I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito, su disposizione del GIP del locale Tribunale Dott. Domenico Truppa, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di M.C., classe 1979, imprenditore residente in provincia di Bologna, ritenuto responsabile del reato di autoriciclaggio, in concorso con altre cinque persone denunciate a piede libero. È stato anche disposto il sequestro preventivo per equivalente di beni fino all’ammontare di € 3.594.423 pari al valore delle somme illecitamente trasferite, costituenti il profitto derivante dalla commissione del reato.
Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bologna, nella persona della dott.ssa Rossella Poggioli hanno consentito, anche grazie all’esecuzione di Ordini Europei d’Indagine, di accertare come il destinatario dell’ordine di carcerazione, dopo aver conseguito importanti profitti dalla commissione di numerosi reati tributari, avesse posto in essere una serie di operazioni di trasferimento all’estero dei proventi illeciti, al fine di ostacolarne concretamente l’identificazione.
In particolare l’imprenditore, mediante un reticolo complesso di società cartiere nazionali – tutte aventi fittiziamente sede in indirizzi di comodo a Roma – era riuscito, con la compiacenza degli altri indagati, a “trasferire” ingenti fondi provenienti dalle attività illecite, giustificando tali movimentazioni con vorticosi giri di fatture per operazioni inesistenti. Successivamente, al fine di ulteriormente camuffare ogni palese collegamento con i fatti illeciti, l’indagato spostava nuovamente le somme, mediante false triangolazioni commerciali, in favore di altre società non operative localizzate Slovenia, Croazia e Ucraina per poi procedere a massivi prelevamenti di denaro contante che venivano reimmessi nei circuiti legali, completamente “ripuliti”.
A riprova della gravità del quadro indiziario così delineato, il GIP evidenzia come l’indagine condotta consenta di evidenziare “la pervicace e callida azione criminale di M.C. che, nonostante sia stato sottoposto a procedimento penale in merito a delitti fiscali che costituiscono reati presupposto dell’autoriciclaggio, ha di fatto continuato in modo imperterrito a compiere le medesime azioni finalizzate al trasferimento del denaro di provenienza delittuosa per ulteriori scopi illeciti”.
Contestualmente alle misure cautelari sono state eseguite numerose perquisizioni locali in provincia di Bologna, Modena e Roma. L’operazione odierna s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e a contrasto delle forme di riciclaggio che alterano le regole della concorrenza.