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Modena: ok al Piano urbano della mobilità sostenibile per i prossimi 10 anni

La realizzazione di sei nuove dorsali ciclabili e quattro percorsi dedicati sulla rete secondaria, la trasformazione in “zone 30” di 32 chilometri di strade e la pedonalizzazione di cinque nuove aree del centro storico. E, ancora, l’allargamento della zona Ztl dall’attuale 59 al 94 per cento del centro storico con la conseguente rimodulazione della sosta, la realizzazione di nuove rotatorie all’interno di comparti in via di sviluppo o soggetti a rigenerazione e la realizzazione di 16 studi di fattibilità su alcuni dei principali nodi legati alla mobilità, come Gigetto e il completamento dell’anello della tangenziale.

È quanto previsto dal Piano urbano della mobilità sostenibile per i prossimi due anni, cui si aggiungono anche la riqualificazione di fermate del Trasporto pubblico locale, il potenziamento dei servizi alla ciclabilità e una trentina di interventi volti a risolvere punti critici per la pedonalità e la ciclomobilità.

Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 16 luglio, ha infatti approvato il Pums 2030, un piano strategico flessibile che pianifica quella che sarà la mobilità cittadina dei prossimi 10 anni individuando obiettivi per il breve, medio e lungo periodo, rispettivamente a due (2022), cinque (2025) e dieci anni (2030). Si è espressa a favore la maggioranza e contro l’opposizione. Il documento sarà consultabile sulla sezione del sito istituzionale dedicata al Pums (www.comune.modena.it/pums). Insieme alla delibera sul Pums sono inoltre stati trattati cinque ordini del giorno correlati.

Il Piano, sviluppato in sinergia con il Piano urbanistico generale (il Pug in fase di redazione), si pone l’obiettivo di migliorare le condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, ma anche di ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico, nonché ottenere un maggior risparmio energetico, favorendo il passaggio dall’uso generalizzato dell’auto privata alla mobilità dolce, ciclabile e pedonale, valorizzando le aree pubbliche  come spazio condiviso e non più conteso tra auto, pedoni, ciclisti e trasporto pubblico. Con la piena attuazione delle politiche di piano, entro il 2030, potrà essere raggiunto il 20 per cento degli spostamenti quotidiani in bicicletta (+ 8 per cento rispetto a oggi), ottenendo, tra gli altri vantaggi, un risparmio di anidride carbonica che potrà arrivare fino a 8 mila tonnellate all’anno.

Il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, in occasione del dibattio, ha sottolineato come il Pums rappresenti uno strumento di programmazione (“il primo dopo diversi anni”) per definire, insieme al Piano urbanistico generale, le linee di sviluppo della “città del futuro” e ha concluso affermando: “Oggi facciamo un passo avanti importante per una Modena sempre più europea, sostenibile, competitiva e attrattiva. Ma abbiamo la consapevolezza che non possiamo fermarci e che dobbiamo continuare il forte processo di innovazione che caratterizza questo percorso di realizzazione della città che lasceremo alle prossime generazioni”.

“Il Piano – ha affermato l’assessora all’Ambiente e Mobilità sostenibile Alessandra Filippi – è stato aggiornato sulla base della mutata situazione per l’emergenza sanitaria da Covid-19. Le nuove modalità di lavoro sperimentate durante il lockdown e in parte ancora in corso, da un lato, e la tendenza delle persone a prediligere modalità di spostamento individuali a garanzia del distanziamento sociale, dall’altro, cambiano lo scenario e la richiesta di mobilità complessiva rispetto solo a qualche mese fa. Grazie alla sua dinamicità – ha proseguito – il Pums è uno strumento adeguato a far fronte al cambiamento e, già prima della approvazione, è stato integrato con due approfondimenti relativi alla mobilità in emergenza sanitaria e alla micromobilità in rapido sviluppo, con un focus particolare sull’utilizzo dei monopattini a prevalente propulsione elettrica”.

Dopo l’approvazione del Documento preliminare Pums e del Rapporto preliminare ambientale a fine 2018, il Pums 2030 è stato adottato dalla Giunta comunale a fine marzo 2019 ed arriva ora all’approvazione in Consiglio, completato il periodo di pubblicazione e di consultazione con i Quartieri, durante il quale sono pervenute circa 300 osservazioni (86 dai Quartieri e 220 da nove soggetti: Co.Ta.Mo, M5s, Italia Nostra, Modena Volta Pagina, Seta, Wwf, Legambiente, Fiab e un privato cittadino).  La gran parte delle osservazioni, istruite e controdedotte, è stata accolta o parzialmente accolta (252, pari all’84 per cento) portando in alcuni casi alla modifica del testo. In particolare, le osservazioni presentate hanno riguardato aspetti come la mobilità dolce e il trasporto pubblico, ma anche la rete viaria, le aree Ztl e pedonali, la sosta e la mobilità elettrica. Sul documento la Regione ha inoltre espresso il proprio parere motivato nell’ambito del processo di Valutazione ambientale strategica con raccomandazioni che attengono in particolare la fase di attuazione e di monitoraggio del Piano. Tutte le fasi di redazione del Pums 2030 sono state caratterizzate da un ampio processo partecipativo, anche con il coinvolgimento di realtà associative e istituzionali della città.

