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Coronavirus, dall’Emilia-Romagna nessun passo indietro sull’azione di tracciamento dei contatti, fondamentale per la lotta al virus

Nessun passo indietro della Regione Emilia-Romagna nell’azione di contact tracing, condotta fino ad ora con buoni risultati e che continuerà su tutto il territorio grazie all’impegno, poderoso, del Servizio sanitario regionale. Lo ribadisce l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, in risposta alla consigliera Silvia Piccinini che ha sollevato dubbi sulla proposta inviata dalle Regioni al Governo e chiesto l’intervento della Giunta di viale Aldo Moro.

“Non arretriamo di un millimetro, né alziamo bandiera bianca, tutt’altro. L’Emilia-Romagna è tra le Regioni che ancora, pur tra le tante difficoltà dovute al picco epidemico e grazie al prezioso e gravoso lavoro dei nostri Dipartimenti di Sanità pubblica, riesce a svolgere le indagini epidemiologiche, e continueremo a farlo”.

Non ci sarà alcuno stop ai tamponi, quindi, a cui saranno sottoposti – come è avvenuto finora – tutti i contatti stretti dei nuovi positivi, anche gli asintomatici. Perché l’obiettivo della sanità regionale, e le azioni messe in campo per raggiungerlo, è il medesimo, dall’inizio dell’epidemia: individuare in maniera sempre più efficace i positivi che non presentano sintomi e spegnere ogni nuovo potenziale focolaio.

“Come ho avuto modo di chiarire anche ieri- ribadisce Donini- una volta identificati e isolati i contatti stretti asintomatici, il tampone molecolare sarà eseguito di norma entro il decimo giorno, affinchè le persone possano terminare, se il risultato sarà negativo, il proprio isolamento. Ma è del tutto ovvio che, in caso di comparsa dei sintomi, il tampone sarà svolto tempestivamente”.

“Oggi- spiega l’assessore- abbiamo la capacità di effettuare una media di 15mila tamponi al giorno e circa 3mila test sierologici, e continueremo a farli, puntando ad incrementarli giornalmente sempre di più.  Non solo, nel mese di novembre metteremo in campo anche più di 2 milioni di tamponi rapidi destinati al mondo della scuola, alle strutture residenziali per anziani e disabili, ai comparti produttivi e agli ospedali. Inoltre, continuano gli screening mediante esami sierologici, quelli mirati a precise categorie lavorative, le attività delle Usca sul territorio e i test sierologici presso le farmacie, che abbiamo voluto introdurre, primi in Italia, proprio per rafforzare l’azione di prevenzione”.

E proprio su questo fronte l’assessore Donini evidenzia il fatto che, nella proposta inviata al Governo, è stato chiesto di allargare la platea dei contesti in cui poter effettuare il test, ad esempio – oltre alle farmacie – anche ai centri di raccolta sangue e, nel caso di tamponi rapidi, alle strutture ospedaliere e ambulatoriali private accreditate.

“La volontà della nostra Regione e di tutte le Regioni- conclude Donini- è certamente una sola: contrastare la diffusione del virus con tutti i mezzi disponibili, senza nessuna marcia indietro. Su questo è assurdo anche solo pensare che possano esserci inversioni di rotta”.

















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