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Indagini alla CRA S. G. Bosco di Modena, ancora non ci sono gli esiti

Ad oggi non risultano contestate violazioni in merito agli aspetti oggetto di analisi dei Nas nella Cra San Giovanni Bosco; né si sono registrati ulteriori ispezioni a cura dello stesso o di altri organi di Polizia. Per quanto di conoscenza del Comune e della Fondazione Pia Casa S. Anna e S. Luigia, titolare del servizio, non si hanno ancora gli esiti delle indagini; non vi sono fino ad ora indagati fra i responsabili di Cra o Fondazione e non risultano ad oggi richieste di risarcimento danni.

È quanto ha riferito l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli al Consiglio comunale giovedì 25 giugno, dopo aver acquisito informazioni e elementi dalla direzione della Fondazione titolare del servizio, per rispondere all’interrogazione di Antonio Baldini.

L’assessora ha colto l’occasione per annunciare che al momento non si registrano più casi di positività al Covid-19 nelle cra cittadine.
Il consigliere di Lega Modena, in relazione ai 18 decessi per Covid 19 avvenuti nella struttura, ha chiesto informazioni sull’esito delle ispezioni dei Nas e “se il Comune abbia chiesto informazioni specifiche in merito, se risulti l’iscrizione di un procedimento penale per la morte di un’anziana ospite, se responsabili della Cra risultino indagati e se il procedimento sia tuttora pendente; se vi siano state contestazioni da parte di parenti di ospiti deceduti (ed eventualmente richieste risarcitorie) per una gestione non adeguata all’emergenza sanitaria e i decessi avvenuti per il contagio; quale sia la composizione del personale socio-sanitario e se la Fondazione faccia uso di appalti nella gestione del servizio socio-sanitario-assistenziale e infermieristico o di supporto”; infine, “quali controlli o richieste informative specifiche il Comune abbia svolto nei confronti della Fondazione e se il Collegio di vigilanza previsto dall’Accordo di Programma sia mai stato convocato”.

L’assessora ha sottolineato che “l’attività di controllo e monitoraggio sul servizio offerto agli ospiti e sugli aspetti gestionali quotidiani è condotta, anche con ispezioni in loco, dalla Commissione di vigilanza locale prevista dalla normativa regionale, un’attività – ha detto – condotta con costanza su questa come su tutte le altre strutture residenziali per anziani accreditate del Distretto. Mentre il Collegio di Vigilanza è deputato a dirimere questioni applicative dell’Accordo di Programma tra gli enti e in questi anni non è stato convocato, non essendosi verificate controversie che ne rendessero necessario l’intervento”.
La Fondazione non ricorre ad appalti nella componente socio-sanitaria, assistenziale e infermieristica; gli appalti riguardano esclusivamente alcune attività di tipo ausiliario (ristorazione, pulizie, lavanderia), mentre per la conduzione diretta del servizio vengono impiegati 42 operatori socio-sanitari e 8 infermieri; completano l’organico tre responsabili attività assistenziali, un terapista, un responsabile attività sanitarie, un’animatrice, due fiosioterapisti.

L’assessora ha anche ricostruito l’attività dei Nas avvenute nella Cra S.G.Bosco: il 24 aprile il Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri di Parma ha condotto un’ispezione presso la struttura esaminando in generale le condizioni di gestione del servizio, compresi aspetti attinenti alla suddivisione delle aree in cui nel periodo di emergenza sanitaria erano suddivisi gli ospiti in funzione della positività o meno al virus. In quell’occasione erano stati raccolti anche elementi sugli ospiti, sugli accessi dei famigliari, sui turni del personale nell’ultimo trimestre. Poi, il 5 maggio, su richiesta dell’autorità competente e per svolgimento di indagini di Polizia Giudiziaria relative ad un procedimento penale, sono state richieste alla Fondazione altre informazioni su ospiti e personale sanitario e socio-sanitario. Infine, l’8 maggio i Nas hanno ritirato presso la stessa struttura copia della cartella socio-sanitaria di un ospite.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Sono diversi i consiglieri comunali intervenuti in Consiglio oggi, giovedì 25 giugno, nel dibattito sull’indagine sui decessi per Covid-19 nella cra San Giovanni Bosco scaturito dall’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Antonio Baldini (Lega Modena).

Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha spiegato che “non siamo qui per celebrare un processo, che spetta alla magistratura, ma per assumerci, in qualità di amministratori, responsabilità nei confronti dei cittadini per verificare dove sono avvenuti problemi. I numeri delle morti nelle cra parlano di una strage. Gli esposti presentati dai familiari delle vittime devono essere presi in considerazione perché esprimono un disagio”. La consigliera ha chiesto se abbia “ancora senso proporre le cra come un modello di servizi quando piuttosto si dovrebbero valutare alternative. Invece la giunta ha rinnovato fino al 2024 i contratti di gestione, nel pieno dell’emergenza, come se nulla fosse successo”.

Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha dichiarato che “i servizi per gli anziani sono perfettibili e anche prima dell’emergenza l’organizzazione delle cra non era soddisfacente: il Covid-19, infatti, ha fatto emergere i limiti delle strutture. Occorre rivedere il servizio in termini di assistenza sanitaria e di mutamento dei bisogni di carattere sociale; inoltre, bisogna capire per quali motivi alcune cra abbiano avuto più casi di altre”. Manenti ha auspicato che in futuro “l’organizzazione delle strutture venga rivista dal Comune e dai gestori senza aspettare necessariamente le indicazioni della Regione, prima che eventualmente si verifichi un nuovo episodio di persone malate superiore alla media”.

Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha annunciato: “Faccio mie le le parole del Comitato vittime cra – rsa di Modena. È necessario dare una risposta ai familiari dei defunti, riscontrando se esistano responsabilità che hanno condotto ai decessi. Nel frattempo, il modello socio-sanitario del territorio ha dimostrato l’incapacità di gestire la situazione di emergenza e di garantire il diritto alla salute”.

Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha rimarcato che “all’inizio il problema è stato sottovalutato e sono emerse svariate criticità: per esempio alcuni operatori delle strutture cittadine non sono stabilizzati e talvolta hanno scarsa conoscenza dell’italiano, mentre in altre circostanze hanno lavorato sia su persone affette dal Covid-19 sia su pazienti con altre patologie. Si è poi registrata l’inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale”. Per il consigliere “bisogna domandarsi quali servizi sia giusto ‘appaltare’ e quali il Comune debba gestire direttamente per mantenere un’elevata qualità. I Servizi sociali devono restare nelle mani dell’ente, a costo di spendere di più. Questa è l’occasione per ripensare il modello organizzativo, assieme alla necessità di compiere una verifica sulle cra che aiuti a minimizzare i problemi e ad agire in maniera preventiva”. Barbara Moretti ha aggiunto che “di sicuro la pandemia ha colto di sorpresa, ma non possiamo esimerci dal fare un’analisi sulla situazione nelle strutture per anziani. Partiamo dal fatto che i casi di Covid-19 sono avvenuti nelle varie cra in modo non omogeneo: i tamponi sono stati fatti a tutti gli ospiti? L’indagine sulle persone infettate, che merita una risposta puntuale, è sollecitata anche dai familiari delle vittime e dai sindacati”. Inoltre, Moretti ha portato all’attenzione dell’Assemblea l’esperienza della sanità mantovana, “dove è stata avviata la sperimentazione col plasma iperimmune sui malati Covid delle rsa e ha dato buoni risultati”.

Secondo Tommaso Fasano (Pd) “il supporto alla cra San Giovanni Bosco non è mancato né da parte del Comune, che ha fornito i necessari dispositivi di protezione individuale, né dall’Ausl che ha inviato un infermiere aggiuntivo e un medico in affiancamento. Non possiamo fare a meno di rilevare la casualità di quanto accaduto, visto che nell’altra struttura gestita dalla Fondazione Pia Casa non si sono riscontrati malati”. Più in generale, il consigliere ha osservato che “l’attuale situazione modenese non è critica: le cra sono di dimensioni limitate, in altre regioni le strutture sono più grandi e i problemi sono amplificati. Poi si possono prendere in considerazioni altri modelli di welfare per gli anziani, più ‘familiari’, come accade a Cà Nostra dove si si cerca di mantenere una socialità quanto più possibile normale”.

Nel dibattito è intervenuto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli che, dopo aver ricordato i numeri dei decessi nelle cra della città (34), ha replicato alla consigliera Rossini giudicando inopportuno l’uso della parola “strage” e aggiungendo: “Ho informato puntualmente il Consiglio durante tutta l’emergenza sanitaria e i dati sono stati comunicati periodicamente”. Il sindaco ha aggiunto: “Voglio ringraziare nuovamente gli operatori dei servizi sanitari, sociali e di sicurezza: l’attività di Modena nel contrasto del Covid-19 ha consentito di bloccarne la diffusione nel resto d’Italia. È stato fondamentale l’impegno straordinario, coordinato dalla Prefettura, di tutti gli organi e gli enti impegnati quotidianamente sul territorio”. Il sindaco ha chiarito che “è risultato decisivo il meccanismo di accreditamento nelle cra stabilito dalla Regione, perché i protocolli di accesso sono rigidi e questo iter ha consentito di salvare le persone; i controlli e le dimensioni equilibrate delle strutture sono stati fattori importanti per evitare l’ulteriore diffusione del virus. Abbiamo compiuto le analisi sulla qualità dei servizi e stiamo lavorando per garantirne ancora di più la pluralità”.

Nella sua replica, il consigliere Baldini ha affermato che “l’istanza era doverosa per capire cosa fosse successo nella cra San Giovanni Bosco, come richiesto dall’opinione pubblica dopo l’intervento dei carabinieri del Nas. Ne approfitto per segnalare che le questioni pubblico – privato emerse nel dibattito sono interessanti dal punto di vista politico, ma l’oggetto dell’interrogazione riguardava una struttura specifica. Finora sappiamo che c’è un procedimento penale in corso, ne attendiamo gli esiti”.
















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