Con l’approvazione del Pums 2030 e del relativo Rapporto Ambientale in Consiglio prende il via la fase di attuazione delle azioni e di monitoraggio in itinere del Piano. L’approvazione del Documento consentirà, tra l’altro, di accedere a finanziamenti per la realizzazione di interventi con fondi europei del Piano operativo regionale – Fondo Europeo di sviluppo regionale Pos Fesr 2014-2020 relativi alla mobilità sostenibile nelle aree urbane.

ENTRO IL 2022 SEI DORSALI CICLABILI E 32 KM DI “ZONE 30”

Per incentivare la mobilità dolce e puntare all’obiettivo della “città 30” nel 2030, il Pums prevede di completare il sistema dei percorsi ciclabili, di realizzare nuove zone 30, di ampliare la Zona a traffico limitato e le aree pedonali.

Sulle dorsali ciclabili, che rappresentano la maglia principale delle infrastrutture ciclabili, nel breve periodo (due anni) il Pums pianifica la realizzazione di sei nuovi percorsi, in via Emilia Ovest (Rosmini- Marco Polo), strada San Cataldo, via Nonantolana (Crocetta – Due Canali), via Finzi (tangenziale-Romania). Nel periodo tra i due e i cinque anni saranno realizzate anche le dorsali Vignolese (Muratori – Campi) e strada Sant’Anna. A queste si aggiunge la Diagonale, i cui lavori hanno preso avvio nei giorni scorsi. L’obiettivo al 2030 è arrivare a 76 chilometri di dorsali necessari a realizzare un efficiente sistema di mobilità ciclabile distribuito sull’intera città che favorisca la mobilità dolce anche in considerazione delle distanze massime di 7 chilometri da un estremo all’altro del territorio urbanizzato: di questi, poco più di 55 chilometri sono già esistenti, in parte da riqualificare, e 21 sono da realizzare nel lungo periodo.

Anche sulla rete secondaria ciclabile sono previsti interventi di riconnessione e completamento con circa 60 km di nuovi percorsi che porteranno a superare, in totale, i 300 km di piste ciclabili in città nello scenario di piano al 2030. Nel breve periodo, in particolare, saranno realizzati i tratti ciclabili di via del Mercato, via Gerosa, via Toniolo, via Contri (Trento Trieste-Fabrizi). In quest’arco temporale è prevista, inoltre, la rifunzionalizzazione di tratti di dorsali esistenti come via Emilia Est (tratto Campi-Pozzo) e via Menotti (tratto Santa Caterina-Nonantolana).

A completamento degli interventi sulla rete ciclabile, è prevista l’estensione delle “zone 30”, con una riduzione del traffico di attraversamento di aree a prevalente vocazione residenziale. Nel comune di Modena esistono già 107 chilometri di strade con velocità massima consentita di 30 Km/h (24 dei quali in centro storico), cui si aggiungeranno entro i primi due anni ulteriori 32 chilometri. Le undici zone 30 che verranno realizzate sono quelle delle vie Bortolotti-Zamenhof, Cannizzaro, Cittanova (Cavatori), Corni-Cattaneo, De’ Gavasseti-Piazza-Ulivi, Forlì-Faenza, Gramsci, La Spezia, Luosi-Marconi, Sacca Ovest-Cassiani, Torrenova.

Collegate alle zone 30 ci sono anche quelle che il Pums definisce come “zone quiete” da realizzare entro un raggio di circa 300 metri intorno agli istituti scolastici, soprattutto le scuole primarie. Grazie alla pedonalizzazione della viabilità circostante e l’istituzione di Ztl, anche solo temporanee in corrispondenza con gli orari di ingresso e di uscita degli alunni, i bambini potranno percorrere a piedi o in bici almeno “l’ultimo miglio” verso la scuola in una zona interdetta al traffico delle auto.

Il Pums propone inoltre una serie di pedonalizzazioni da realizzare in seguito a un percorso di condivisione e concertazione. Quelle individuate per il breve periodo sono le aree del centro storico di via Farini-largo S.Giorgio-via Fonteraso (tratto Campanella-S.Giorgio); via Battisti; via Badia-via Sant’Eufemia; via Gallucci-Tornei-Masone-Santa Maria Assi; piazzale Torti.

