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Il sindaco di Calderara all’assemblea della CasMatic-Fabio Perini

“Cominciamo da un tavolo di salvaguardia metropolitano, se servirà il presidente Bonaccini farà un tavolo regionale, e aggiungo che se serve bisogna andare anche al Ministero dello Sviluppo Economico. Non si può stare in silenzio”. Così il sindaco di Calderara di Reno ha detto questa mattina ai lavoratori della CasMatic-Fabio Perini riuniti in assemblea aperta davanti allo stabilimento di Lippo.

Ai lavoratori, in stato di agitazione dal 13 gennaio in seguito all’annuncio da parte dell’azienda di Lucca del licenziamento di 66 dei 118 dipendenti della parte emiliana della storica azienda di macchine automatiche del settore packaging tissue, il primo cittadino ha portato la vicinanza dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza di Calderara, come fatto del resto sin dall’apertura della vertenza.

Il sindaco Giampiero Falzone, che aveva immediatamente incontrato le parti sindacali, la Usb in particolare, e chiesto l’attivazione di un tavolo di salvaguardia e poi ricevuto alcuni rappresentanti dell’azienda per un colloquio informale, ha annunciato ai tanti lavoratori presenti di voler tenere la guardia alta, e se possibile alzare l’asticella: “Bisogna coinvolgere tutto il territorio, oltre ad aprire immediatamente il tavolo istituzionale. Ho incontrato i rappresentanti della società, e ho capito che c’è tanta confusione e l’assenza di un concreto piano industriale. Le crisi possono accadere, ma la mancanza di un piano industriale espone a conseguenze negative: quindi interverremo, ho detto loro, come Amministrazione Comunale, perché da un lato c’è un impatto sociale per le famiglie del territorio, dall’altro una ricaduta di sviluppo su questo sito. La mia preoccupazione, insomma, sta nei numeri, certo, di questo annunciato licenziamento collettivo, ma anche nel futuro di questa azienda. Non vogliamo la chiusura né la delocalizzazione della produzione da Calderara, per l’indotto e per i cittadini del Comune che rappresento”. Di qui le azioni immediate: “Mi è stato assicurato dall’azienda che non c’è intenzione di chiudere, ma bisogna resistere, e per questo utilizzare anche, da subito, gli strumenti istituzionali. Non si possono usare i lavoratori come semplici numeri. Battiamoci per il diritto al lavoro”.

















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