MUT è l’acronimo di Modena Ultrasound Thyroid, la classificazione ecografica dei noduli della tiroide ideata dalla Struttura Complessa di Endocrinologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara diretta dalla prof.ssa Manuela Simoni di UNIMORE e ora riconosciuta ufficialmente grazie alla sua pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale, Frontiers in Endocrinology.
Lo studio ha confrontato la classificazione MUT, utilizzata da più di 10 anni nella Struttura Complessa di Endocrinologia, con le altre classificazioni in letteratura scientifica su proposta delle più importanti società scientifiche nazionali e internazionali. La conclusione dello studio è che tutte le classificazioni confrontate sono efficaci nella stratificazione del rischio di malignità dei noduli della tiroide. Tuttavia, la classificazione modenese ha una maggiore capacità di caratterizzare i noduli, grazie al fatto che considera anche la soggettività basata sull’esperienza dell’operatore.
Il suo ideatore, il dott. Bruno Madeo, endocrinologo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, non nasconde la sua felicità “non solo per il riconoscimento scientifico ufficiale della nostra classificazione” dice “ma anche per la soddisfazione per avere potuto dedicare un doppio tributo a questa meravigliosa città che da quasi 30 anni mi ha adottato”. Il doppio tributo si riferisce al fatto che Modena compare non solo nel nome per esteso, ma anche nell’acronimo, che è un chiaro riferimento al più antico nome della nostra città, Mutina. “Le classificazioni ecografiche dei noduli tiroidei” spiega la Dott.ssa Giulia Brigante, ricercatrice Unimore,” hanno la finalità di stratificare il rischio di malignità di un nodulo ed in questo modo ci consentono di selezionare, in maniera semplificata, i noduli da sottoporre ad ulteriore approfondimento diagnostico, in particolare all’agoaspirato tiroideo”. La MUT è più efficace se applicata da ecografisti esperti, solitamente appartenenti a centri di secondo e terzo livello come la Struttura Complessa di Endocrinologia dell’ospedale Civile di Baggiovara.
“E’ una grande soddisfazione per noi apprendere di questo nuovo riconoscimento internazionale per la Scuola di Endocrinologia modenese, che si muove ancora nel solco dei suoi grandi fondatori, il prof. Bruno Bonati, il prof. Paolo Marrama e il prof. Cesare Carani. Una lunga tradizione che è giunta sino a noi grazia al lavoro di tanti professionisti di spicco. Mi voglio quindi complimentare con la prof.ssa Simoni e il suo staff per questo nuovo importante risultato.” Si è complimentato il Direttore generale dell’AOU di Modena, dottor Claudio Vagnini.
“Misurare e rendere confrontabile in termini numerici il valore aggiunto dell’esperienza dell’ecografista è stato molto complicato” aggiunge il professor Vincenzo Rochira “ci si è riusciti attribuendo il nodulo ad una classe migliore o peggiore a seconda che l’aspetto ecografico analizzato sulla base dell’esperienza ecografica e clinica dell’operatore presentasse un aspetto più o meno tranquillizzante. Tale valore aggiunto è probabilmente il punto di forza della classificazione MUT che la rende più efficace confrontata alle altre classificazioni in uso”. Confronto che poggia su basi statisticamente solide ed accurate grazie alla collaborazione con la dott.ssa Kaleci Shaniko, statistica ricercatrice Unimore.
La professoressa Manuela Simoni dice “Questa nuova classificazione è un primo passo verso il riconoscimento del fatto che è l’esperienza che dà il valore aggiunto all’incasellamento del sapere. Non è lontano il tempo in cui le nuove metodiche di intelligenza artificiale ci permetteranno di oggettivare ancor meglio la soggettività dell’esperienza, consentendo un’analisi delle immagini e una diagnostica molto più accurata e precisa di ogni classificazione esistente. Grazie non solo al Dr. Madeo e alla Dott..ssa Brigante, che sono valentissimi clinici e ricercatori, ma anche alle altre mie giovani collaboratrici, le Dott.sse Erica Taliani, Anna Ansaloni e Maria Laura Monzani ormai colonne portanti del lavoro clinico e scientifico della nostra equipe”. L’UOC di Endocrinologia esegue circa 7.000 ecografie tiroidee e paratiroidee all’anno.
“Un’altra importante pubblicazione scientifica porta il nome di Unimore a livello internazionale. Faccio quindi i miei complimenti a tutti i ricercatori e le ricercatrici coinvolti per questo lavoro di squadra che ha visto impegnati anche alcuni giovani medici e conferma l’eccellenza della scuola modenese in questa disciplina – ha commentato il Magnifico Rettore di UNIMORE, prof. Carlo Adolfo Porro – È importante inoltre sottolineare come questa ricerca dimostri l’importanza dell’esperienza come valore aggiunto: un aspetto che, come istituzione universitaria, non possiamo che ribadire”.
“L’agoaspirato dei noduli tiroidei” conclude il dott. Bruno Madeo “è un esame che, sebbene poco invasivo e con complicanze quasi nulle, sottopone il paziente ad una serie di stress che iniziano dalla paura dell’esame in sé, continua con l’attesa dell’esito dell’esame e prosegue se il risultato non è chiaramente benigno. Una classificazione come la MUT che, rispetto alle altre, permette una maggiore selezione dei noduli da sottoporre ad approfondimento diagnostico, consente di risparmiare a molti pazienti un inutile stress, senza ridurre l’efficacia diagnostica”.
Articolo pubblicato su Frontiers in Endocrinology:
Bruno Madeo, Giulia Brigante, Anna Ansaloni, Erica Taliani, Shaniko Kaleci, Maria Laura Monzani, Manuela Simoni, and Vincenzo Rochira. The Added Value of Operator’s Judgement in Thyroid Nodule Ultrasound Classification Arising From Histologically Based Comparison of Different Risk Stratification Systems. Frontiers in Endocrinology, 07 July 2020 DOI=10.3389/fendo.2020.00434 https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fendo.2020.00434/full?utm_source=F-AAE&utm_medium=EMLF&utm_campaign=MRK_1376892_23_Endocr_20200714_arts_A