: la nuova legge nazionale sull’arresto cardiaco, frutto di un impulso proattivo di lunga data, mosso anche dal Sistema di Emergenza regionale e supportato nelle diverse fasi dall’intera comunità bolognese – istituzioni, associazioni e società civile.

Per l’occasione, i professionisti sanitari del Dipartimento di Emergenza, le istituzioni regionali e locali e la società civile hanno ripercorso insieme, in conferenza stampa, le tappe del lungo percorso che ha accompagnato l’approvazione della legge.

Sono intervenuti: Raffele Donini, Assessore regionale alle Politiche per la Salute dell’Emilia Romagna, Paolo Bordon, Direttore Generale Azienda Usl di Bologna, Giuliano Barigazzi, Presidente CTSSM e Assessore alla sanità e al welfare del Comune di Bologna, Giovanni Gordini, Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Azienda USL di Bologna, Chiara Gibertoni, Direttore dell’IRCCS Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna, Gaetano Gargiulo, Direttore della Cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Bologna, Paola Montanari, Presidente dell’Associazione Piccoli Grandi Cuori, Federico Semeraro, Anestesista Rianimatore dell’ Ospedale Maggiore e Presidente eletto European Resuscitation Council, Onorevole Luca Rizzo Nervo, Deputato Promotore DDL 1441.

Votata all’unanimità dal Parlamento Italiano, questa legge tradurrà i diversi interventi salvavita in un approccio di sistema con novità importanti nel panorama italiano ed europeo: la diffusione in tutti i luoghi pubblici e sui trasporti dei defibrillatori semi-automatici e il libero utilizzo, in caso di necessità, grazie allo “scudo giuridico” a protezione del personale laico non formato; l’utilizzo di tecnologie di geolocalizzazione attraverso app telefoniche per inviare soccorritori a iniziare la rianimazione cardiopolmonare e procedere alla defibrillazione precoce; l’insegnamento obbligatorio nelle scuole italiane dei principi di rianimazione cardiopolmonare.
Un territorio cardio-protetto è il risultato di una comunità responsabile in cui ciascuno si prende cura di sé stesso come dell’altro, e che pertanto presuppone un grande lavoro di squadra tra Aziende sanitarie e città di Bologna.

“Questa legge rappresenta per noi un importante traguardo – puntualizza Giovanni Gordini, Direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Azienda USL di Bologna. Il 118 di Bologna e il sistema di gestione delle emergenze sono nate qui. Bologna, infatti, in questi anni è diventata un laboratorio a cielo aperto in cui è costante e continua l’implementazione dei sistemi di emergenza territoriali integrati con la rete ospedaliera.
Per questa città, la sensibilizzazione e la formazione dei laici, la risposta di sistema territorio-ospedale sono oramai una realtà consolidata che ogni giorno accompagna i pazienti in arresto cardiaco dal territorio, in rianimazione, fino alla riabilitazione e al ritorno a casa”.

DAE RespondER è l’ultima delle innovazioni che contraddistingue la rete solidale tra la Centrale Operativa 118 alla città di Bologna. Dal 2001, infatti, il 118, attraverso il progetto Pronto Blu, è impegnato in prima linea nella promozione della diffusione sempre più capillare dei defibrillatori in luoghi molto frequentati e nella formazione diretta di soccorritori non sanitari. Oltre 1.600 i soccorritori non sanitari addestrati e costantemente aggiornati alle manovre di rianimazione con il defibrillatore attraverso una rete di 13 centri di formazione, tutti autorizzati dall’Azienda Usl di Bologna e coordinati nell’ambito dello stesso progetto Pronto Blu.
Nel 2019, inoltre, è stata ulteriormente rafforzata la collaborazione tra 118 e Ufficio Scolastico Provinciale con nuovi corsi di informazione e formazione rivolti ai docenti delle scuole primarie e secondarie di Bologna e provincia, per un totale di 300 insegnanti oggi formati e certificati BLSD, per l’utilizzo del defibrillatore semi-automatico.

“Il nuovo concetto di sistema – afferma Federico Semeraro, Anestesista Rianimatore dell’Ospedale Maggiore e Presidente eletto European Resuscitation Council –  è l’esito delle tappe degli interventi di sanità pubblica in Europa, in Italia e a Bologna. Dalla dichiarazione europea del 2012, che invita tutti gli stati membri a implementare i sistemi di gestione dell’arresto cardiaco, alla sensibilizzazione della popolazione, all’insegnamento nelle scuole fino al ruolo della Centrale operativa 118 nel supporto al paziente, alla creazione di aree intensive multidisciplinari esperte nei trattamenti degli arresti cardiaci nell’ospedale.  Un concetto tanto complesso quanto fluido e dinamico quello di “sistema salvavita” su cui il DDL 1441 porta a riflettere anche in virtù dei prossimi sviluppi che avranno un impatto sia sui clinici che sulla società civile”.

“L’arresto cardiaco ed il problema della morte cardiaca improvvisa è per le sue dimensioni un problema di salute pubblica in cui il fattore tempo è di vitale importanza – sottolinea Gaetano Gargiulo, Direttore della Cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna. Facilitare il soccorso tempestivo con norme che tutelano il soccorritore, con una maggiore diffusione dei defibrillatori esterni ed una campagna di educazione all’utilizzo di questi mezzi è fondamentale per salvare la vita a molte persone. Non da ultimo, la creazione di una città cardioprotetta rappresenta una sicurezza in più per tutti, in particolare per i pazienti adulti e pediatrici portatori di una cardiopatia congenita”.

Sensibilizzare, formare, agire. Sono le tre parole chiave, nonché il leitmotiv delle molteplici iniziative organizzate e promosse dall’associazione Piccoli Grandi Cuori affinché la cittadinanza sia informata e le istituzioni stimolate alla diffusione del tema della rianimazione cardiopolmonare e della defibrillazione precoce. “Non manca la volontà dell’Associazione – dichiara Paola Montanari, Presidente dell’Associazione – nel promuovere, ad ogni occasione utile sul territorio, il tema delle cardiopatie congenite e la prevenzione cardiovascolare. Conoscere le manovre salvavita è un atto importante di cui ogni cittadino deve essere consapevole. Ognuno di noi è in grado di fare la differenza, avendo la possibilità di salvare una vita, se opportunamente formato”.

L’associazione Piccoli Grandi Cuori, come stakeholder attivo del progetto “Bologna Città Cardioprotetta”, ha stipulato una Convenzione con il Comune di Bologna, l’Ausl di Bologna e la Pubblica Assistenza città di Bologna. L’Associazione ha finora donato 5 defibrillatori semi automatici arricchendo gli strumenti salvavita nelle diverse zone della città che ne conta complessivamente 911 di cui 22 in luoghi pubblici.

















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