Il 10 aprile ricorre il centenario dalla nascita di Nilde Iotti. Mentre il 4 dicembre scorso sono passati vent’anni dalla sua scomparsa e lo scorso anno sono trascorsi 40 anni dalla sua nomina a presidente della Camera. “Una serie di date importanti legate a una donna straordinaria – afferma l’assessora alla cultura Martina Zecchetti – e che Cavriago non può dimenticare. L’emergenza sanitaria in corso non ci impedirà di ricordarla e di ricordare i suoi insegnamenti, semplicemente lo faremo in modo diverso. Lo faremo attraverso lo studio delle sue parole, dei suoi scritti e facendo conoscere le sue vittorie, realizzando con l’aiuto di tante cittadine e cittadini, e con il prezioso contributo dell’Associazione Carmen Zanti, brevi video che ne raccontino la storia personale e politica e che ne diffondano i valori e che saranno pubblicati sui nostri canali social”.
La “Signora delle Istituzioni” nell’Assemblea Costituente partecipò alla Commissione che scrisse la Costituzione e fu eletta per tre volte consecutivamente presidente della Camera dei deputati dal 1979 al 1992. Quindi è stata una figura di spicco nella storia italiana. Cavriago ha però con lei un ulteriore legame: aveva 23 anni Nilde Iotti quando, nel 1943, per sfuggire ai bombardamenti, sfollò con la mamma Albertina Vezzani da Reggio a Cavriago dove visse gli ultimi due anni della guerra. Così, a distanza di tempo, nel 1987, a Nilde Iotti venne perciò data la cittadinanza onoraria.
In quell’occasione ricordò il suo legame con il paese, dicendo: «Il mio impegno politico è derivato anche dall’ambiente che ho conosciuto qui (come sfollata). Non solo per le persone che vi ho conosciuto e che sono state per me un esempio, ma perché in tutto quel periodo, che fu durissimo (gli inverni ’43-44 e ’44-45, quando la neve si accumulava per le strade e non c’erano i mezzi per toglierla e c’era anche poco da mangiare), io ho avvertito in questo luogo, intorno a me un senso di rivolta contro l’oppressione, uno spirito di resistenza e di capacità di lotta che sono stati, senza dubbio, determinanti nelle mie scelte politiche». In pratica disse che a Cavriago aveva “incontrato il proprio futuro” e trasse “ispirazione” per le scelte politiche che compì in gioventù.