Si apre una nuova stagione per i beni culturali in Emilia-Romagna, patrimonio sempre più da valorizzare. Dal prossimo 1^ gennaio, infatti, le funzioni regionali passeranno dall’Istituto beni artistici, culturali e naturali direttamente alla Regione, con l’obiettivo di rafforzare il lavoro avviato e consolidato in tutti questi anni dall’Ibacn.
E’ quanto prevede la legge regionale, presentata dalla Giunta, approvata oggi all’unanimità dall’Assemblea legislativa.
Sempre dal 1^ gennaio, la Regione acquisirà anche le proprietà e le risorse strumentali, e il personale dipendente in forza all’istituto verrà riassegnato alla Regione stessa. E’ previsto che gli organi dell’Istituto decadano dai loro incarichi, a eccezione del Revisore unico.
“Era indispensabile un assetto più funzionale dal punto di vista istituzionale e organizzativo, basato sull’esercizio diretto delle funzioni da parte della Regione- ha spiegato l’assessore alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori nel suo intervento in Aula-. L’Ente ha visto nel tempo accrescere le proprie funzioni, che hanno giustificato originariamente l’autonomia non solo culturale ma anche statutaria dell’Istituto, ma negli anni esse hanno inevitabilmente modificato il loro peso e rilievo. Inoltre, le funzioni provinciali in materia di beni e attività culturali sono state riportate in capo alla Regione”.
“Da qui la necessità di ricondurre le attività dell’Ente in seno all’amministrazione regionale- chiude Felicori- utilizzando il personale e l’importante esperienza maturata dall’Istituto, che hanno assicurato negli anni supporto e servizi al governo regionale, al territorio e agli enti locali. Dunque, un cambiamento innovativo che parte dal grande lavoro svolto in questi anni dall’Istituto beni artistici, culturali e naturali. Ringrazio il presidente dell’Ibacn, Roberto Balzani, che ha accompagnato questo percorso con anche tanti buoni consigli, il Comitato di indirizzo e tutti i dipendenti, la cui professionalità continuerà a essere preziosa”.
La storia dell’Ibacn
L’Ibacn, allora Ibc, fu costituito dalla Regione nel 1974 quale ente pubblico regionale dotato di autonomia, di una propria personalità giuridica, diretto da un Presidente e un Consiglio di Indirizzo, col principale obiettivo di provvedere al censimento dei beni artistici culturali e naturali, costituendo un inventario regionale in collaborazione con Province e Comuni. Nel 1983 fu istituita, in seno all’Ente, la Soprintendenza per i beni librari e documentari. Nel 1995, all’Ibacn furono attribuite le funzioni amministrative di competenza regionale relative alla materia “musei e biblioteche di Enti locali”. In seguito, sono stati affidati all’Istituto nuovi importanti compiti amministrativi, mantenendo in capo alla Regione solamente l’approvazione della programmazione pluriennale in materia di musei, archivi e biblioteche, dei relativi piani annuali di intervento, nonché degli standard di qualità per i servizi culturali, sulla base delle proposte dell’Istituto.
I contenuti della riforma
Con la legge, di 19 articoli, la Regione riprende la Convenzione di Faro, recentemente ratificata dal Parlamento italiano, per promuovere una comprensione più ampia del patrimonio culturale e del suo rapporto con le comunità.
La Regione assume le funzioni già assegnate all’Ibacn nel settore del patrimonio culturale materiale e immateriale del territorio regionale, ossia dell’insieme dei beni artistici, culturali, architettonici, naturali e paesaggistici e, più in generale, delle risorse ereditate dal passato che le comunità regionali identificano come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni.
In particolare, realizzerà attività conoscitiva e di ricerca, per la valorizzazione e la conservazione e la promozione del patrimonio culturale, gestendo inoltre l’inventario regionale. Promuoverà interventi di conservazione, restauro, manutenzione e valorizzazione; metterà a disposizione del pubblico, anche attraverso una biblioteca specializzata e una fototeca, la documentazione scritta, iconografica, cartografica, audiovisiva e multimediale, consentendo la consultazione delle banche dati relative al patrimonio culturale; realizzerà iniziative espositive e progetti con particolare riguardo all’educazione e alla sensibilizzazione della cittadinanza e delle giovani generazioni.
In materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali la Regione potrà attuare interventi diretti, stipulare accordi o convenzioni con soggetti pubblici e privati, acquistare e concorrere all’acquisto di beni, fondi, raccolte e collezioni di valore artistico. La Regione potrà tra l’altro definire la costruzione, ristrutturazione e restauro di edifici adibiti (o da adibire) a sedi di istituti culturali; la costituzione e lo scambio di banche dati e sistemi informativi per biblioteche, archivi e biblioteche; interventi per l’incremento, catalogazione, digitalizzazione e restauro del patrimonio culturale; la promozione del libro e della lettura; il restauro di sedi bibliotecarie, museali o archivistiche.
Un Comitato scientifico per il patrimonio culturale, istituito dalla Giunta e composto dalle migliori competenze del territorio, avrà il compito di qualificare le politiche regionali sulla relativa materia.
Anche l’attuazione della legge regionale per la salvaguardia e valorizzazione dei dialetti dell’Emilia-Romagna torna in capo alla Giunta regionale, che potrà quindi assegnare incarichi per studi e ricerche, stipulare accordi o convenzioni con università, centri di documentazione e ricerca pubblici o privati, concedere contributi per progetti in relazione al tema, istituire e assegnare premi per le tesi di laurea e di dottorato, in continuità con quanto già realizzato dall’Ibacn.