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Concordia Hotel di San Possidonio torna nella disponibilità di CPL: il ringraziamento dell’Azienda USL di Modena

È uscito ieri, giovedì 21 maggio, dal Concordia Hotel di San Possidonio l’ultimo paziente Covid ospitato nella struttura. Si conclude così l’attività dell’Azienda Usl di Modena, che da marzo ha monitorato un centinaio di cittadini positivi autosufficienti che necessitavano di un luogo dove trascorrere il periodo di isolamento, non disponendo delle condizioni di sicurezza adeguate, previste dal Dipartimento di Sanità Pubblica, nelle proprie abitazioni.

La struttura è stata messa a disposizione gratuitamente da CPL Concordia permettendo così alla Direzione Generale Ausl, in accordo con il Coordinamento provinciale della Protezione civile, di predisporre gli spazi per accogliere fino a un massimo di 52 pazienti per volta. Gli ospiti – segnalati dal Punto unico di accesso socio-sanitario di ciascun territorio – hanno avuto a disposizione una stanza con bagno, e i principali servizi quali pasti, lavanderia, igienizzazione degli ambienti. La gestione ha previsto una presenza quotidiana (dal lunedì alla domenica dalle 8 alle 20) di due operatori sanitari Ausl che, oltre alla somministrazione delle terapie e al controllo dei parametri vitali due volte al giorno, hanno promosso un’educazione alla salute e un corretto svolgimento dell’isolamento.

Nella fase iniziale dell’emergenza il Concordia Hotel ha accolto soltanto pazienti dimessi dalle strutture sanitarie, successivamente sono state ospitate anche persone asintomatiche provenienti dal proprio domicilio, risultate positive dopo gli accertamenti del Dipartimento di Sanità Pubblica.

Dopo l’uscita dell’ultimo cittadino, si procede ora alle procedure di sanificazione completa di tutti gli ambienti, a carico delle ditte specializzate che operano per l’Ausl, al fine di restituire a CPL Concordia una struttura che possa consentire da subito tutti gli utilizzi legati alle attività aziendali. L’Azienda USL ringrazia nuovamente CPL Concordia per questa importante donazione, che ha consentito di gestire in maniera efficace un tema molto rilevante per la riduzione del contagio, vale a dire l’isolamento dei cittadini positivi, a protezione dei loro familiari e dell’intera collettività.

“Sono stati due mesi molto intensi, un’esperienza arricchente dal punto di vista professionale e umano per i circa dieci professionisti sanitari che hanno ruotato sui vari turni – dichiara Anna Maria Arroi, Coordinatrice infermieristica del Puass (Punto Unico di Accesso Socio Sanitario) -. Era un contesto nuovo ed è stato fondamentale l’impegno di tutti per adattarsi a spazi e modalità inedite. Inizialmente c’è stata un po’ di paura da parte degli operatori, ma quando è apparso chiaro il grande lavoro fatto dall’Azienda sanitaria per tutelare i dipendenti, si è formato un team molto affiatato. In questi due mesi gli infermieri del gruppo di lavoro sono entrati in contatto con decine di storie personali, alcune difficili, altre piene di speranza. Nell’ultimo periodo la struttura ha accolto diversi pazienti stranieri e questo ha richiesto una riorganizzazione, a partire dalle tipologie di menù. In tal senso, è stato determinante l’intervento di un mediatore culturale messo a disposizione dall’Ausl, che ha permesso di comprendere meglio le esigenze di molti richiedenti asilo ospitati nell’albergo e fare passare in maniera più chiara determinate regole della quarantena”.

 

















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