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Coronavirus, la situazione dell’AOU di Modena 176 pazienti positivi

Consueto Bollettino con le principali notizie rispetto alle attività organizzative dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena in riferimento all’infezione da COVID-19, attuate in stretta collaborazione con l’Azienda USL di Modena.
Situazione ricoveri casi sospetti e accertati
La situazione di stamattina vede nel complesso ricoverati in Azienda Ospedaliero Universitaria 176 pazienti COVID positivi: 50 all’Ospedale Civile e 126 al Policlinico.
Di questi, sono in terapia intensiva 50 pazienti: 27 nei posti intensivi gestiti dal Prof. Girardis in Policlinico e 23 nella terapia intensiva dell’Ospedale Civile diretta dalla Dr.ssa Bertellini. Risultano inoltre in attesa di conferma diagnostica 100 casi sospetti ricoverati.
Al Policlinico in degenza ordinaria sono seguiti 99 pazienti positivi, dei quali 47 presso le Malattie Infettive e 52 negli altri reparti.
All’ospedale di Baggiovara, sono 27 i ricoverati in degenza ordinaria, concentrati in particolare presso settori specificamente individuati sulla base del piano di attivazione posti letto, aziendale e provinciale.
Circa il personale che finora ha avuto riscontro di positività per il Coronavirus, verosimilmente acquisito per contatti esterni, ad oggi si contano 24 operatori dei due ospedali.
Continua senza sosta, giorno dopo giorno, a cura delle Aziende Sanitarie della Provincia di Modena, l’attuazione del piano organizzativo che sta progressivamente portando ad ampliare specifici settori, sia in degenza ordinaria che in terapia intensiva, per la gestione dei casi COVID positivi. La risposta organizzativa delle strutture sanitarie segue una strategia complessiva integrata a tutti i livelli istituzionali, provinciali e regionali.
Negli ultimi giorni è stata data attuazione ad ulteriori scelte organizzative volte a dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini modenesi, come ad esempio la gestione del parto nelle donne gravide con sospetta infezione da coronavirus, o ancora, la riorganizzazione della gestione dei tamponi oro-naso-faringei per arrivare alla diagnosi in modo più veloce.
Operatori in pensione chiedono di rientrare

Come spesso accade nei momenti di difficoltà, questa epidemia ha fatto emergere la solidarietà e la voglia di dare il proprio contributo ai colleghi impegnati sul campo, infatti sono giunte numerose richieste di rientrare al lavoro da parte di tanti operatori sanitari in pensione, medici e infermieri soprattutto, che chiedono di poter contribuire fattivamente alle attività di reparto in un momento particolarmente difficile. Al momento sono stati “assunti” due medici in pensione.

Supporto Psicologico per operatori
Prosegue l’attività di consulenza e supporto psicologico, anche a distanza, rivolto a tutti gli operatori che possono manifestare necessità di sostegno in questo momento di attività intensa dal punto di vista professionale e umano. Il percorso si inserisce fra quelli attivi per il personale sanitario, grazie alla collaborazione del Servizio di Sorveglianza Sanitaria e degli Psicologi del lavoro operanti presso il Servizio Formazione Ricerca Innovazione.

Tanti messaggi di sostegno
Continuano le espressioni di solidarietà e sostegno ricevute in questi giorni da parte di cittadini tramite i canali di comunicazione disponibili (Social Network, mail, semplici messaggi). A tal proposito, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria coglie l’occasione per esprimere un ringraziamento affettuoso a tutti coloro che stanno manifestando la loro vicinanza agli operatori.
Un grazie particolare anche ai tanti bambini che stanno inviando i loro disegni: saranno pubblicati tutti sul sito web e sulla pagina Facebook aziendale.
Infine, un aggiornamento sulle terapie in uso
Tocilizumab

Un farmaco già in uso soprattutto per il trattamento di altre patologie di tipo infiammatorio e autoimmunitario.

Tale farmaco viene utilizzato in associazione con altri farmaci per abbassare la carica virale nei pazienti COVID-19 positivi. Al momento i pazienti a cui è stato somministrato hanno dato buone risposte, anche se occorre più tempo per valutare i reali risultati di questa terapia.

L’Azienda è stata confermata da parte di AIFA tra i centri inseriti in una sperimentazione nazionale del farmaco.

La dottoressa Monica Pecorari, Responsabile del Laboratorio di Virologia del Policlinico di Modena: Dal 10 marzo, corrente mese, il laboratorio di Virologia del Policlinico di Modena esegue il test per la ricerca del coronavirus SARS-CoV-2. Il test viene eseguito principalmente su campioni respiratori ottenuti tramite tampone oro-naso-faringeo. 
Il laboratorio rimane aperto tutti i gironi dal lunedì alla domenica dalle 8 della mattina fino alle 10 di sera proprio per poter raccogliere il maggior numero di campioni ed eseguire, di conseguenza, il maggior numero di test. Ad oggi ne sono stati eseguiti 2207.
Il laboratorio riceve tutti i tamponi di pazienti sintomatici (compresi gli operatori sanitari) o con polmonite interstiziale eseguiti presso l’ospedale Policlinico, Baggiovara, tutti gli ospedali del territorio con precedenza per i reparti e le strutture critiche come il Pronto Soccorso, Medicina Interna, Pneumologia, Rianimazione, Terapia intensiva e non da ultimo le Malattie Infettive.
Inoltre, vengono eseguiti tutti i test raccolti dalla Sorveglianza Sanitaria, Assistenza Domiciliare e Igiene Pubblica.
In 10 giorni di lavoro, abbiamo potuto verificare che questa strategia operativa ha permesso di ottenere risposte più rapide (dalle 5 alle 48 ore) nell’identificazione dei casi positivi e quindi di poter applicare procedure operative in maniera più tempestiva per un più efficace contenimento della diffusione del virus nella popolazione.
La dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva Ospedale Civile di Baggiovara: Continua il lavoro incessante delle terapie intensive che accolgono i pazienti più gravi che necessitano di assistenza respiratoria invasiva. In Terapia Intensiva 24h su 24 hanno bisogno di costante assistenza respiratoria che viene assicurata dalla costante collaborazione di medici, infermieri, medici specializzanti. Le metodiche ventilatorie sono complesse e per i pazienti più gravi è necessaria la “pronazione”, una pratica che mette il paziente a pancia in giù e richiede molta attenzione e una grande fatica fisica da parte del personale infermieristico.

È continuo il confronto tra le figure professionali impegnate in tutta l’Azienda Ospedaliero – Universitaria e con tutti i colleghi a livello provinciale, regionale sulle migliori pratiche da eseguire.

I pazienti ricoverati in Terapia Intensiva sono critici e possono sviluppare insufficienza multiorgano, in particolare renale e cardio-circolatoria e necessitano di sedazione, terapia farmacologica, nutrizione e idratazione.

I pazienti COVID19 possono aver bisogno di interventi chirurgici. In questo caso, quindi, gli anestesisti collaborano con le equipe chirurgiche interessate per lavorare nella massima sicurezza degli operatori e per assicurare la migliore assistenza ai pazienti. Nei giorni scorsi abbiamo dovuto affrontare con i colleghi dell’Ostetricia il primo taglio Cesario in una gravita sospetta COVID19. La puerpera in seguito la puerpera si è rivelata negativa, ma sono state messe in atto tutte le procedure, già in essere per pazienti sospette COVID19 che hanno consentito di operare in sicurezza.

 

















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