Fra la commozione dei parenti e i ricordi scavati dagli studenti in mesi di ricerca, è iniziata la posa delle pietre d’inciampo 2020 curata da Istoreco. Ieri a Villa Minozzo sono stati sistemati quattro piccoli monumenti diffusi, dedicati ad abitanti di Carniana, della Rocca e di Minozzo, quattro giovani catturati nel 1944 dai tedeschi e deportati in Germania, dove sono stati usati come schiavi lavoratori e dove sono morti per malnutrizione e per l’assenza di cure mediche, spremuti sino all’ultimo.
Si chiamavano Domenico Borghi, Gino Donadelli, Agostino Pigoni e Guido Tacchini, e da lunedì 20 gennaio vi sono quattro pietre a ricordarli, sistemate di fronte alle case dove hanno vissuto per l’ultima volta come uomini liberi.
Il programma prevede in totale la posa di undici pietre. Dopo le quattro villaminozzesi, mercoledì 22 gennaio si andrà a Novellara, dal 25 al 29 gennaio toccherà a Reggio. Si arriverà così a quota settanta pietre nel territorio reggiano, sistemate dal 2015 ad oggi coinvolgendo enti pubblici, associazioni, parenti e le scuole impegnate nel Viaggio della Memoria: le varie classi hanno infatti curate le ricerche per ricostruire le biografie. Nel 2020 sono stati coinvolte le amministrazioni comunali di Reggio Emilia, Novellara e Villa Minozzo, l’istituto Zanelli, il liceo Ariosto, il liceo Matilde di Canossa, l’istituto Cattaneo/Dall’Aglio e l’istituto Mandela di Castelnovo ne’ Monti e l’istituto Lelio Orsi di Novellara. A Villa Minozzo, hanno dato un bel contributo anche i piccoli allievi del plesso delle scuole elementari di Minozzo, che hanno presentato dei cartelloni e delle frasi ispirate al percorso.
La posa è iniziata a Carniana, alla casa di Domenico Borghi in via San Matteo 1; è proseguita a poche decine di metri, in via San Matteo 36, con Gino Donadelli. A poco più di un km di distanza, alla Rocca di Carniana in via La Rocca 33, è stata sistemata la pietra per Agostino Pigoni. L’ultima tappa è stata quella a Minozzo, in via La Rocca 20, per l’omaggio a Guido Tacchini. Al tour hanno preso parte parecchie decine di persone. Fra loro, abitanti della zona, molti parenti, le classi del Mandela coinvolte nella ricerca e alcune classi dello Scaruffi-Levi-Tricolore impegnate nel Viaggio, i volontari della Croce Verde villaminozzese guidati dal presidente Renato Montelli. Presenti il sindaco di Villa Elio Ivo Sassi, quello di Castelnovo Monti Enrico Bini con la consigliera Erika Spadaccini, il vicesindaco di Toano Romano Albertini e la 94enne partigiana Giacomina Castagnetti, intervenuta durante l’ultima posa. Per ogni pietra, sono arrivati ricordi e interventi dei parenti, fra cui quello della bis-nipote di Pigoni che ha letto una poesia dedicata alla Resistenza.
Al termine del giro, la Croce Verde ha curato un piccolo rinfresco nella sede degli Usi civici di Minozzo, per riscaldarsi prima del ritorno a casa.
“Le prime quattro pietre d’inciampo vanno ad arricchire i numerosi segni, le lapidi, i cippi e i monumenti, eretti a ricordo delle sofferenze patite e del sangue versato dai villaminozzesi nel corso della seconda guerra mondiale, per cui il comune è stato fregiato della medaglia d’argento al valore militare”. “Si ringrazia Istoreco, che da alcuni anni si adopera nella promozione di questa pregevole iniziativa di carattere internazionale. Le piccole targhe sono in realtà grandi simboli a memoria delle persone deportate nei campi di sterminio nazisti. Abbiamo il dovere di non dimenticarci dei prigionieri, ma anche dei soldati e dei civili che persero la vita in quegli anni terribili. Crediamo che le pietre d’inciampo siano un segno importante che ci aiuta a riflettere, a non dimenticare. Mantenendo vivo il ricordo conserveremo alta la guardia affinché tali tragedie non abbiano mai più a ripetersi”, commenta il sindaco Sassi. “Ricordiamo persone di cui non troviamo i nomi nei cimiteri. È un modo importante per tenere vivo il legame. Ed è importante, in un momento come questo”.
La posa proseguirà mercoledì 22 gennaio a Novellara.