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Patrick Zaki, “parla” in Consiglio comunale a Modena

“Tutti devono sapere che il motivo della mia detenzione è legato al fatto che sono un difensore dei diritti umani”. Lo ha affermato Patrick Zaki, “parlando” in Consiglio comunale a Modena: durante la seduta del 28 gennaio dell’Assemblea cittadina, infatti, il presidente Fabio Poggi ha letto alcuni brani del ricercatore dell’Università di Bologna imprigionato in Egitto, e sostenuto da una campagna internazionale che ne chiede la fine della carcerazione, con l’obiettivo di sensibilizzare sulla liberazione.

Anche il Comune sostiene la causa, assieme a Unimore, e nei giorni scorsi l’Amministrazione ha manifestato il patrocinio e l’adesione all’iniziativa “Free Patrik Zaki”, portata a Modena dall’associazione Amigdala, grazie alla quale sono state collocate in tre luoghi simbolici della città altrettante sagome del ricercatore, due in sedi comunali (Municipio e biblioteca Delfini) e una in Rettorato. Le opere sono state realizzate dall’artista Gianluca Costantini.

Proprio nel contesto del sostegno alla campagna, una delle sagome di Zaki è stata posizionata in Consiglio, permettendo al ricercatore di prendere simbolicamente posto al fianco di Poggi e del sindaco Gian Carlo Muzzarelli; durante la seduta il presidente dell’Assemblea, dando voce a Patrick, ha letto diversi passaggi delle lettere scritte alla fine dell’anno scorso e consegnate alla sua famiglia in occasione delle visite in carcere. “Ho passato qui troppo tempo – si legge nel testo del 22 novembre ricordato nella sala consiliare – e naturalmente ogni giorno diventa sempre più pesante, ma ci sto provando. Ho perso la speranza di sostenere gli esami per il secondo semestre di fila… e, sinceramente, questo è uno dei principali problemi dei quali sono costantemente preoccupato”.

Nella lettera del 12 dicembre, parlando della sua detenzione e delle pronunce negative dell’autorità giudiziaria locale sulla liberazione, Zaki sottolinea che “naturalmente le recenti decisioni sono deludenti e, come al solito, senza alcun motivo comprensibile”, aggiungendo che “ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di un forte antidolorifico. Speravo di trascorrere le vacanze con la mia famiglia, ma per la seconda volta non succederà a causa della mia detenzione”.

Il presidente del Consiglio ha concluso con un brano estratto dalla lettera del 28 dicembre: “Sono qui perché sono un difensore dei diritti umani e non per un qualsiasi altro motivo inventato”, scriveva il giovane ricercatore recluso nel carcere egiziano di Tora.
Il caso di Zaki era già stato affrontato alcune settimane fa dal Consiglio comunale. Il 18 dicembre, infatti, l’Assemblea aveva approvato una mozione con la quale si chiedeva all’Amministrazione di sostenere anche a Modena la causa della liberazione, richiamando al rispetto dei diritti umani, come già in passato per la vicenda di Giulio Regeni. “E ora l’Assemblea – ha aggiunto Poggi dopo la lettura dei brani – rinnova l’impegno espresso in quella occasione, nell’auspicio che Zaki venga liberato presto. Nel frattempo, esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vogliamo trasmettergli la forza di resistenza, libertà e giustizia ‘da’ e ‘di’ Modena, espressa e simboleggiata dalla Medaglia d’oro appuntata al nostro gonfalone alle sue spalle”.

















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