Sono stati denunciati per truffa ai danni dello Stato e false dichiarazioni sulla propria identità 14 tunisini che si erano falsamente dichiarati minorenni per ottenere lo status di minore straniero non accompagnato con tutto ciò che ne consegue.
A far emergere l’illegale condotta dei giovani è stata la Polizia locale di Modena nell’ambito di un’attività interforze con la Questura, inserita nel più ampio progetto “Minori stranieri non accompagnati e Legalità” in cui è direttamente coinvolto il Settore Politiche sociali.
Dopo l’attività d’indagine, svolta anche con la collaborazione delle comunità di accoglienza in cui i giovani erano inseriti, il 5 gennaio Polizia Locale e Questura, con un servizio congiunto, hanno identificato e deferito i 14 tunisini all’Autorità giudiziaria per truffa e false dichiarazioni sull’identità personale e in particolare per aver falsamente dichiarato la minore età al fine di ottenere lo status di Msna, minore straniero non accompagnato. La vera identità, tra loro c’era anche un 23enne, è stata appurata attraverso le ricerche effettuate dall’Ufficio Immigrazione della Questura ottenendo dal Consolato della Tunisia un riscontro sulle esatte generalità.
Quattro dei 14 ragazzi sono stati rintracciati all’interno delle comunità di accoglienza e accompagnati dalla Polizia Locale presso la Questura di Modena: dopo i controlli di legge sono stati denunciati e nella stessa giornata per tre di loro, con diversi precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti, il Prefetto ha disposto l’espulsione dal territorio nazionale, che per uno si è anche risolta nell’immediato accompagnamento alla frontiera.
Gli altri dieci giovani non sono stati trovati perché si erano già spontaneamente allontanati dalle strutture di accoglienza, ma una volta rintracciati anche per loro si procederà penalmente per gli stessi reati di truffa ai danni dello Stato e di dichiarazione di false generalità.
NEL 2020 SCOPERTE ALTRE 23 TRUFFE
Dopo un avvio sperimentale nel 2019, il progetto “Minori stranieri non accompagnati e legalità”, è stato formalmente approvato dalla Giunta comunale e attivato a luglio del 2020 da Polizia Locale e Servizi Sociali del Comune di Modena; è infatti sempre molto alto il livello di attenzione sul sistema dell’accoglienza per tutelare chi ne ha diritto e ripristinare la legalità. Il progetto si avvale anche del coinvolgimento della Procura dei minori di Bologna.
L’obiettivo principale è affrontare il fenomeno di minori stranieri qualificati come Msna, e quindi in carico dai Servizi sociali comunali come previsto dalla legge, per i quali sono invece presenti sul territorio nazionale parenti o figure di riferimento. In altri casi il minore è in realtà maggiorenne e ha simulato la minore età per evitare i provvedimenti di espulsione e usufruire dei servizi di accoglienza.
Lo status di minore accompagnato è in ogni caso assunto impropriamente, così come il trattamento erogato, dall’accoglienza a tutta l’assistenza di cui invece ha diritto, secondo il diritto nazionale e internazionale, il minore in stato di abbandono.
Il progetto ha pertanto una duplice finalità di promozione e garanzia del principio di legalità nel più ampio sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e di tutela dei rapporti affettivi del ragazzo nella misura in cui si riesce a garantire il ricongiungimento familiare quando si tratta di minorenni per i quali si riescono a rintracciare parenti presenti sul territorio nazionale.
Nel 2019 le 12 attività delegate di indagine condotte dall’Ufficio di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale, in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura, avevano fatto emergere che tutti i 12 minori coinvolti avevano simulato lo stato di abbandono, essendo presenti sul territorio familiari a cui in taluni casi hanno anche potuto essere riuniti.
Nel 2020 i risultati sono stati ancora più importanti: 26 sono state le attività d’indagine che hanno portato al deferimento all’Autorità giudiziaria di 23 minori per truffa ai danni dello Stato e per false dichiarazioni sull’identità personale.
In molti casi si è accertato che, in realtà, i minori erano stati accompagnati in Italia dai parenti, a volte dagli stessi genitori, per essere inseriti quali minori stranieri non accompagnati all’interno del sistema dell’accoglienza. In molti casi, parenti e figure di riferimento erano dunque residenti in Italia; gli accompagnatori sono stati a loro volta denunciati per concorso nella truffa ai danni dello Stato e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e si è riusciti, in vari casi, ad affidare il minore al parente presente sul suolo nazionale.