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Bologna, le Scuole di Quartiere a un anno dall’avvio: 5 mila giovani coinvolti nelle attività

foto di Gabriele Tabanelli

A poco più di un anno dal loro avvio, le Scuole di Quartiere promosse dal Comune di Bologna e finanziate attraverso fondi europei del Programma Pon Metro 14-20, possono fare un primo positivo bilancio dei risultati raggiunti finora guardando al futuro grazie a nuove azioni messe in campo, in un contesto in continuo mutamento a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Con diciannove progetti in tutta la città di Bologna, in questi mesi le Scuole di Quartiere hanno intercettato e coinvolto circa 5000 giovani in laboratori d’arte, moda, musica, teatro, danza, artigianato, fino alle nuove tecnologie e all’arredo urbano. Scuole di Quartiere è un’alleanza tra imprese sociali, associazioni e istituzioni culturali, coordinate dal Comune di Bologna in collaborazione con Fondazione Innovazione Urbana, che promuove inclusione e coesione sociale in aree connotate da fragilità e povertà educativa attraverso la cultura e la creatività, sperimentando nuovi approcci educativi, avvicinando generazioni e culture diverse. Al centro ci sono i più giovani che partecipano ad attività formative fuori dai tradizionali contesti educativi, scoprendo saperi e talenti per nuove opportunità professionali. Sul nuovo sito www.scuolediquartiere.bo.it sono raccontate e pubblicate tutte le informazioni sui progetti e le modalità per partecipare alle iniziative in corso e appena avviate.

Il progetto Rileghiamoci, coordinato dal Dipartimento Cultura e dal Patto per la Lettura insieme a Hamelin associazione culturale, che ha vinto l’avviso pubblicato lo scorso 23 luglio, è nato per formare un nuovo profilo professionale, l’educatore alla lettura, e per creare opportunità di lavoro, formare e impiegare 12 ragazze e ragazzi nella progettazione di percorsi educativi innovativi incentrati sui linguaggi e le pratiche narrative, ideati per coinvolgere le fasce fragili della popolazione: comunità multietniche, bambini e ragazzi con Bisogni Educativi Speciali, anziani isolati, pazienti dei reparti ospedalieri, adolescenti e le loro famiglie, contribuendo così al processo di rigenerazione di aree e comunità connotate da fragilità demografica e socio-economica. In particolare, il percorso formativo conferirà ai giovani individuati le competenze necessarie ad operare in qualità di mediatori in ambito culturale, in grado di utilizzare linguaggi narrativi differenti – storie, immagini, fumetti, musica, serie tv, film, videogiochi, pubblicità – come strumenti per favorire il dialogo, la riflessione, l’approfondimento e la sensibilizzazione alle tematiche d’interesse. La seconda fase del progetto prevede la realizzazione di percorsi educativi e di promozione della lettura innovativi, accessibili ed inclusivi incentrati sulle seguenti tematiche: educazione alle differenze; corpi, abilità, malattie; passati/presenti/futuri; storytelling e tecnologie.

Durante il lockdown della scorsa primavera i progetti non si sono mai fermati, hanno sperimentato e messo in campo nuove modalità operative e anche nel momento attuale, ancora caratterizzato dall’emergenza sanitaria, Scuole di Quartiere ha avviato nuovi progetti e azioni, a supporto dei ragazzi e delle ragazze, delle famiglie e dei cittadini migrando anche in modalità online.
Alla luce del forte attivismo che si è mobilitato in questi mesi nasce il nuovo progetto Scuola di azioni Collettive promosso dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana, in collaborazione con il Comune di Bologna. Si tratta di un percorso di formazione e sviluppo di progetti ad impatto sociale, economico, ambientale e culturale dedicato al Terzo Settore, alle comunità, alle reti e ai cittadini attivi del territorio, volto a confermare il tratto distintivo del modello di sviluppo urbano bolognese come leva su cui fondare processi di transizione giusta in città e azioni di risposta ai bisogni socio-economici e alle disuguaglianze inasprite dalla crisi. La prima fase della scuola prevede di selezionare massimo 30 progetti innovativi legati a cinque aree tematiche considerate centrali per il futuro della città: sostenibilità ambientale, competenze digitali, servizi collaborativi, creatività urbana e benessere di comunità. Scuola di azioni Collettive affiancherà i progetti selezionati con moduli di formazione e successivamente potrà sostenerli con finanziamenti fino a 30 mila euro per progetti strategici e fino a 5 mila euro per progetti sperimentali. Qui le informazioni e le modalità per partecipare alla call di idee.

Non solo ai giovani, ma anche agli anziani, fascia della popolazione duramente colpita dall’emergenza Covid, si rivolgono le Scuole di Quartiere con il progetto condotto da Auser Dalle parole agli atti, idee per la longevità: un percorso formativo che offre ai partecipanti che hanno meno familiarità con gli strumenti digitali, l’opportunità di conoscere e approfondire l’utilizzo di piattaforme di videoconferenze online e dei social network e sei laboratori teatrali online, uno in ogni quartiere, con sei diverse compagnie teatrali, per mettere in scena idee e buone pratiche per la longevità. I laboratori sono affidati a sei registi: Angela Malfitano, Cantieri Meticci, Compagnia DNA, Compagnia Kepler 452, Gruppo Elettrogeno, Teatro dell’Oppresso. Ognuno di loro, nel
percorso laboratoriale, previsto da ottobre 2020 a maggio 2021, approfondirà uno dei seguenti aspetti: le donne, l’essere straniero, il corpo e il movimento, la memoria, la disabilità, l’affettività e le relazioni. Il progetto ha un sito internet dedicato e una pagina Facebook

Le storie dei protagonisti di Scuole di Quartiere sono narrate sul sito www.scuolediquartiere.bo.it. Tra queste riportiamo quella di Muheddine Bejaoui, adolescente, nato in Italia da genitori tunisini, residente in Bolognina che racconta: “All’inizio ero un po’ scettico, perché sono tendenzialmente solitario e preferisco lavorare da solo. Poi ho fatto amicizia con gli altri e ho capito che mettere le menti insieme poteva essere bello”. Muheddine fa parte del gruppo di Freewear Academy, un percorso formativo altamente innovativo, in fashion design, che parte dall’identità della Bolognina e ha portato alla creazione di una linea di moda, B-Switch è il nome, che grazie a una campagna di crowdfunding realizzata dagli stessi ragazzi del progetto, sarà presto prodotta e distribuita. Qui il video della campagna.

Nuove competenze e opportunità professionali anche nei Musei, grazie al progetto MIA-Musei Inclusivi e Aperti di Istituzione Bologna Musei che ha formato 18 giovani inoccupati, ora assunti per due anni come mediatori museali dedicati ad attivare e realizzare attività rivolte agli adolescenti e alle fasce più fragili della popolazione. Qui la pagina Facebook del progetto.
Sempre grazie al Programma Pon Metro, i Servizi educativi dell’Istituzione hanno potenziato l’offerta gratuita per le Scuole di ogni ordine e grado, con laboratori e percorsi educativi non solo al museo, ma anche presso le scuole con educatori museali e in modalità da remoto, con aule virtuali online.

















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