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Grazie alle campagne informative, saltano alcuni tentativi messi in atto da truffatori

Prosegue la campagna informativa “Più sicuri insieme”, promossa in ambito nazionale da ANAP Confartigianato e dal Ministero dell’Interno, con la collaborazione di Carabineri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Un’alleanza per la legalità nata quattro anni fa per contrastare uno dei reati più spregevoli della nostra società: le truffe agli anziani.

Anche nella provincia modenese, grazie all’intesa stipulata tra la Prefettura di Modena e la LAPAM Federimpresa e Confartigianato, proseguono le iniziative finalizzate a sensibilizzare gli anziani e i cittadini a rischio sul tema della sicurezza e della legalità, offrendo loro informazioni e consigli utili per evitare di incappare nelle trame dei truffatori, al citofono di casa, al telefono, in strada e sempre più spesso su internet.

Ed è grazie al lavoro quotidiano delle forze dell’ordine e proprio alle continue e capillari campagne di sensibilizzazione messe in campo negli ultimi periodi che hanno fatto si che gli ultimi tentativi messi in atto da alcuni truffatori siano andati male.

Il primo a Mirandola dove due falsi tecnici della società erogatrice dell’acqua, hanno cercato di aggirare una anziana signora, con l’intento di appropriarsi dei valori conservati in casa. Ma la donna insospettitasi ha subito avvisato i Carabinieri del posto, mettendoli in fuga i malfattori.

Analogo fatto è accaduto a Spilamberto, dove, sempre una anziana donna, ha ricevuto una telefonata da parte di una persona che, qualificandosi come un appartenente alle Forze di Polizia, le ha chiesto la somma di 2.000 euro per il disbrigo delle pratiche di un fantomatico sinistro causato dalla figlia della vittima. Questa insospettitasi non ha accettato ed anzi ha chiamato subito i Carabinieri, avvertendoli di quello che le stava accadendo.

Così non è andata purtroppo ad altre due pensionate abitanti a Spilamberto e Sassuolo. Entrambe sono cadute nell’inganno di un sedicente avvocato, che telefonicamente aveva chiesto somme di denaro a risarcimento di un falso incidente stradale provocato sempre dai rispettivi figli. Con questo stratagemma, i malfattori sono riusciti a farsi consegnare somme di denaro e monili, per un valore complessivo di circa 15.000 euro. Solo più tardi, resesi conto di essere state ingannate, si sono rivolte anche loro ai Carabinieri, che hanno avviato le indagini.

















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