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Annunciate le 5 start-up scelte per la seconda edizione della call “Life Science Innovation 2020” di Fondazione Golinelli e G-Factor

Tecniche diagnostiche e soluzioni terapeutiche innovative, dispositivi tecnologici per il trattamento di malattie degenerative e approcci d’avanguardia per analisi del sangue e nel settore della dermocosmesi. Sono cinque le start-up che hanno superato positivamente la selezione della seconda edizione di “Life Science Innovation 2020“, il bando internazionale da 1 milione di euro messo a disposizione da Fondazione Golinelli e G-Factor rivolto a progetti di innovazione e nuove imprese del settore delle scienze della vita e dedicato a chi pensa di avere un’idea vincente nei settori pharma e biotech, medtech, nutraceutica, bioinformatica e bioingegneria.

Dopo il successo della prima Call Fondazione Golinelli ha rinnovato il suo impegno per fornire una risposta concreta alla necessità del nostro Paese di favorire l’integrazione tra ricerca, industria e mercato, mettendo al centro i giovani, le loro idee di impresa e la ricerca scientifica e tecnologica, nell’ottica di una formazione che unisca il sapere al saper fare.

Inizialmente riconfermate, anche per la seconda Call, le risorse messe a disposizione da Fondazione Golinelli e G-Factor per gli investimenti, che complessivamente ammontavano a 1 milione di euro, 720.000 euro in denaro e 280.000 euro in servizi, e destinate ad essere suddivise equamente tra 8 startup. Avendo superato la selezione solo 5 startup, le risorse non investite saranno ri-confermate e re-investite nella prossima call.

«G-Factor si è affacciato in maniera inedita un anno e mezzo fa al panorama italiano con l’obiettivo di rappresentare un modello realmente funzionale alla realtà produttiva e finanziaria del nostro Paese» afferma Antonio Danieli, direttore Generale di Fondazione Golinelli e amministratore unico di G-Factor. «Per la call Life Science Innovation 2020 abbiamo ricevuto 137 candidature registrando un aumento della partecipazione dell’8% rispetto alla prima edizione del bando e una maggiore attrattività all’estero. Gli investimenti messi a disposizione erano in totale 8, con un importo di risorse finanziarie disponibili mediamente superiore all’anno precedente, ma la selezione ha prodotto una cerchia ristretta di 6 progetti molto validi e convincenti, vagliata su profili scientifici e imprenditoriali e sulla base dell’esperienza delle start-up. Purtroppo – spiega Danieli – il periodo di due mesi di trattativa precedente all’avvio di G-Force è coinciso con i mesi di marzo e aprile e con l’emergenza sanitaria, e uno dei team selezionati ha deciso di non proseguire a causa di propri impedimenti. Gli accordi sono quindi stati chiusi con 5 start-up: Bacfarm, Lighthouse Biotec, Nib Biotec, PerForms, e Recornea, che ha dimensioni internazionali e collegamenti con Singapore e il sud est asiatico».

«Fondazione Golinelli, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, non interrompe il proprio piano strategico di investimento ma anzi lo rilancia confermando il suo fondamentale ruolo nel campo della formazione e della ricerca» dichiara Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli. «Sono giorni di appelli accorati a salvare le start-up da parte degli attori protagonisti, ma gli stessi protagonisti non ci pare agiscano conseguentemente. Questo si notava già prima di marzo, ora è tutto bloccato: non ci sono risorse, o sono tutte congelate, e se in questa fase non si investe con coraggio e responsabilità, si rischia di distruggere tutto quanto di buono fatto in questi anni. Non si può aspettare ancora per molto la primavera per scongelare le scorte, altrimenti molte realtà giovani e promettenti, ma ancora fragili, non ce la faranno a sopravvivere. Noi abbiamo investito, indipendentemente dalla nostra volontà, su 5 start-up invece che su 8, ma stiamo già iniziando a ragionare su dove e come investire per il prossimo bando, recuperando ovviamente queste risorse inevase. Stiamo poi ulteriormente pianificando gli sviluppi futuri della Fondazione – prosegue Zanotti – e presto contiamo di poter annunciare alcune novità. Nonostante la delicatezza del panorama generale, ci sono importanti istituzioni e singoli privati che, come noi, intendono agire non fermandosi alla dichiarazione di intenti e con cui stiamo creando importanti e inediti percorsi di sviluppo che presto diverranno realtà. Dovremo imparare ad agire in un mondo nuovo, ma ora non è vietato sbagliare, è vietato stare fermi».

