Relazione tra inquinamento e polmoniti. La parola al prof. Enrico Clini, Direttore delle Malattie dell’Apparato Respiratorio del Policlinico di Modena.
La pianura padana è un’area notoriamente inquinata. Questo ha favorito il diffondersi di covid 19?
Noi sappiamo con certezza che l’inquinamento, in particolare i micro-particolati nell’atmosfera, aumentano il rischio di patologie respiratorie e cardio respiratorie.
Non abbiamo, per, ancora dati sufficienti per sostenere, con evidenza scientifica, che esista una correlazione tra l’inquinamento delle aree più industrializzate e la diffusione del COVID19. In questo momento, affermare una simile relazione, è azzardato. Solo quando disporremo di un maggior numero di dati, potremo chiarire questo aspetto di grande interesse epidemiologico.
In che modo la reazione immunitaria del singolo provoca l’insorgere della polmonite?
Anche in questo campo, non abbiamo ancora dati sufficienti per formulare ipotesi significative. Sappiamo che questa infezione colpisce sia soggetti anziani, sia soggetti più giovani, con un sistema immunitario più forte.
In generale, sappiamo, che effetto di replicazione virale si associa a una enorme risposta infiammatoria che, in maniera anomala, si concentra nel polmone. Gli effetti clinici possono dipendere da come l’individuo (il suo sistema immunitario) reagisce rispetto a questo effetto che si traduce clinicamente in sintomi e “polmonite interstiziale”. In generale i pazienti portatori di patologie croniche hanno una maggiore predisposizione/rischio (benché non esclusivo) allo sviluppo della sindrome clinica e della polmonite.
Anche in questo caso, quando avremo più casistica potremo trovare la chiave di questo problema che è fondamentale per comprendere il funzionamento dell’infezione e scegliere le terapie più efficaci, insieme al vaccino, contro il virus.