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Finanziati dalla Regione con 3,1 milioni i primi 30 progetti di ricerca e innovazione per lo sviluppo di soluzioni finalizzate al contrasto dell’epidemia da Covid-19

Nuovi tipi di mascherine protettive, braccialetti elettronici per la gestione dei parametri vitali e del distanziamento, pellicole antibatteriche e antivirali, imballaggi monouso per disinfettanti, respiratori a basso costo, sistema di controllo e gestione accessi agli impianti sportivi con controllo di temperatura.

Sono alcune delle soluzioni innovative studiate da aziende e da laboratori di ricerca dell’Emilia-Romagna in risposta al bando della Regione Emilia-Romagna, che ha promosso progetti di ricerca e sviluppo sperimentale per la messa a punto di prodotti, servizi, soluzioni tecnologiche per contrastare l’epidemia da Covid-19.

Si tratta dei primi 30 progetti ammessi a contributo, relativi alla prima ‘call’ del bando regionale, dal costo complessivo di 4,2 milioni di euro, a cui la Regione contribuirà attraverso Fondi europei (Por-Fesr) con 3,1 milioni di euro. Di questi progetti finanziati, 27 sono stati presentati da imprese (di cui 19 fra micro e piccole imprese) e 3 da laboratori della Rete Alta Tecnologia.

Le tre ‘call’ effettuate dalla Regione a partire dal 27 aprile, hanno portato alla presentazione di ben 199 i progetti da parte di imprese e laboratori di ricerca: 153 presentati da imprese e 46 da laboratori della Rete regionale Alta Tecnologia, per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro, ed un contributo richiesto di 19,5 milioni. Una dimostrazione di grande creatività e soluzioni altamente innovative per contrastare la pandemia.

“Oggi, a soli 30 giorni dall’annuncio del bando-ha affermato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla-, siamo già in grado di dare il via libera ai primi 30 progetti per realizzare soluzioni di contrasto alla diffusione del covid19. Si tratta di un nuovo ‘colpo’ del bazooka regionale per la ripartenza della nostra economia. L’alto numero dei partecipanti dimostra ancora una volta che l’Emilia-Romagna è un territorio ricco di saperi, creatività e competenze tecnico-scientifiche di valore assoluto. La rete di Università, laboratori di ricerca, start up e piccole imprese innovative rappresenta un patrimonio fondamentale che ci permette di tenere le migliori competenze intellettuali nel sistema produttivo e creare ulteriore lavoro di qualità, pianificando così un futuro sostenibile e una nuova filiera strategica per la nostra regione”.

I progetti presentati riguardano in particolare il contrasto alla diffusione del contagio da Covid-19 e della più ampia famiglia di Coronavirus (48 progetti); soluzioni per utilizzare materiali già esistenti o sperimentare nuovi materiali per la realizzazione di dispositivi di protezione individuale, o per ridurre il rischio di contaminazione attraverso il contatto con le superfici (27 progetti); soluzioni tecnologiche ed organizzative innovative  per ridurre il rischio di contaminazione e garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro (75 progetti); progetti per garantire il distanziamento tra le persone e gestire sistemi di monitoraggio della sicurezza in ambienti aperti al pubblico, con particolare attenzione ai luoghi dove vi è una significativa aggregazione (37 progetti) e infine la riconversione, anche parziale, di imprese verso la produzione di dispositivi di protezione individuale o comunque di prodotti e servizi volti alla gestione dell’emergenza (12 progetti).

Tra questi uno propone lo sviluppo di una maschera protettiva facciale con visiera trasparente per uso in ambiente sanitario, prodotta attraverso una tecnica di stampaggio ad ‘iniezione-compressione’, realizzata con polimeri facilmente reperibili sul mercato. Un’altra azienda, propone invece di creare una pellicola che, trattata con nanotecnologie, sia in grado di acquisire anche caratteristiche antibatteriche e antivirali. E ancora, un progetto si propone di sviluppare una macchina che consentirà di confezionare gel disinfettante in bustine monodose innovative facilmente apribili grazie all’utilizzo di sole tre dita.

I progetti saranno monitorati e dovranno concludersi entro 6 mesi dall’approvazione del finanziamento, ed i risultati dovranno consentire lo sviluppo di soluzioni concrete e di tempestiva applicazione, che possano avere la più ampia diffusione e ricaduta su tutto il territorio regionale.

















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