È previsto inoltre l’ampliamento della Zona a traffico limitato che, già nel breve periodo, passerà dai circa 750 mila metri quadrati attuali a poco meno di un chilometro e 200 mila metri quadrati, pari al 94 per cento del centro storico. In particolare, verranno incluse in Ztl la cosiddetta “addizione Erculea”, che comprende l’area a nord fino ai viali Monte Kosica, Crispi e Caduti in guerra, largo Sant’Agostino, via Berengario e il Novi Sad.

E, ancora, nei prossimi due anni saranno effettuati una trentina di interventi di risoluzione di punti critici per la pedonalità (15) e per la ciclomobilità (15), con lavorazioni volte anche ad abbattere le barriere architettoniche presenti.

È inoltre prevista la realizzazione delle rotatorie relative al Piano Periferie e del comparto di Vaciglio: si tratta di infrastrutture per lo più connesse a nuovi sistemi infrastrutturali o nuove urbanizzazioni, con tempi di esecuzione legati all’implementazione di tali interventi.

Tra le azioni previste nel breve termine, anche la riqualificazione di fermate del Trasporto pubblico locale e il potenziamento dei servizi alla ciclabilità, come la realizzazione, ogni anno, di un deposito protetto, di tre nuove stazioni del Bike sharing C’Entro in bici, e di un centinaio di portabici P. In programma anche l’installazione di 30 postazioni di sensori per il conteggio di flussi e la distribuzione di incentivi per l’acquisto di bici elettriche con priorità a quelle pieghevoli.

Nell’arco del biennio 2020-2022 saranno inoltre sviluppati 16 studi di fattibilità finanziati con oltre 770 mila euro di fondi ministeriali: dall’Hub intermodale alla ferrovia Modena-Sassuolo, dalla rifunzionalizzazione della tangenziale con tutor, rampe e il completamento dell’anello con la Nuova Estense nel tratto compreso tra Vaciglio e la complanare Einaudi al nuovo collegamento viario Falcone-Argiolas, dal sottopasso ciclopedonale Darsena-Mazzoni ad approfondimenti sulla logistica urbana delle merci, nonché progetti di fattibilità di alcuni nuovi tratti ciclabili.

 

TPL PIÙ ATTRATTIVO E INTERVENTI SULLA RETE VIARIA

Non solo incentivare la ciclabilità e la pedonalità, ma anche migliorare l’attrattività del trasporto pubblico, intervenire sulla rete viaria, ripensare la sosta e diffondere la cultura della sostenibilità. Sono cinque, complessivamente, le linee strategiche che il Pums 2030 propone per raggiungere gli obiettivi previsti.

Le azioni per aumentare la ciclopedonalità vanno dallo sviluppo delle infrastrutture al potenziamento di servizi alla ciclabilità (bike-sharing, depositi protetti, buoni mobilità, velostazioni), dal miglioramento delle condizioni di sicurezza per l’utenza debole con la risoluzione di punti critici all’estensione delle aree ad elevata fruibilità ciclabile e pedonale.

Per migliorare l’attrattività del trasporto pubblico è prevista una completa revisione delle linee, il rinnovo del parco veicolare e dell’infrastruttura filoviaria, la riqualificazione delle fermate con l’eliminazione delle barriere architettoniche, il miglioramento delle condizioni di approdo/attesa alle fermate, infomobilità e gestione dati in tempo reale, lo sviluppo dell’intermodalità auto/bus/treno/bici, con la realizzazione dell’Hub intermodale, il potenziamento dei parcheggi scambiatori e delle linee ferroviarie locali, ma anche la regolarizzazione della velocità commerciale, con interventi di risoluzione delle criticità, corsie riservate e preferenziamento semaforico.

Gli interventi sulla rete viaria previsti nel Pums vanno dalla realizzazione di nuove infrastrutture che puntano a portare la mobilità veicolare privata sugli anelli esterni della città, riducendo fortemente il traffico automobilistico di attraversamento e quello a corto e cortissimo raggio. Si interverrà con sistemi di regolarizzazione e calmierazione delle velocità veicolari in funzione della tipologia di strada, con il miglioramento delle performance degli incroci con una nuova centrale del traffico interattiva per quelle semaforizzate e con il riassetto a rotatoria per i nodi in cui sussistono le condizioni e le geometrie necessarie.

La sosta in ambito urbano sarà ripensata incentivando l’interscambio modale attraverso la realizzazione di grandi parcheggi gratuiti nelle aree adiacenti alla viabilità primaria, serviti da un servizio di trasporto pubblico ad alta frequenza e attrezzati con postazioni di bike sharing e depositi protetti.  Saranno individuati contenitori urbani per migliorare l’offerta di sosta a residenti e fruitori e, al contempo, recuperare spazi pubblici su strada da utilizzare per funzioni diverse o per sosta riservata a utenze fragili. Verranno efficientati e innovati i sistemi di pagamento della sosta e aggiornati la disciplina di circolazione in Ztl e il sistema di erogazione dei permessi per la sosta.

