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Tribunale ecclesiastico regionale emiliano: inaugurazione dell’anno giudiziario

Si è aperto oggi nell’aula magna del Seminario metropolitano l’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico regionale emiliano. Presenti l’arcivescovo di Modena-Nonantola monsignor Erio Castellucci, moderatore del Tribunale, monsignor Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro, monsignor Massimo Mingardi, vicario giudiziale del Tribunale Flaminio, il prefetto di Modena Pierluigi Faloni, il presidente emerito del Tribunale Civile Mauro Lugli, il presidente della Sezione Penale del Tribunale Civile Angelo Gin Tibaldi e – rappresentato – il presidente in carica del Tribunale Civile Pasquale Liccardo.

Prima della prolusione inaugurale di monsignor Davide Salvatori, Prelato Uditore Apostolico della Rota Romana, il vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico regionale emiliano don Sergio Casini ha dato il benvenuto ad Andrea Beltrami, della diocesi di Carpi, annoverato fra i giudici del Tribunale.

Don Casini ha dunque riassunto l’attività svolta dal Tribunale nell’anno 2019.

Le cause pendenti dal 2018 erano 112, contro le 125 del 2017; le cause entrate nel 2019 sono state in tutto 99, contro le 97 del 2018. Quanto alla provenienza, nel 2019 sono entrate:

  • 5 cause dalla diocesi di Carpi, contro le 10 dell’anno precedente
  • 2 cause dalla diocesi di Fidenza, contro le 5 dell’anno precedente
  • 32 cause dalla diocesi di Modena-Nonantola, contro le 28 dell’anno precedente
  • 12 cause dalla diocesi di Piacenza-Bobbio, contro le 13 dell’anno precedente
  • 21 cause dalla diocesi di Parma, contro le 23 dell’anno precedente
  • 27 cause dalla diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, contro le 18 dell’anno precedente

Le cause trattate complessivamente nel 2019 sono state 211, contro le 222 del 2018: quelle definite con sentenza sono state 73 (contro le 108 del 2018), di cui 72 terminate con sentenza affermativa per almeno uno dei capi di nullità invocati (106 nel 2018) e una terminata con sentenza totalmente negativa (2 nel 2018). Nessuna causa è risultata abbandonata o sospesa, contro le due del 2018.

Le cause pendenti a fine 2019 erano 138, contro le 112 di fine 2018 e le 125 di fine 2017.

Quanto ai capi di nullità sentenziati nel 2019, che possono essere anche più di uno purché compatibili sul piano teorico e compossibili sul piano pratico:

  • 61 volte affermativa e 3 volte negativa l’incapacità di emettere un valido consenso matrimoniale per difetto grave di discrezione di giudizio circa i diritti e i doveri matrimoniali essenziali da dare e accettare reciprocamente (can. 1095, n. 2)
  • 58 volte affermativa e 3 volte negativa l’incapacità di emettere un valido consenso matrimoniale da parte di coloro che per cause di natura psichica non possono assumere gli obblighi essenziali del matrimonio (can. 1095, n.3)
  • 19 volte affermativa e 2 volte negativa l’esclusione della prole
  • 13 volte affermativa e 7 volte negativa l’esclusione dell’indissolubilità
  • 1 volta affermativa e 1 negativa l’esclusione della fedeltà
  • 1 volta affermativa e 1 negativa l’esclusione del matrimonio stesso
  • 1 sola volta, affermativa, l’esclusione della sacramentalità del matrimonio

Altri possibili capi di nullità non sono stati invocati.

Le sentenze in attesa di appello o di decreto esecutorio a fine 2019 erano 11, contro le 20 di fine 2018 e 2017. I decreti esecutori emessi nel 2019 sono stati 78, contro i 101 del 2018. Le cause inviate in appello al Tribunale Flaminio sono state una soltanto, come nel 2018, quelle inviate in appello alla Rota Romana due, contro le 6 del 2018. I decreti di esecutività richiesti dalla Segnatura Apostolica sono stati 11 nel 2019, mentre erano stati 19 nel 2018. Tutte le cause sono state condotte nella forma giudiziale ordinaria, non vi sono state cause trattate nella forma più breve.

«Inutile dire – ha concluso don Casini dopo aver riassunto l’attività del Tribunale nel 2019 – che il riferimento prevalente alla fattispecie del canone 1095 porta con sé, fra le altre cose, una dilatazione nei tempi di svolgimento delle cause: le perizie, infatti, richiedono tempo. I numeri dell’anno appena trascorso indicano che, nonostante tutti gli sforzi, l’attività del Tribunale è stata molto penalizzata dalla sopravvenuta inagibilità della vecchia sede, lo scorso mese di maggio, e dal conseguente trasferimento negli ambienti messi a disposizione dal Seminario. Questa fase di passaggio si sta lentamente risolvendo, ma il trasloco non è ancora completato e anche adesso la Cancelleria, che è il vero motore del Tribunale, è costretta a operare in situazione piuttosto precaria».

(foto, da sinistra: il vicario giudiziale don Sergio Casini, il vescovo Erio Castellucci e monsignor Davide Salvatori)
















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