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Imprese strategiche: chiarimento del Ministero, non sono solo quelle della legge “golden power”

Le imprese considerate di rilevanza strategica che possono ripartire sulla base delle deroghe previste dal decreto del 10 aprile, relative alle misure di contenimento del contagio Covid-19 nelle attività produttive, non sono solo quelle elencate nella legge sulla “golden power”. Lo precisa una circolare del ministero dell’Interno del 27 aprile che chiarisce alcuni dubbi interpretativi del decreto sulla riapertura delle attività produttive.

La circolare chiarisce, infatti, che «possono essere incluse le attività orientate in modo prevalente all’export la cui sospensione prolungata potrebbe comportare riflessi negativi sulla intera economia nazionale», anche se non fanno parte dell’elenco previsto dal decreto sulla “golden power” del 2012 relativo ai poteri speciali sugli assetti societari in alcuni settori di rilevanza strategica.

Per chiarire i contenuti del provvedimento e snellire le procedure di richiesta, Provincia e Comune di Modena, in accordo con la Regione, mettono a disposizione delle associazioni di categoria uno sportello in grado di raccogliere e valutare tempestivamente le domande raccolte.

E’ quanto specificato in una lettera inviata ad associazioni e sindacati, con la quale Provincia e Comune di Modena, riportando la circolare, comunicano che diverse attività produttive «possono rientrare nell’ambito di applicazione dell’art.2 comma 7, del decreto del 10 aprile 2020», quindi riprendere le attività, «compreso il settore delle costruzioni la cui rilevanza strategica deriva non dall’importanza o meno della eventuale relativa acquisizione da parte di imprese straniere (finalità del decreto sulla “golden power), ma dagli effetti derivanti dalla sospensione sull’economia nazionale, con particolare rilievo per l’attività dei cantieri relativi agli interventi volti a scongiurare il dissesto idrogeologico, dell’edilizia residenziale pubblica e dell’edilizia scolastica».

Il prolungamento della sospensione, infatti, rischierebbe di far perdere al nostro Paese quote di mercato, da ciò ne deriva la rilevanza strategica.

L’eventuale ripresa, comunque, o la continuazione delle attività «deve avvenire – si legge nella lettera – nel rispetto delle previsioni di cui al protocollo per il contrasto del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, relativo a tutti i settori produttivi e al Protocollo di regolamentazione per il contrasto e il contenimento del virus nei cantieri, sottoscritti in data 24 aprile 2020 e previa stipula degli accordi con le organizzazioni sindacali territoriali o aziendali».

















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