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E’ morto il giornalista Mario Paolo Guidetti

Un gravissimo lutto ha colpito la grande famiglia dei giornalisti reggiani: un’inesorabile malattia ha spento oggi la forte fibra di Mario Paolo Guidetti, ricoverato all’Arcispedale.

Classe 1946, era iscritto nell’elenco dei pubblicisti dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna dal 27 maggio 1991.

Al giornalismo e in particolare alla formazione dei colleghi e alla tutela dei giornalisti ha generosamente profuso il suo impegno, sia come consigliere dell’Associazione Provinciale Stampa Reggiana “G. Bedesdchi”, che come consigliere nazionale e regionale dell’Ordine; attualmente rivestiva anche il delicato incarico di tesoriere dell’Ordine emiliano-romagnolo.

Assertore convinto dei principi deontologici della professione e sempre coerente con essi, nell’Assostampa Reggiana si è sempre distinto per l’entusiasmo, l’apporto convinto ed efficace di idee e di proposte, per l’attenzione nei confronti di colleghi in situazione di difficoltà.

L’amicizia, il sorriso, la generosità, l’attenzione per i disabili sono certamente state tra le note distintive di Mario; famosa la sua raccomandazione “Aspettare gli ultimi per arrivare tutti assieme”!

Frequente il suo ricordo e l’attestazione di stima per quanti avevano avuto incarichi nell’Associazione Stampa.

Non ha mancato mai di testimoniare pubblicamente – anche senza giri di parole – e con coraggio la difesa della professione giornalistica e della libertà di stampa  contro le tante minacce che l’assediano.

Sempre propositivo, Mario Paolo Guidetti ha contribuito in prima persona alla realizzazione di tante iniziative della Associazione Provinciale Stampa Reggiana, come le decina di apprezzati corsi di formazione professionale realizzati nel reggiano – in città e in altre località – coinvolgendo associazioni ed enti.

Per lui l’annuale festa dell’Associazione Stampa  e in particolare la premiazione dei figli dei colleghi erano un appuntamento atteso e vissuto con grande gioia.

E poi i suoi reportage, firmati “Writer Marius fotocronista per caso” e indirizzati a tutti i colleghi: foto significative, osservazioni simpatiche, puntuali riflessioni, richiamo ai valori etici, momenti di poesia e di solidarietà li hanno sempre contraddistinti; inoltre costituiscono una brillante e piacevole testimonianza della vitalità del giornalismo reggiano.

Aveva introdotto una simpatica tradizione: l’annuale appuntamento natalizio degli auguri a cui erano invitati i giornalisti reggiani; un’iniziativa che aveva pensato e voluto con una nobile finalità benefica a favore della Mensa dei Cappuccini.

Non ha mai mancato di partecipare agli incontri di “Tutto Montagna” e della Cooperativa Novanta portando la sua testimonianza, il suo incoraggiamento, la sua simpatia.

Era un “garibaldino tutto d’un pezzo”: amico di Anita Garibaldi, pronipote dell’Eroe, nel 2011 aveva rappresentato, in virtù di una certa somiglianza, Giuseppe Garibaldi in una ricostruzione storica confluita in un lungometraggio per iniziativa dell’amico giornalista Gino Badini.

Grazie Mario per quanto ci hai donato in tutti questi anni di giornalismo e un abbraccio alla moglie Paola che di Mario ha condiviso tante attività, e ai figli Filippo e Alessia.


Personalmente lo apprezzavo per il suo rigoroso impegno nello svolgere i ruoli che assumeva. Da Tesoriere dell’Ordine regionale si era impegnato affinché il bilancio fosse trasparente ed in equilibrio, affinché l’Ordine fosse sì rigoroso nel fare rispettare le regole, ma anche “amico” dei giornalisti e sempre pronto a sostenerli, soprattutto nelle difficoltà, e difenderli dalle minacce e da chi vuole, in un modo o nell’altro, limitarne la libertà. Sognava che un giorno a Bologna potesse nascere una “Casa dei giornalisti” nella quale riunire tutti gli organismi di categoria e che questa fosse proprietà dei nostri enti. Anche per tale fine prestava un’attenzione al tempo stessa rigorosa e parsimoniosa ai nostri conti. Il suo contributo, tuttavia, non si limitava al compito specifico che svolgeva all’interno del Consiglio dell’Ordine. Su ogni punto che veniva affrontato durante le riunioni non faceva mancare la sua opinione e a volte, quando lo riteneva necessario, espressa anche con schiettezza e qualche battuta in dialetto reggiano. Non mancava mai di richiamare tutti al rispetto reciproco ed alla serenità nel confronto.

Lo avevo sentito telefonicamente pochi giorni prima di Natale, la voce affannata, ma mai avrei pensato di doverlo salutare definitivamente di lì a poco. Penso che al nostro Ordine sia venuto meno un contributo prezioso di esperienza e di valore umano. Perché non vada perso occorre che il suo ricordo si mantenga vivo ed è la promessa che mi sento di fare al nostro Mario Paolo.

Giovanni Rossi – Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna.

















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