“L’inadeguatezza della rete infrastrutturale italiana è sotto gli occhi di tutti. Anni di mancata manutenzione hanno portato ai disastri che ben conosciamo, a partire dal crollo del ponte di Genova, e ora per porre un argine a questa situazione si sta procedendo in alcune regioni, Marche e Liguria su tutte, a manutenzioni straordinarie e controlli sui cavalcavia e nelle gallerie. Il problema è che questa intensa attività sta paralizzando l’intero sistema infrastrutturale con rallentamenti e code provocate dalla presenza dei cantieri nei principali assi autostradali a nord e a sud del Paese”. Così la portavoce di Ruote Libere Cinzia Franchini.
“A pagare questa situazione di caos è ancora una volta l’anello più debole della filiera della movimentazione merci e cioè l’autotrasporto. Le code chilometriche se sono un’odissea per i vacanzieri rappresentano invece un vero e proprio incubo per chi sulle strade e autostrade deve viaggiare per lavoro. Con quasi 90% delle merci trasportate su gomma in Italia, i costi maggiori causati dalla paralisi del traffico per la serpentina di cantieri ricadono totalmente sugli autotrasportatori. Se un trasporto che in condizioni normali comporta 5 ore di viaggio, si trasforma in una traversata da 10 ore, il prezzo pagato dal committente resta identico, anche se questo significa spesso – per rispettare i tempi di guida e riposo – perdere l’intera giornata successiva di lavoro per l’autotrasportatore – chiude Cinzia Franchini -. Di fronte a questa realtà uno Stato serio dovrebbe imporre ai concessionari autostradali indennizzi direttamente al casello, attraverso il Telepass, proporzionali alle code causate dalla manutenzione viaria colpevolmente dimenticata per anni. Sarebbe un atto di buonsenso che restituirebbe almeno in parte agli autotrasportatori quanto perduto”.