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Franchini (Ruote Libere): “All’autotrasporto servono aiuti immediati a fondo perduto come in Germania”

​”Con sconforto dobbiamo constatare come sia il Decreto Cura Italia sia il Decreto Liquidità abbiano completamente dimenticato di riconoscere un sostegno​ immediato​ alle migliaia di autotrasportatori che in queste settimane hanno continuato, tra mille difficoltà, a garantire un livello minimo di normalità alla vita del nostro Paese”. A parlare è la portavoce di Ruote ​L​ibere, un raggruppamento di piccoli imprenditori del trasporto merci, Cinzia Franchini.

“Parliamo di piccole e piccolissime imprese, imprenditori che spesso hanno solo un camion, che sono in strada ogni giorno e per i quali il Governo nulla ha previsto – continua Cinzia Franchini -. I 600 euro del ​’C​​ura Italia​’​, per chi ne ha fatto richiesta, non si sono ancora visti e rappresentano comunque un aiuto del tutto marginale. ​Chi sta lavorando in questi giorni drammatici, nonostante il crescere degli insoluti, merita oltre che alle tante attestazioni di stima formali da parte delle istituzioni anche fatti concreti. Serve un sostegno particolare che non è certo quello previsto dal ‘Decreto liquidità’. Una norma che si limita a consentire ai piccoli imprenditori di fare ulteriori debiti (​sulla carta ​fino a 25mila euro ma l’importo non può superare il 25% dei ricavi del beneficiario e che comunque rappresentano risorse del tutto insufficienti a coprire il fatturato delle aziende interessate​) a un tasso di interesse che ancora non è dato conoscere​ mentre pare certo che le banche, diversamente da quanto annunciato, procederanno con la valutazione del merito creditizio.​

Il Governo ha dimostrato ancora una volta di calpestare un settore vitale per il Paese. Quello che gli autotrasportatori chiedono per continuare a svolgere il proprio lavoro​​ e a garantire un servizio essenziale è un sostegno​ concreto ed immediato, mutuando il modello tedesco. In Germania infatti sono previsti finanziamenti a fondo perduto da 9.000 euro per le piccole aziende fino ad arrivare a 30.000 per lo società più strutturate, senza limiti di reddito per accedere ai bonus e ai fondi. Questa è l’unica ricetta che consente di dare nell’immediato una boccata di ossigeno ad un settore in ginocchio​. ​Con le promesse, come quelle fatte dal ministro De Micheli, di ulteriori provvedimenti nei prossimi Decreti di aprile non si fa che continuare a prendere in giro una categoria che è allo stremo”.

 

















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