“Il 13 marzo scorso – evidenzia il Sindaco – nella riunione dell’ufficio di presidenza è stato illustrato dall’Azienda sanitaria e dall’Azienda ospedaliera il piano per affrontare la maxi emergenza. In quella sede ho espresso la preoccupazione che, una massiccia concentrazione di ricoveri Covid a Mirandola, potesse costituire un grave pericolo di contagio per la comunità e passare poi al tessuto produttivo, in questo momento di vitale importanza per l’intera nazione. C’era stata molta apprensione proprio il giorno precedente per un sospetto positivo in una delle principali aziende mirandolesi, che fortunatamente poi non è stato confermato. Pertanto (sempre in quella sede) avevo sottolineato che si considerasse il ruolo di Mirandola e qualora fosse stato fatto, lo si riconsiderasse.
Quel piano non è stato oggetto di una votazione, di una normale discussione, come sarebbe accaduto in condizioni normali: quella era l’illustrazione di un piano per affrontare un tipo di emergenza mai vista prima. Avrei forse potuto oppormi? Che Mirandola, data la situazione, non avrebbe dovuto accogliere e curare pazienti Covid? Ho invitato i professionisti presenti, medici, a ponderare. Ho ritenuto anche di non rilasciare nessun commento alla stampa, confidando che le mie considerazioni venissero recepite e di evitare ogni possibile polemica o possibile strumentalizzazione.
Non ho fatto alcuna dichiarazione nemmeno quando sabato 14 marzo 2020 mattina ho ricevuto la telefonata che mi avvisava della necessità di trasferire la cardiologia per fare spazio ad un maggior numero di isolamenti in stanze singole, avendo avuto la rassicurazione che in quel momento fosse l’operazione migliore per tenere Mirandola “pulita”. Non ho fatto nessuna dichiarazione quando martedì 17 marzo 2020 sera con un messaggio Whatsapp siamo stati avvisati della riconversione di parte della medicina in posti letto Covid singoli.
Poi giovedì 19 marzo 2020 sera è trapelata la notizia che l’attività di chirurgia ed ortopedia, ridotta ormai da giorni alla sola urgenza, sarebbe stata trasferita a Carpi. Notizia che, ci ha lasciato increduli, dopo che alcuni professionisti di Carpi stavano valutando l’opportunità di venire ad operare a Mirandola proprio perché non contagiata. Quella che si stava per compiere era una scelta che lasciava sconcertati gli operatori sanitari di Mirandola poiché contraria a principi di prudenza e sicurezza.
Dopo aver chiamato il Direttore di Distretto ed aver avuto conferma che l’operazione di trasferimento sarebbe andata avanti, ho deciso di esprimere la mia posizione (che è poi quella dell’Amministrazione comunale) attraverso un comunicato stampa. Non siamo in campagna elettorale, tengo a sottolinearlo, bensì nel mezzo di una emergenza mai vissuta prima. Ed ogniqualvolta dall’ospedale si leveranno richieste di aiuto o di un mio intervento a tutela del nosocomio e della salute di pazienti, operatori e cittadini, io sarò qui nel mio ruolo di Sindaco”.