La Fondazione Manodori ha messo in campo una serie di iniziative per far fronte all’emergenza Covid-19. Ha inoltre anticipato contributi sul piano delle erogazioni 2020, per alcune situazioni di particolare urgenza, in ambito sociale e sanitario. Costantemente impegnata sui bisogni del territorio reggiano, mai come in questo momento svolge il proprio ruolo rispondendo alle richieste di realtà che operano in prima linea.
Tra queste, le strutture di accoglienza per anziani che hanno necessità di lavorare in sicurezza per proteggere gli ospiti e il personale. La Fondazione ha quindi accolto le esigenze di Fedisa, federazione diocesana servizi agli anziani, che gestisce diciassette strutture su tutto il territorio reggiano per oltre ottocento ospiti.
In accordo con la federazione, nata per iniziativa della Diocesi di Reggio Emilia e Confcooperative, la Fondazione Manodori ha deliberato un contributo di 25mila euro per una dotazione straordinaria di dispositivi di protezione individuale destinati agli operatori, oltre seicento, tra socio-assistenziali, infermieri, fisioterapisti, addetti a pulizia e cucina, e per tutti gli strumenti utili per l’igienizzazione degli ambienti.
“Come gli ospedali e le altre strutture sanitarie – ha detto Romano Sassatelli, presidente della Fondazione Manodori – i servizi residenziali per anziani si occupano di persone fragili, che necessitano di specifiche cure ed attenzioni. Ed il personale, che svolge un lavoro di grande valore umano e sociale, deve potersi muovere in sicurezza. La Fondazione è da sempre vicina a chi interviene sulle fragilità e stiamo cercando di contribuire a rendere meno gravoso questo momento di emergenza, condividendo lo spirito di collaborazione e solidarietà di cui è così ricca la nostra comunità”.
“Siamo grati alla Fondazione Manodori – sottolinea il presidente di Fedisa, don Gianfranco Manfredini – per il sostegno assicurato agli investimenti straordinari che le nostre residenze per anziani stanno mettendo in atto”.
“La fase di emergenza che stiamo vivendo – prosegue – sta impegnando le nostre strutture e tutto il personale in uno sforzo straordinario per sostenere una fascia di persone già fragili, non di rado sole, in diversi casi in difficoltà economica e, ora, fra le più esposte ai rischi derivanti dal contagio. Per tutti abbiamo moltiplicato il lavoro, i servizi e rafforzato quella prossimità che richiedono investimenti sia materiali che immateriali, con particolare riguardo al tempo della cura e dell’ascolto che oggi non possono assicurare parenti o amici”.
“Proprio per questo – conclude il presidente di Fedisa – il contributo della Fondazione sarà destinato non soltanto all’acquisto di dispositivi di protezione individuale, di attrezzature e materiali per la sanificazione degli ambienti e il distanziamento sociale, ma anche al rafforzamento dell’assistenza psicologica per gli operatori, gli ospiti e le famiglie, nonché all’acquisto di strumenti tecnologici, in prevalenza tablet, che consentano di ampliare la possibilità di contatti tra ospiti e famiglie”.