L’adultità nelle persone con disabilità è ancora poco trattato in ambito scientifico ed i disabili adulti con deficit intellettivo vengono spesso considerati come “eterni bambini” dai genitori e dalle figure istituzionali che ruotano attorno ad essi, non contribuendo alla loro “crescita” tramite azioni educative concrete che ne potrebbero favorire una maggiore indipendenza.
A questo tema il Servizio Accoglienza Studenti Disabili e con DSA di Unimore, che sostiene 300 studenti con disabilità, assieme al Charitas – servizi assistenziali per disabili e Controvento idee di vita, promuovono un incontro dedicato al tema “Vivere l’adultità nelle residenze per persone con disabilità”.
“Le persone con disabilità, in particolare con disabilità intellettiva, come tutte le altre, attraversano le diverse fasi della vita, approdano ad uno stato di “adultità”. Non esiste una sola adultità, ma ne esistono tante a seconda della storia di sviluppo del soggetto disabile, delle sue caratteristiche neurobiologiche e delle opportunità a lui offerte di vivere in contesti diversi da quelli del nucleo familiare di appartenenza. Esistono – affermano la prof.ssa Elisabetta Genovese ed il dott. Giacomo Guaraldi del Servizio Accoglienza Studenti Disabili e con DSA di Unimore -, infatti, diversi modi di concettualizzare l’essenza dell’essere adulto. Per definire chi sia l’adulto ed in particolare l’adulto con disabilità occorre porre attenzione a due concetti chiave fondamentali ovvero quello di “individualizzazione” e quello di “autodeterminazione”. il soggetto con disabilità intellettiva potrà ritenersi “adulto” solo se gli altri lo penseranno tale e pertanto “dotato di pensieri e di stati emotivi”, capace, quindi, di aderire ed essere protagonista del proprio “progetto di vita”, un progetto lungo e pieno di insidie, che stravolge completamente il concetto di “famiglia”.
La giornata, attesa per venerdì 24 gennaio 2020 alle ore 16.00 presso l’Auditorium Gerosa (Strada Panni, 199) a Modena, porterà a far riflettere gli Enti e le Istituzioni sul concetto sollecitato dalla Legge “Dopo di noi”, legge 112 del giugno del 2016, ovvero sulla necessità di far acquisire una maggior autonomia ed indipendenza ai soggetti con disabilità una volta che non siano più presenti i genitori o ulteriori caregiver.
La riflessione sarà stimolata dalla visione di stralci del celebre film dal titolo “La famiglia Belier”, che descrive con vivacità ed ironia il tema della separazione genitori-figli nel caso di disabilità di uno dei membri del nucleo familiare, per poi proseguire con le testimonianze di genitori di ospiti dell’Istituto Charitas e l’intervento del prof. Roberto Franchini dell’Università Cattolica di Milano, e membro della Direzione Nazionale dell’Opera Don Orione, che affronterà il tema “Le residenze sono luoghi di “Adultità”?”. Le conclusioni saranno tratte dal dott. Ciro Ruggerini, referente dell’Associazione Controvento, che da anni si occupa di disabili adulti presso l’Istituto Charitas.