Life Science Innovation 2020 ha ricevuto in totale 137 candidature di start-up innovative, dall’Italia e dall’estero. I cinque team selezionati avranno l’opportunità di intraprendere un percorso di incubazione e accelerazione con G-Factor, l’Incubatore-Acceleratore di Fondazione Golinelli rivolto a realtà imprenditoriali emergenti, la cui missione è promuovere lo sviluppo dell’impresa nascente per creare una nuova imprenditorialità ad alto contenuto innovativo, scientifico e tecnologico.

Le start-up saranno infatti coinvolte nel programma G-Force ideato su misura per ricercatori e giovani esperti di elevato profilo tecnico-scientifico, che accelera i talenti e la crescita dei team nella dimensione imprenditoriale e in quella scientifica attraverso workshop, mentoring, coaching, recruiting e matching con potenziali partner industriali.

Per rispettare le misure di contenimento del Coronavirus, Fondazione Golinelli e G-Factor hanno deciso di erogare il programma da remoto.

Il percorso, che è partito il 30 aprile e si concluderà a dicembre, prevede una prima fase di formazione-accelerazione di 3 mesi personalizzata su ciascuna iniziativa imprenditoriale e una di mentoring dalla durata di 6 mesi. A causa dell’emergenza Covid-19 la prima fase di formazione, grazie all’utilizzo di strumenti digitali, si svolgerà esclusivamente online attraverso webinar e videoconferenze. I contenuti formativi saranno messi a disposizione da mentori – imprenditori del settore, manager dal profilo internazionale e docenti – e dallo staff di G-Factor composto da imprenditori, manager e advisor.

Si affronteranno numerose tematiche dalla validazione del mercato e la sua analisi ai modelli di business e al mondo degli investimenti, fino alle tecniche di pitching per presentare al meglio la propria idea imprenditoriale a diversi target, investitori, partner industriali o scientifici, clienti, fornitori e collaboratori.

Dopo 3 mesi di G-Force si presenteranno le start-up a importanti partner industriali del panorama nazionale, mentre a conclusione del programma queste saranno presentate a una platea di investitori composta da fondi di investimento, venture capital, business angel e Family Office.

Da ottobre 2015 Fondazione Golinelli ha accolto nei suoi spazi oltre 400.000 persone ed eroga ogni anno mezzo milione di ore di formazione (suddivise tra differenti tipologie di utenza: studenti, insegnanti, aspiranti imprenditori): una filiera della conoscenza che si propone per il futuro alla comunità internazionale come uno dei più importanti centri di riferimento per l’innovazione a livello europeo.

È in questo contesto fertile che i 5 team vincitori della Call inizieranno a lavorare fin dalle prime fasi di sviluppo con esperti e investitori che li accompagneranno nel loro percorso di crescita e di affermazione sul mercato, anche grazie alle relazioni, le reti e le contaminazioni virtuose con centri di ricerca, università, imprese e operatori finanziari.

