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“Bologna riparte. Oltre l’emergenza Coronavirus”, il lavoro del gruppo di esperti da oggi è a disposizione della città

Nel momento più acuto della pandemia, quando ancora era difficile immaginare il percorso che la nuova emergenza avrebbe preso in Italia e nel mondo, almeno un elemento era già apparso evidente, proprio a partire dall’evoluzione della vita sociale ed economica di una grande città come Bologna: il cambiamento e la necessità di interpretare gli inediti cambiamenti che il Covid 19 stava portando nelle nostre vite e immaginare, al contempo, gli strumenti o le soluzioni più utili per affrontare la nuova situazione.

Con questo spirito il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, nello scorso aprile, ha affidato a un gruppo di lavoro, il compito di redigere un Rapporto che, una volta messi a fuoco i rischi e l’impatto immediato della pandemia sul tessuto economico e sociale, oltre che sanitario, potesse già individuare i percorsi di uscita: le opportunità che questa – come ogni crisi – avrebbe aperto.
L’incarico è stato affidato a Gianluigi Bovini, Daniele Donati, Irene Enriques, Silvia Giannini, Raffaele Laudani, Maurizia Migliori, Danila Valenti, Giovanni Xilo, ai quali si è aggiunto nel corso del lavoro redazionale Giovanni Ginocchini.
Tutte e tutti hanno accolto l’invito prestando la loro opera a titolo gratuito. Il compito di facilitare i rapporti con gli organi politici e amministrativi del Comune di Bologna e della Città metropolitana con il pool è stato assunto dall’assessore Matteo Lepore e dal Vicesindaco metropolitano Fausto Tinti.
Il gruppo di lavoro, coordinato da  Raffaele Laudani, è stato supportato inoltre da Stefania Paolazzi, Luca Tarantini e tutto lo staff della Fondazione per l’Innovazione Urbana.

Il Rapporto, i cui risultati vengono presentati oggi alla presenza del sindaco Virginio Merola e le cui proposte potranno indirizzare alcune scelte dell’Amministrazione, è stato realizzato nei tempi previsti con l’obiettivo di potere esaminare e valutare gli indirizzi proposti proprio all’interno di questa seconda – e altrettanto complessa – fase della pandemia. Ovvero il momento in cui le indispensabili prospettive di ripartenza e di rilancio devono ancora continuare a confrontarsi con le incognite dovute al persistere del virus e della sua circolazione. Un contesto di cui è ancora difficile immaginare la fine, in attesa che la disponibilità di un vaccino su larga scala, e pienamente disponibile per tutti, possa modificare radicalmente la situazione in cui ci troviamo a vivere.

Il lavoro non è partito da zero, piuttosto ha trovato i suoi presupposti di pragmaticità e di concretezza negli strumenti che già si erano posti l’obiettivo strategico di affrontare le sfide che – già prima della comparsa del Covid 19 – il sistema socio-economico globale aveva di fronte per invertire la rotta delle emergenze legate alle disuguaglianze o al cambiamento climatico e procedere invece verso i traguardi di un’economia sostenibile e orientata alla salvaguardia del pianeta e verso prospettive di crescita economica inclusiva, sostenibile e duratura.
Bologna Riparte. Oltre l’emergenza Coronavirus è il titolo di questo rapporto che intende rappresentare un contributo e uno strumento non solo a disposizione delle Amministrazioni, ma della comunità tutta: associazioni economiche, imprese, organizzazioni sindacali o sociali. L’obiettivo finale del Rapporto è infatti il coinvolgimento più ampio possibile di esperti, centri di ricerca, associazioni fino ad arrivare a cittadini e singole imprese.

Il quadro di riferimento del lavoro è dettato dall’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile. Una scelta che ha posto l’obiettivo di evitare soluzioni emergenziali per individuare, già dai prossimi mesi, innovazioni coerenti con l’Agenda. In questo contesto, rischi e opportunità vengono definiti e classificati secondo lo schema concettuale delle quattro forme di capitale dell’Agenda 2030: capitale umano, sociale, economico, ambientale.
Il capitale umano comprende i temi della salute, delle disuguaglianze, delle povertà, dell’istruzione.
Il capitale sociale si riferisce all’ambito delle città e comunità sostenibili, delle cooperazione e parteneriato a livello europeo e globale.
Il capitale economico comprende la crescita economica duratura, economica e sostenibile, la realizzazione di infrastrutture resilienti, la ricerca e l’innovazione.
Il capitale ambientale si riferisce al tema strategico della lotta al cambiamento climatico con tutti i suoi corollari.

Un preciso quadro di riferimento è stato lo schema di resilienza trasformativa individuato da Enrico Giovannini e altri in “Time for transformative resilience: the Covid19 emergency”. Il presupposto è che, in un’ottica di medio-lungo periodo, le azioni di mitigazione e di compensazione degli effetti negativi legati alla pandemia non sarebbero sufficienti.
Emerge dunque con chiarezza che l’obiettivo non può essere un ritorno al passato, piuttosto la capacità di interpretare il cambiamento andando a ricercare le nuove opportunità secondo le cinque categorie che definiscono la “resilienza trasformativa”: prevenzione, preparazione, protezione, promozione e trasformazione.

Il Rapporto pone l’accento – partendo proprio dalla città come contesto articolato e complesso nel quale la pandemia ha prodotto il suo impatto – anche sulle opportunità e le trasformazioni urbanistiche che potranno accompagnare il nuovo percorso di sviluppo.
Alcune delle azioni indicate nel Rapporto sono già state intraprese a livello locale, nazionale o globale in questi mesi di convivenza con l’emergenza sanitaria. Il focus si concentra quindi sulle azioni di promozione e trasformazione più profonde e persistenti attraverso le quali raggiungere il cambiamento che, solo, potrà garantire il riparo da nuovi rischi.

















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