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Stamane la cerimonia di conferimento del premio Tina Anselmi alle donne che hanno affrontato la pandemia

Chiara Gibertoni

Si è tenuta stamattina nel cortile dell’Archiginnasio la cerimonia di conferimento del premio Tina Anselmi, dedicato quest’anno alle donne che si sono distinte nel loro lavoro durante la fase pandemica, soprattutto in ambito sanitario, educativo e di contrasto alla violenza di genere. Il Premio organizzato da Udi e Cif Bologna e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio comunale di Bologna, è giunto alla quinta edizione.

In apertura la presidente del Consiglio comunale Luisa Guidone ha ricordato “l’importanza di riconoscere e promuovere i talenti delle donne”, mentre l’assessora alle Pari opportunità Susanna Zaccaria ha sottolineato “il ruolo delle donne nei luoghi di lavoro e sul territorio per combattere gli stereotipi e la violenza di genere”.

Le 15 premiate di quest’anno sfilano sul palco a ritirare il premio e raccontano tante storie di come le donne hanno affrontato l’emergenza pandemica: da chi si è trovata in prima linea, come Chiara Gibertoni, Direttrice Generale del Policlinico Sant’Orsola, e Patrizia Ferrari, coordinatrice infermieristica nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore, a chi come Bruna Tadolini, docente universitaria in pensione, si è da sempre battuta per promuovere la divulgazione scientifica. Da chi si è attivata per garantire la sicurezza sanitaria sul lavoro, come Roberta Zacchiroli, operaia metalmeccanica, a chi come Cristina Lolli, ha fatto della sua farmacia di Monghidoro un presidio contro la diffusione del virus.

Premio alla memoria ad Angela Romanin

Un premio alla memoria è stato assegnato ad Angela Romanin, storica formatrice per operatrici di Casa delle Donne per non subire violenza e di tanti centri antiviolenza, recentemente scomparsa. A ritirarlo, assieme al figlio di Angela, Elsa Antonioni di Casa Donne, che la ricorda come “una compagna e una sorella, una voce autorevole che si è sempre impegnata nella lotta alla violenza sulle donne, e a distanza di pochi mesi dalla sua morte improvvisa la sua assenza continua a sentirsi alla Casa, così come in tutti i luoghi che attraversava. Proprio in virtù del suo impegno pluridecennale nella formazione di volontarie e operatrici abbiamo deciso di candidarla a questo riconoscimento. Angela ha formato generazioni di operatrici e volontarie che operano e hanno operato alla Casa delle Donne e nei molti centri antiviolenza della regione, e siamo felici di vedere il riconoscimento del suo impegno in questo premio, così come nelle centinaia di persone che la ricordano con affetto”.

















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