“No alla Direttiva Ue e a qualsiasi intervento pubblico vincolante in materia di determinazione del salario, che è e deve restare di competenza esclusiva delle parti sociali”. E’ molto netta la posizione espressa da Gilberto Luppi, Presidente generale Lapam Confartigianato sulla proposta di direttiva europea relativa all’introduzione del salario minimo legale.
“La materia salariale – sottolinea e rincara il presidente Lapam – deve continuare ad essere affrontata nel rispetto delle tradizioni degli ordinamenti nazionali e dell’autonomia delle parti sociali, e ciò per non compromettere il delicato equilibrio fra retribuzione, tutele contrattuali e competitività delle imprese che in Italia è garantito da oltre 70 anni da una contrattazione collettiva nazionale estremamente diffusa. In particolare – ha ribadito Luppi – nell’artigianato e nella piccola impresa la contrattazione collettiva, oltre a determinare salari rispettosi dell’articolo 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità delle imprese, assicurando, nel contempo, importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità”.