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Modena: oltre duecento i pasti consegnati a casa dagli chef che in questi giorni non hanno optato per la chiusura totale

Il cibo anche ai tempi dei Coronavirus conferma di essere un inarrestabile ambasciatore di calore umano, di voglia di stare insieme. Lo dimostrano le migliaia di post che vediamo pubblicati sui social in cui mezza Italia ha riscoperto il piacere di fare il pane in casa o di provare la ricetta della nonna. Lo confermano i numeri dei pasti, oltre duecento, che nella giornata di Pasqua sono stati serviti dai cinque locali – lo storico ristorante di Carpi “L’incontro”, Il Calcagnino di Formigine, l’Osteria Emilia di Campogalliano, la Cucina del Museo e il Luppolo e l’Uva, entrambi di Modena – tra i 31 aderenti al Consorzio, che hanno deciso di tenere accesi i fornelli, sia pure con i fuochi al minimo, per offrire, anche in queste giornate molto complesse la possibilità di vedersi consegnare a casa piatti particolarmente curati, ai prezzi di sempre.

Tante le storie che si sono intrecciate coi piatti preparati e recapitati a domicilio dagli chef. “Una mamma che vive a Parma e che ha il figlio bloccato a Modena ha deciso ad esempio di regalargli il nostro menu di Pasqua. In un altro caso una persona che vive sola ci ha chiamato un po’ per caso e quando ha scoperto che lavoravamo ha ordinato un paio dei suoi piatti preferiti. Ci ha ringraziato tantissimo perché questo le ha permesso di farsi una piccola coccola che l’ha aiutata a ritrovare un po’ di serenità e distrazione. Un altro caso molto bello riguarda invece un figlio che oltre a chiedermi di consegnare un menù completo alla madre che non poteva incontrare di persona mi ha chiesto di consegnarle un piccolo regalo” racconta con anche un pizzico di emozione Stefano Corghi chef de Il luppolo e l’Uva e presidente del Consorzio Modena a Tavola.  Esperienza simili ci raccontano anche Davide Forghieri dell’Osteria Emilia, Claudio e Barbara del Calcagnino di Formigine, Paola Corradi, titolare della Cucina del Museo e Gianfranco Zinani de L’Incontro di Carpi.

“È evidente che c’è voglia di normalità, di fare due chiacchiere in serenità” racconta Stefano Corghi tracciando un primo piccolo bilancio della sua esperienza personale di queste settimane. “Certo sono piccoli segnali, sicuramente insufficienti, ma l’emergenza, come sempre accade, obbliga a delle riflessioni e spinge a trovare soluzioni alternative che, magari, potranno essere valide anche quando avremo superato questa fase così complicata. Da soli però difficilmente riusciremo a rialzarci e a ripartire. Per questo confidiamo anche in aiuti e sostegni da parte del Governo e delle amministrazioni locali” conclude il presidente del Consorzio Modena a Tavola Stefano Corghi.

(foto Stefano Corghi al lavoro il giorno di Pasqua)

















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