 

LE CINQUE START-UP

 

Bacfarm – Junior Spinoff Università degli studi di Cagliari

I ricercatori di Bacfarm hanno ideato una tecnologia per l’estrazione dei carotenoidi, biomolecole antiossidanti con grandi benefici per la salute umana e animale, utili per diverse applicazioni: dalla cosmesi alla nutraceutica, dall’alimentazione alla medicina e alla farmacia. La tecnologia brevettata dal team, nata nel Laboratorio di Fisiologia Vegetale e Fotobiologia dell’Università di Cagliari attraverso la coltivazione di batteri, è la prima capace di estrarre efficacemente la deinoxantina, definita “il nuovo re dei carotenoidi”. Il loro modello di business rappresenta l’alternativa efficiente e sostenibile all’industria tradizionale del settore, grazie a materia prima, tecnologia e prodotti innovativi. Lo sfruttamento della biomassa batterica consente infatti di evitare la necessità di filiere, riducendo i costi e gli sprechi.

 

Lighthouse Biotec – Pordenone

Lighthouse Biotec propone un approccio all’avanguardia per contare ed estrarre dai campioni di sangue cellule tumorali circolanti (ctc) senza doverle marcare, ma sfruttando il loro alterato metabolismo in modo da poterle archiviare vitali e immodificate in biobanche o utilizzarle in colture cellulari o per analisi di DNA e proteine.

Tutte le cellule del sangue vengono inserite in goccioline e, grazie al sistema di microfluidica brevettato dal team, quelle contenenti le cellule tumorali diventano rilevabili in quanto il metabolismo alterato porta all’acidificazione della gocciolina stessa, e l’innovativo circuito consente di separarle estraendo senza danno la singola cellula dalla goccia tramite un impulso elettrico.

 

Nib Biotec – Spinoff Università degli studi di Torino

L’attuale metodo di screening per il tumore alla prostata porta due uomini su tre a eseguire una biopsia non necessaria. Il team di Nib Biotec, da uno studio pilota condotto su 400 soggetti con indicazione di biopsia prostatica, ha individuato una combinazione di tre molecole in grado di discriminare un uomo sano da uno affetto da cancro alla prostata in maniera più efficiente rispetto al comune test del PSA. L’uso di queste molecole come biomarcatori del tumore è oggetto di una domanda di brevetto recentemente depositata dalla società NIB Biotec srl, che sta sviluppando un biosensore, un dispositivo lateral flow in grado di misurare la presenza di tre fattori solubili in un campione di urina. La rilevazione contemporanea dei tre fattori permetterà di avere un’indicazione affidabile nell’effettuare l’esame bioptico al paziente per la diagnosi di carcinoma prostatico in tempi rapidi e a costi molto bassi.

 

PerFormS – Spinoff Università degli studi di Modena e Reggio Emilia

PerFormS propone Nano-ReSkin, un prodotto dermocosmetico all’avanguardia studiato per il trattamento specifico delle infiammazioni della cute, come la psoriasi. Il prodotto, rappresentato ad oggi da una crema, contiene al suo interno una nuova tecnologia che consente di trasportare le sostanze attive direttamente all’interno delle cellule coinvolte nel processo infiammatorio. Le innovative particelle rappresentano il cuore della tecnologia e permettono di aumentare di circa 100 volte l’effetto delle sostanze attive e diminuire le dosi somministrate e gli effetti collaterali. Il sistema di delivery contenuto in Nano-ReSkin è frutto della ricerca scientifica sviluppata in laboratorio ma è facilmente riproducibile su scala industriale e rappresenta un approccio efficace per ridurre rapidamente e in modo sicuro i sintomi dell’infiammazione.

 

Recornea – Progetto indipendente Udine e Singapore

Il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea che causa una progressiva deformazione della cornea stessa. Il team di Recornea ha sviluppato un dispositivo medico impiantabile capace di migliorare la vista dei pazienti affetti da cheratocono e altre condizioni patologiche che causano deformazioni della cornea. L’impianto corneale GROSSO® è stato progettato per ripristinare la curvatura fisiologica ottimale della cornea. Impiantato direttamente nello spessore corneale attraverso una tasca corneale eseguita con laser a femtosecondi, porta a un rimodellamento dell’intera cornea – che sarà forzata a seguire la curvatura dell’impianto – e a un conseguente miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

 

Informazioni su: www.g-factor.it
















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