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Il Tecnopolo di Reggio Emilia si arricchisce di una innovativa start-up

MAT3D, riconosciuta tra le quattro migliori start-up al mondo per innovazione nell’ambito dei materiali avanzati per la stampa 3D, ha trovato sede presso il Tecnopolo di Reggio Emilia.

Lo spin-off interuniversitario dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Parma, da qualche settimana ha il suo spazio al Tecnopolo di Reggio Emilia nel Parco Innovazione delle Officine Reggiane, in piazzale Europa 1.

La collocazione in una sede strategica per la ricerca e l’innovazione industriale, oltre che per il trasferimento tecnologico, permette alla start-up di mettere a disposizione del territorio le competenze di tecnici altamente specializzati attraverso un Laboratorio di prototipazione 3D in grado di fornire soluzioni tempestive a complesse esigenze, tra cui quelle insorte con l’emergenza Coronavirus.

Il laboratorio, infatti, si è già posto a disposizione di ospedali, Protezione Civile, Università e imprese per mettere a punto prototipi di manufatti con stampanti 3D di elevata qualità e per sviluppare soluzioni innovative rispetto alle criticità registrate in questa fase di emergenza pandemica nell’ambito della logistica, della fornitura e dell’approvvigionamento delle merci.

L’iniziativa è supportata da Fondazione REI, centro per l’innovazione della Rete Alta Tecnologia e gestore del Tecnopolo di Reggio Emilia, e da Unindustria Reggio Emilia a cui la start-up è associata.

“Siamo particolarmente soddisfatti – dichiara il prof. Giovanni Verzellesi, Pro Rettore della sede reggiana di Unimore – che al Tecnopolo di Reggio Emilia possa operare lo spin-off interuniversitario MAT3D che si muove in un ambito molto interessante, quello della stampa 3D e della manifattura additiva. L’attività di uno spin off universitario è proprio quella di mettere in relazione ricerca e industria innovativa. L’attività di MAT3D è molto apprezzata sia dal mondo accademico sia dal territorio”.

Numerosi e molto interessanti i progetti in cantiere con Unimore e Unipr anche in un’ottica di superamento dell’emergenza.

Un progetto a cui la start-up sta lavorando insieme al prof. Jonathan Mapelli e alla dott.ssa Daniela Gandolfi, entrambi del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze e del Centro di Neuroscienze e Neurotecnologie di Unimore, riguarda la realizzazione di un dispositivo di telemedicina per il monitoraggio domiciliare dei pazienti e degli assistiti.

Altri progetti sono allo studio con gruppi industriali per affrontare la fase post emergenza Covid-19 che vanno dalla produzione di dispositivi di protezione indiretti, all’esame di aspetti della riconversione e/o adattamento di alcuni processi industriali. Con il Dipartimento di Medicina dell’Università di Parma invece è in fase di studio un dispositivo per diagnosi e chirurgia toracica.

La start-up MAT3D, che ha competenze specifiche nella produzione di materiali innovativi per la stampa 3D e nell’applicazione della manifattura additiva nei processi industriali, sta registrando importanti successi e riconoscimenti. La manifattura additiva (nella quale rientra la stampa3D) rappresenta un ambito cruciale di investimento in chiave di sostenibilità e nella sostituzione di materiali usati in produzione e molto aggressivi per l’ambiente.

MAT3D, oltre ad essere stata selezionata tra le quattro migliori start-up al mondo da parte di una delle principali società di scouting tecnologici emergenti, la StartUs Insights, nel mese scorso ha visto l’ingresso nel suo capitale azionario del fondo internazionale di investimento Progress Tech Transfer, dedicato alla valorizzazione delle tecnologie nel campo della sostenibilità provenienti dai circuiti della ricerca pubblica.

















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