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Modena: muratore “in nero”, reddito di cittadinanza revocato

Ha avviato i lavori necessari a sistemare casa, che richiedevano abbattimento di tramezze, murature e rifacimento di pavimenti, senza chiedere alcun titolo autorizzativo; per di più avvalendosi di maestranze “in nero”, che quindi praticavano l’attività senza un regolare rapporto di lavoro, anzi dei due muratori, uno, risultando disoccupato, percepiva anche il reddito di cittadinanza che quindi gli è stato revocato.

Ad accertare il concentrato di irregolarità è stata la Polizia locale di Modena che una domenica di fine giugno si era recata sul luogo dei lavori, un’abitazione in un’area residenziale a sud di Modena, in zona Fratelli Rosselli, dopo la segnalazione di un cittadino che lamentava lo svolgimento di opere edili rumorose durante il giorno festivo.
Al lavoro nell’abitazione c’erano padre e figlio 33enne, pur avendo il primo un diverso lavoro regolare ed essendo invece formalmente disoccupato il secondo; presente sul posto anche il titolare dell’immobile.

Nei giorni successivi il Nucleo di Polizia Edilizia del Comando di via Galilei ha formalmente comunicato al settore Edilizia Privata le irregolarità di carattere edilizio riscontrate durante il sopralluogo, mentre gli operatori del Nucleo Anti Evasione e Tributi Locali hanno avviato gli accertamenti sul 33enne. Dalle verifiche effettuate è arrivata la conferma che da dicembre dello scorso anno l’uomo percepiva dall’Inps il reddito di cittadinanza per un importo di 950 euro al mese, beneficio che gli è stato quindi revocato e che dovrà anche restituire. L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica in violazione alle norme sul diritto di riscossione del reddito di cittadinanza.
E dal Comando di via Galilei è anche partita una segnalazione qualificata all’Agenzia delle Entrate per l’attività svolta in assenza di contratto di lavoro dai due congiunti e il proprietario dell’unità abitativa.

Grazie all’attività svolta dal Nucleo antievasione tributi della Polizia locale, in meno di un anno, l’Inps ha revocato la corresponsione del reddito di cittadinanza a tre persone che non ne avevano titolo e gli stessi sono stati denunciati alla Procura della Repubblica per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

















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