Per favorire la cultura della sostenibilità, quinta e ultima linea strategica del Piano, verranno sviluppate azioni di mobility management per gli spostamenti sistematici casa-lavoro, con la diffusione di piani di spostamento casa-lavoro che riducano l’utilizzo del mezzo privato in sinergia con i mobility manager aziendali per la condivisione delle politiche a livello territoriale. Verrà inoltre promossa la mobilità sostenibile nelle scuole (pedibus, bicibus, car-pooling, mobilità autonoma), promosse attività per migliorare la consapevolezza del cittadino e sensibilizzarlo ai provvedimenti antinquinamento, distribuiti incentivi per ridurre il numero delle auto aumentando allo stesso tempo i veicoli elettrici, ibridi e meno inquinanti.

 

UN PIANO A MISURA DI EMERGENZA SANITARIA COVID-19

Da un lato la predisposizione di un Piano di mobilità emergenziale attuabile in pochi mesi, volto ad incrementare zone 30, percorsi ciclabili ‘leggeri’, ad attivare servizi di sharing mobility con particolare attenzione ai monopattini a prevalente propulsione elettrica, e a distribuire incentivi economici per gli spostamenti sistematici con modalità sostenibili (acquisto mezzi, incentivi chilometrici, incentivi per sharing). Dall’altro, un’attività volta a orientare le già previste azioni di sviluppo del Mobility management per le aziende del territorio verso la stabilizzazione di quote rilevanti di lavoro in modalità agile (smart working), al fine di ridurre significativamente la domanda di trasporto delle persone negli spostamenti casa-lavoro.

Sono le azioni mirate e di rapida applicazione che il Pums 2030 introduce per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19. A causa della contrazione dell’offerta di trasporto pubblico e di una diffusa percezione di minor sicurezza sanitaria nell’utilizzo di mezzi collettivi, una parte dell’utenza del Tpl già a settembre-ottobre, con la ripresa delle attività lavorative e scolastiche, si trasferirà su modalità di trasporto personali. Per far fronte a questo cambiamento che, potrebbe tradursi nel maggior ricorso ad auto private, l’Amministrazione sta quindi predisponendo una serie di azioni, delineate anche nel Pums, con l’obiettivo di promuovere l’attrattività di modalità alternative di trasporto, in particolare gli spostamenti a piedi, in bicicletta e in monopattino elettrico.

La Giunta comunale ha infatti già approvato un Piano di indirizzo per la mobilità emergenziale sviluppato in coerenza con il Pums e che prevede l’anticipo rispetto a quanto previsto dal Piano urbano della mobilità sostenibile di interventi di potenziamento della rete ciclabile e pedonale, in particolare lungo i principali assi di collegamento con importanti comparti produttivi e poli attrattori. Tali interventi potranno essere attuati in tempi brevissimi in modalità più ‘leggera’ anche grazie alle novità introdotte nel Codice della strada, come quella del percorso ciclabile promiscuo in carreggiata, ad uso condiviso biciclette-veicoli. La finalità di questa soluzione è evidenziare la possibile presenza di ciclisti lungo le strade e sensibilizzare i diversi conducenti al rispetto di tutte le componenti di traffico, specialmente nelle fasi di sorpasso.

Attraverso azioni di sviluppo del Mobility management l’Amministrazione cercherà inoltre di sostenere il ricorso allo smart working. Il consolidamento di politiche a favore del calo della domanda di mobilità, infatti, si tradurrebbe in una riduzione dei flussi di traffico sulla rete esistente, con vantaggi immediati in termini di efficienza della mobilità e di sostenibilità ambientale, come emerso già nelle prime fasi del lockdown. La conseguente minor pressione sulla rete stradale offrirebbe inoltre opportunità di rimodulazione degli spazi, oggi dedicati alle auto, a favore di una fruibilità più a misura d’uomo in coerenza con obiettivi e strategie del Pums.

Per ciò che riguarda la micromobilità elettrica, in forte diffusione, il Comune di Modena intende incentivarne lo sviluppo: lo sta facendo attraverso la redazione e diffusione di un vademecum sulle modalità di utilizzo dei monopattini a propulsione prevalentemente elettrica e l’attivazione della sperimentazione di servizi di sharing di monopattini free floating da parte di operatori privati; a seguire, attraverso la valutazione di un apposito bando per la stabilizzazione dell’offerta di servizi di sharing dei nuovi mezzi, in possibile combinazione con servizi di bike sharing, l’incentivazione economica per l’acquisto o l’utilizzo di veicoli di micromobilità elettrica,  il monitoraggio dell’incidentalità in modo da individuare eventuali punti critici su cui intervenire per ridurre al minimo i rischi.

















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